Napoli, Zielinski si ferma per un'angina. Cos'è e tempi di recupero

Per il polacco una forte infiammazione alla gola che potrebbe complicare i piani di Mazzarri, che studia una mossa alla Hamsik

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
19 novembre 2023
Piotr Zielinski (Ansa)

Piotr Zielinski (Ansa)

Napoli, 19 novembre 2023 - Quando in ballo c'è il rinnovo di un giocatore arrivato alla soglia dei 30 anni i discorsi sul futuro si fanno a lungo termine, con l'intero prosieguo della carriera che assume prospettive particolari. In casa Napoli il protagonista di una vicenda analoga è Piotr Zielinski, che proprio in questi giorni, dal ritiro della propria Nazionale, aveva riaperto uno spiraglio sulla possibilità di rinnovare il contratto che attualmente indica nel 30 giugno 2024 la propria conclusione. Proprio dal raduno della Polonia arriva invece una notizia che rischia di stravolgere i piani generali del club partenopeo e, ancor prima, dello stesso centrocampista, al quale è stata diagnosticata un'angina tonsillare che, nelle prime ore della giornata, aveva fatto temere qualcosa di ben altra portata.  

Cos'è l'angina di Zielinski

  Naturalmente, in questi casi, il primo pensiero va alla salute dell'atleta e solo in seconda battuta il focus torna sull'aspetto sportivo, a sua volta meritevole di approfondimenti. Restando al primo ambito, la parola 'angina' ha suscitato subito un primo collegamento con l'angina pectoris, che avrebbe necessitato di approfondimenti diversi e anche più allarmanti. Invece, per fortuna, Zielinski deve vedersela 'soltanto' con una fastidiosa infiammazione del palato molle, dell'ugola e delle tonsille: i sintomi sono riconducibili a un dolore alle fauci che comporta difficoltà nella deglutizione e a qualche linea di febbre e la prognosi si aggira di norma intorno a una settimana per guarire completamente. Insomma, scacciati via i pensieri peggiori, adesso il quartier generale di Castel Volturno, a cui è diretto il giocatore dopo aver lasciato il ritiro della propria Nazionale, dovrà valutare innanzitutto l'approccio terapeutico: a base di antibiotici se l'angina è di orgine batterica, mentre solo volta alla cura dei sintomi se l'origine è virale. Soltanto in un secondo momento si potrà capire quando Zielinski potrà tornare disponibile per il campo. Possibile che la partita in casa dell'Atalanta, quella che segnerà la ripresa del campionato e, soprattutto, il ritorno in panchina effettivo di Walter Mazzarri possa essere a rischio, se non addirittura qualcosa di più. Nel caso, all'altezza della mediana azzurra si aprirebbe un ballottaggio tra due elementi che, per motivi diversi, hanno diverse ambizioni. Si comincia da Eljif Elmas, il jolly per eccellenza che con ogni allenatore passato finora all'ombra del Vesuvio ha sempre ricoperto un ruolo marginale: un trend da provare a cambiare ora. Poi c'è chi come Jens Cajuste in azzurro deve trovare ancora la sua dimensione e il suo spazio: in realtà, Rudi Garcia, oggi già un fantasma a Castel Volturno, aveva provato a lanciare a più riprese lo svedese, che tra prestazioni a singhiozzo aveva più o meno ripagato la fiducia ricevuta, con il segno negativo a prevalere. Entrambi, a maggior ragione in vista del probabile stop di Zielinski, potranno provare subito a far breccia in Mazzarri, che però per il centrocampo ha altre idee: idee che vedono proprio nel polacco il possibile giocatore chiave per disegnare un Napoli più offensivo.

Zielinski come Hamsik?

  Pare infatti che il nuovo allenatore azzurro stia vagliando un accorgimento tattico per mettere il polacco al centro del villaggio, quasi per citare Garcia. L'idea affonda le proprie radici in un passato ormai remoto nel capoluogo campano ma evidentemente ancora fresco nella testa del tecnico toscano, le cui fortune all'epoca ruotarono molto intorno a Marek Hamsik, non a caso trasformato in una macchina da gol e a lungo poi il miglior marcatore della storia del club (prima di subire il sorpasso di Dries Mertens). La mossa a sorpresa, ma forse neanche tanto, è fare di Zielinski un incursone d'area capace di buttarsi negli spazi con buon profitto, lasciando quindi momentaneamente da parte il 'giochismo'. Non solo: il polacco è uno dei migliori stoccatori dalla distanza della rosa, che fin dall'addio di Fabian Ruiz, oggi curiosamente in orbita Juventus, ha cominciato ad accusare un piccolo calo nel fatturato offensivo da fuori i 16 metri. Un anno fa un Khvicha Kvaratskhelia al quale riusciva tutto da ogni zona del campo era riuscito a chiudere un po' la falla: in questa stagione il georgiano è un altro giocatore, che fatica maggiormente a vedere e trovare la porta, evidenziando così quella lacuna che costa cara in particolare in occasione delle partite più chiuse. Qui sale in cattedra Zielinski, negli ultimi giorni tornato più che mai protagonista nel capoluogo campano: prima con le vicende contrattuali, a quanto pare clamorosamente riaperte e poi con la notizia di un problema fisico che, all'inizio, aveva allarmato più tutti. Nel mezzo c'è Mazzarri, che studia la mossa buona per crearsi un 'tenore' che non sia un attaccante puro: praticamente la ricetta vincente della sua precedente era in azzurro. Certo, l'intoppo capitato al polacco, in attesa ovviamente degli esatti tempi di recupero, rallenta anche i piani del nuovo staff tecnico del Napoli, che a tal riguardo potrebbe stupire con una contromossa: affidare il medesimo compito a qualcun altro, con appunto Elmas e Cajuste in cima all'elenco degli indiziati. In effetti, la panchina azzurra all'altezza del centrocampo non offre così tante soluzioni: un piccolo grande allarme lanciato a suo tempo già da Garcia, che così facendo non aveva fatto altro che acuire lo strappo con i vertici del club. Insomma, la sincerità non sempre paga nel calcio: a maggior ragione quando il mercato è stato probabilmente condotto quasi in prima persona dal presidente. Mazzarri, ripescato letteralmente dal dimenticatoio, avrà sicuramente un approccio più aziendalista che tuttavia non gli impedirà di sperimentare con ciò che ha a disposizione nel roster azzurro: naturalmente sempre nel segno del dogma ormai immutabile del 4-3-3, che ha ovviamente assorbito anche un cultore del 3-5-2 come il tecnico toscano. L'eventuale trasformazione di Zielinski nel perno del gioco offensivo del Napoli potrebbe riaprire ulteriormente il capitolo rinnovo: a patto ovviamente di risolvere prima questo intoppo che complica ancora una volta i piani stagionali degli azzurri. Non esattamente una novità.

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