Napoli, Raspadori: "Io e Lukaku formiamo una grande coppia"

Il jolly di Conte, da ieri 25enne, commenta l'inedito tandem con Big Rom che all'Olimpico ha già fruttato un gol: "L'uno esalta le caratteristiche dell'altro e questo fa il bene della squadra"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
19 febbraio 2025
Giacomo Raspadori (Ansa)

Giacomo Raspadori (Ansa)

Napoli, 19 febbraio 2025 - Per qualcuno è l'uomo della provvidenza, per altri uno delle migliori riserve del campionato che meriterebbe più spazio, nonché un jolly di cui ogni allenatore vorrebbe poter disporre: poi c'è il diretto interessato, Giacomo Raspadori, intervenuto nel pomeriggio ai microfoni di Radio Crc per parlare del suo momento personale e di quello del Napoli, strettamente collegati anche grazie al suo recente gol all'Olimpico contro la Lazio, figlio del feeling sempre crescente con Romelu Lukaku nell'ambito di quel 3-5-2 rispolverato da Antonio Conte per ovviare all'emergenza infortuni.  

Il ruolo e gli allenatori

"Io e Romelu abbiamo le caratteristiche giuste per giocare insieme e per esaltare l'uno le caratteristiche dell'altro. Quella di sabato è stata la prima partita che abbiamo giocato insieme, e quindi possiamo ancora migliorare e aumentare l'intesa, che può essere fondamentale per aiutare la squadra e, al tempo stesso, per aiutarci a vicenda tra di noi". Un gol, quello dell'Olimpico, prezioso per riportare il Napoli momentaneamente sull'1-1 dopo la doccia gelata firmata da Gustav Isaksen all'alba del match ma anche per sbilanciarsi in qualche dedica personale. "La rete l'ho dedicata a mia figlia e a un bambino che ho incontrato qualche mese fa in un albergo a Genova e al quale l'avevo promesso: mi ha fatto piacere regalargli quel momento di gioia. Merito anche di Lukaku, che è un riferimento sia dal punto di vista fisico sia dello spessore umano nello spogliatoio. Quanto al primo ambito - continua Raspadori - le sue qualità e la sua struttura ci permettono di salire e di appoggiarci a lui in campo e i dati importanti dei tanti assist che ha messo a referto confermano tutto ciò". I meriti del belga sono tanti, così come lo sono anche quelli di un giocatore che in campo sa fare (quasi) tutto come il numero 81, da ieri 25enne. "I ruoli di trequartista e di seconda punta sono quelli che mi esaltano di più per le mie caratteristiche fisiche e tecniche e il secondo è quello che ho ricoperto contro la Lazio. Io mi sento un attaccante e nelle zone centrali del campo è dove sento esprimere meglio la mia natura. Da trequartista mi sento a mio agio". Un messaggio a Conte, un allenatore importantissimo nella maturazione forse tuttora in corso di Raspadori, ma non solo: impossibile non chiedere a quest'ultimo opinioni su Roberto De Zerbi e Luciano Spalletti, altri due tecnici del passato e del presente (nella Nazionale) altrettanto cruciali per il classe 2000, che poi ne aggiunge altri due all'elenco. "Dire una sola parola su ognuno di loro sarebbe riduttivo. Ho incontrato tanti grandi allenatori nella mia carriera: cito anche Alessio Dionisi al Sassuolo e Roberto Mancini quando era ct dell'Italia. Entrambi mi hanno dato tanto. Mi sento fortunato ad aver lavorato con tanti tecnici di spessore durante il mio cammino: da loro sono riuscito a imparare tanto e, di pari passo, lo ha fatto la squadra, alla quale sanno trasmettere tanto".

Verso il Como e il Raspadori segreto

Dalle parole ai fatti, quelli ai quali sarà chiamato il Napoli domenica in casa del Como: un match che potrebbe riservare molte più trappole di quanto non possa sembrare di primo acchito. "Loro sono una squadra forte, preparata e ben allenata. Cercheranno di fare la loro partita, senza aspettare bassi e proprio questo è il loro punto di forza. Allo stesso tempo, però, proprio per questa loro caratteristica potranno concederci degli spazi in più rispetto a quelle formazioni che preferiscono chiudersi in difesa". Non solo il Raspadori del campo, per la verità troppo spesso relegato in panchina: esiste anche un Jack privato, che ben pochi conoscono e che dimostra una maturità superiore ai suoi freschi 25 anni. "L'aspetto più importante della vita è che devono esserci sempre impegno e volontà in ciò che si crede e in ciò che si vuole costruire. Sicuramente non è facile, ma tutte le attività che faccio nella mia vita possono essere un valore aggiunto e un modo per tenere la mia mente attiva anche su altri aspetti oltre al calcio. Da quando è nata mia figlia, lo studio è un po' rallentato poiché è un nuovo passo che richiede tempo. Ma con la giusta determinazione si può portare avanti tutto". Non solo il dovere, anzi, i doveri: nella vita di Raspadori esiste anche lo svago, come la musica, argomento molto gettonato in questi giorni. "Non ho un genere che mi piace in particolare. Il Festival di Sanremo quest'anno è stato bello. La vittoria di Olly è stata meritata: mi piace molto la sua canzone, ma mio padre mi ha trasmesso la passione per Giorgia, che è bravissima". Insomma, in casa Raspadori i gusti musicali sono vari ma tutti a loro modo attuali. Poi esistono quelli legati al calcio che toccano da vicino Jack, fin dai suoi esordi paragonato a diversi attaccanti dotati di caratteristiche fisiche e tecniche simili e, forse, anche per una carriera sottovalutata rispetto a quelli che erano i meriti reali: un paio, guarda caso, sono proprio gli idoli del classe 2000, innamorato anche della città che da quasi 3 anni l'ha adottato calcisticamente parlando (e non solo). "Qui ci sono tanti posti che mi piacciono, ma la mia zona preferita è quella in cui vivo, a Posillipo. Lì di solito trascorro il tempo in tranquillità con la mia famiglia e in particolare con mia figlia. Quanto ai miei idoli, direi il Kun Aguero e Totò Di Natale: al primo mi ispiro a livello globale, mentre il secondo direi che è un modello nazionale".

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