Napoli, i 25 anni di Raspadori: l'eterna riserva a caccia di spazio
Compleanno importante tra gli azzurri, che nelle prossime gare potrebbero avere molto bisogno del numero 81: per lui all'orizzonte tanti minuti in coppia con Lukaku per riconfermarsi dopo il gol dell'Olimpico

Giacomo Raspadori
Napoli, 18 febbraio 2025 - E sono 25: nel giorno del suo compleanno, e per giunta di quello che gli fa spegnere le sue prime 25 candeline, una meta anche simbolica, Giacomo Raspadori si riscopre per l'ennesima volta un tassello importante del Napoli, che a sua volta deve ancora bussare alla stessa porta quando ci sono problemi da risolvere.
Di solito, la mansione di 'risolutore' all'ex Sassuolo tocca a partita in corso, quando magari c'è da sbloccare una situazione complicata con poco tempo a disposizione. Praticamente un lavoro da specialisti che quasi rievoca le vecchie staffette del calcio di una volta. Invece il neo 25enne Raspadori appartiene al calcio di oggi, quello che prima crea predestinati, o presunti tali, e poi prova a distruggerli sotto i colpi di sedicenti speranze disattese specialmente nel sempre complicato confronto a distanza con giocatori stranieri ai quali vengono concessi più alibi grazie al gap della lingua e magari a un difficile ambientamento.
Neanche il nativo di Bentivoglio ha fatto eccezione a questo trend, percorrendo a fasi alterne l'intera parabola che, nei suoi picchi, oscilla dall'osanna del nuovo fenomeno alla demolizione del successivo flop: con l'aggiunta della variante del talismano prima della Nazionale in occasione della vittoria di Euro 2020 e poi proprio del Napoli, nel 2023 tornato a festeggiare lo scudetto dopo 33 anni di attesa.
Tutte etichette pesanti che a Raspadori cominciano ad andare strette e non solo perché la soglia toccata oggi dei 25 anni compiuti impone delle riflessioni nei confronti di un calciatore che dovrebbe essere nel pieno della carriera e che invece, nonostante tutte le credenziali guadagnate nel tempo, si ritrova sempre a dover sgomitare a caccia di spazio e di minuti. O a doversi insinuare in periodi di emergenza, come quello che sta attraversando ora il Napoli: con tanto di cambio provvisorio di modulo.
I numeri di Raspadori al Napoli
La prevedibile conferma del 3-5-2 anche a Como dà di fatto un'altra chance dal primo minuto a Raspadori prima che ulteriori valutazioni verranno fatte nella marcia di avvicinamento dello scontro diretto contro l'Inter, quello che potrebbe assegnare una bella fetta di scudetto. Molto, è indubbio, dipenderà anche dai verdetti che strada facendo saranno emessi dall'infermeria, ma l'impressione è che Antonio Conte potrebbe decidere di aspettare direttamente il ritorno di David Neres prima di rispolverare il 4-3-3, considerando che anche l'alternativa (adattata) chiamata Leonardo Spinazzola è a sua volta attualmente ai box e comunque potrebbe non garantire i 90' pieni. Dunque, in caso di permanenza del 3-5-2, tutto spinge per la contemporanea conferma di Raspadori, che dunque trova (almeno) un'altra chance da titolare nel pacco del regalo di compleanno.
Forse ancora poco per un giocatore che appena pochi mesi fa, dal ritiro della Nazionale, aveva recriminato forse per la prima volta sul suo ruolo piuttosto marginale in azzurro, nonostante tante proverbiali castagne tolte dal fuoco. Parola ai numeri. Se in stagione, il fatturato raccolto parla di 2 reti (tra cui quella recentssima siglata in casa della Lazio) e 1 assist confezionati nei 628' disputati in campo, a loro volta spalmati in 17 presenze, l'avventura globale di Raspadori al Napoli, cominciata nell'agosto 2022, conta 14 gol e 9 assist in 97 gettoni. Pensando a ciò che si diceva del Raspadori degli anni d'oro di Sassuolo, con 18 reti e 9 assist in 82 presenze, la prima impressione, quella più superficiale, è che qualche promessa sia stata disattesa.
Uno sguardo più attento, però, nota subito gli oltre 1000' in più trascorsi in campo in maglia neroverde dal classe 2000, che invece in azzurro si è spesso dovuto accontentare delle briciole, dovendo fare i conti con una gamma di attaccanti di tutto rispetto che neanche la sua proverbiale versalità sul rettangolo verde è stata capace di contrastare. Si parla di reparto avanzato, ma proprio nella stagione dello scudetto Luciano Spalletti aveva provato a trasformare l'ex Sassuolo anche in una mezzala per valorizzare il ragazzo ma anche per consentire al suo Napoli, all'epoca con il vento totalmente in poppa, di sfruttare al meglio una risorsa preziosa, nonché il classico elemento di cui ogni allenatore vuole disporre.
Anche lo stesso Conte, che a suo modo, a dispetto di un impiego in campo non sempre sostanzioso, ci ha tenuto a più riprese a ribadire la sua incedibilità di Raspadori in sede di mercato nonostante le voci che a gennaio lo vedevano quasi come una pedina di scambio da utilizzare all'occorrenza.
La sintonia con Lukaku
Il momento della necessità è arrivato e il numero 81, in quell'Olimpico quest'anno stregato, ha subito risposto presente capitalizzando al meglio una delle poche chance confezionate dal Napoli nell'intero arco della partita a dispetto della nomea di non essere un attaccante freddo e dotato del cosiddetto killer instict. Certo, probabilmente per caratteristiche tecniche Jack non sarà mai un bomber da venti gol a stagione, ma lo stesso in fondo si potrebbe dire di Romelu Lukaku, sempre più un regista offensivo grazie a sponde e assist che una prima punta canonica.
Eppure, il primo feedback di questa nuova 'strana coppia' è più che positivo, con entrambi che ne sono usciti valorizzati: il belga ricama e l'italiano capitalizza. E neanche coloro che, nell'economica del redivivo 3-5-2, temevano per le sorti di Matteo Politano, un elemento determinante ma senza troppo sottovalutato dai più, hanno di che preoccuparsi: l'esterno di scuola Roma proprio contro la Lazio ha dimostrato di sapersi disimpegnare bene anche come quinto con licenza di attaccare più del dovuto. Dunque, nonostante l'emergenza, con il 'nuovo' modulo la coperta è tutt'altro che corta e, finalmente, per Raspadori si prospetta un po' più di continuità in campo, senza l'urgenza di andare a caccia del coniglio da estrarre dal cilindro nel solito spezzone finale di gara. Praticamente un regalo di compleanno scartato con qualche giorno di anticipo.
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