Ciclocross, l'annuncio di Pidcock: "Quest'anno non ci sarò"
Dopo le presenze confermate di Van Aert e Van Der Poel, arriva la rinuncia del britannico: "Ho cambiato squadra e preferisco prendermi del tempo per ambientarmi nella nuova realtà"

Tom Pidcock (Ansa)
Roma, 17 dicembre 2024 - Il ciclocross e i nomi blasonati che arrivano in prestito dalla strada: un connubio destinato a non mettere tutti d'accordo. Gli atleti, specialmente gli specialisti del fango, non amano le 'intromissioni' dei big del ciclismo che tolgono loro riflettori e attenzione, mentre l'Uci spinge ovviamente per quel triello che negli anni recenti ha avvicinato alla disciplina invernale anche chi non è esattamente un appassionato: triello che quest'anno non ci sarà, come confermato da Tom Pidcock.
L'annuncio di Pidcock
Se Wout Van Aert e Mathieu Van Der Poel si sfideranno in 4 occasioni, il britannico ha invece deciso di accantonare per questo inverno la disciplina più amata con l'obiettivo preannunciato nei mesi scorsi di concentrarsi sulla strada per riscattare un'annata, la scorsa, piuttosto deludente. "Domenica ho visto la mia prima gara di ciclocross di questa stagione e questo mi ha ricordato che dovrei dire ufficialmente che quest'anno non ci sarò": queste le parole di Pidcock affidate ai propri canali social. Probabilmente c'entra molto anche il recente ingaggio al Q36.5 Pro Cycling Team, squadra che a quanto pare sta pensando anche allo svincolato Elia Viviani, a sua volta in uscita dalla Ineos Grenadiers, per rinforzare ulteriormente il comparto dei corridori per le corse di un giorno: a confermare questa teoria è lo stesso Pidcock nel prosieguo del suo post. "Affronterò molti cambiamenti e voglio avere il tempo di ambientarmi e adattarmi a essi, anche per conoscere meglio i miei nuovi compagni di squadra. Ma l'anno prossimo tornerò sicuramente al ciclocross".
Riis su Pogacar
Intanto Bjarne Riis, personaggio molto discusso (e discutibile) del recente passato del mondo del ciclismo, parla di Tadej Pogacar e lo fa spiazzando come suo solito. "Tutti si lamentano, invece di pensare in modo più strategico, un elemento che penso stia mancando nel ciclismo recente. Molti si rammaricano di chi va troppo forte invece di fare qualcosa di concreto per andare a loro volta più forti". Detta così, da parte di un reo confesso sul doping in particolare con riguardo alla vittoria del Tour de France 1996, ci sarebbe quasi da aver paura, ma ai microfoni di Cafè Eddy il danese prova subito a spiegarsi meglio. "Non è vietato essere intelligente e creativi: se di fronte hai qualcuno più forte di te, l'unico modo per batterlo è usare la testa". Riis parla poi di se stesso e del capitolo chiuso legato a una vita trascorsa in ammiraglia, con l'ultima avventura che quindi resterà quella alla Tinkoff. "Ho provato questa cosa e non vedo alcun motivo per rifarlo oggi. Ho incontrato troppe resistenze nel mio cammino sul mio modo di fare e non voglio più cedere a compromessi. Ho un pensiero chiaro su come dovrebbe essere il ciclismo e su come allenare le squadre professioniste, e in generale posso dire di essermi stancato di provare a impormi".
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