Ciclismo, Girmay: "La mia vita è cambiata dopo le vittorie al Tour de France"
L'eritreo, 3 successi nella scorsa Grande Boucle e la maglia verde in carniere, si racconta a Marca: "Non so se sono un modello per il mio Paese. Mi piace essere d'ispirazione, ma a volte vorrei avere più tempo per riposare"
Roma, 8 novembre 2024 - Quando si pensa a un ciclismo moderno che ha allargato di molto i suoi confini il primo riferimento va a Tadej Pogacar, emblema di una Slovenia diventata in pochi anni una superpotenza di questo sport. In seconda battuta c'è però Biniam Girmay, simbolo di un movimento che addirittura esce dai confini consueti dei soliti continenti per aprirsi all'Africa e di certo non solo per recitare un ruolo da comprimario: basti pensare che con il successo della Gand-Wevelgem 2022, l'eritreo è diventato il primo corridore africano a conquistare una Classica del calendario World Tour.
"La mia vita è cambiata dopo le vittorie al Tour de France"
La crescita del classe 2000 in realtà, al netto di diverse cadute e di altrettanta sfortuna (memorabile, in negativo, il tappo nell'occhio durante i festeggiamenti per la vittoria della tappa 10 del Giro d'Italia 2022 che gli costò il ritiro e anche il successivo Tour de France 2022) non si è fermata e la maglia verde conquistata quest'anno alla Grande Boucle è una chiara testimonianza. "Le tre vittorie ottenute al Tour de France sono state qualcosa di impensabile, ma non le definirei i migliori momenti della mia vita, riferibili invece alla nascita di mia figlia. Parlando di sport però è stato bellissimo. Non so se sono un simbolo per l'Eritrea o per i giovani ma - continua Girmay ai microfoni di Marca - mi rendo conto quanto sia importante essere di ispirazione per le persone". Persone da quantificare in un numero sempre più copioso. "Sono contento dell'appoggio che ho ma, dall'altro lato, non mi piace stare con tantissima gente, perché il ciclismo richiede riposo e allenamenti. Provo a continuare la mia vita, ma le vittorie al Tour de France chiaramente te la stravolgono". Chissà che non possa essere proprio l'eritreo l'erede di Mark Cavendish. "Arrivare al suo record è praticamente impossibile, ma mi piacerebbe vincere altre tappe al Giro d'Italia e al Tour de France". Infine, un commento sul razzismo e sulla sua eventuale presenza nel ciclismo. "Durante tutta la mia carriera, sono sempre stato trattato molto bene in tutti i posti in cui sono stato. Il ciclismo per fortuna è diverso da altri sport: in Spagna o in Giappone, per esempio, tutti tifavano per me ed è stato bello percepire questa atmosfera positiva".
Il bilancio di Lefevere
Intanto Patrick Lefevere, patron della Soudal Quick-Step, ha tracciato un bilancio del 2024 della sua formazione, terza dietro solo alle irrangiungibili UAE Team Emirates e Visma-Lease a Bike nella particolare classifica a punti stilata dall'Uci. "A livello di squadre, siamo stata la terza al mondo e ne siamo orgogliosi. Negli anni abbiamo sempre provato a creare una rosa che potesse competere per tutto l'arco della stagione e abbiamo dimostrato di poter ottenere questo obiettivo per più annate. Per questo motivo, faccio i miei complimenti a tutti".Leggi anche - Atp Finals 2024, Sinner contro De Minaur: la guida
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