Giro d'Italia 2025, anche Vingegaard al via? La Visma-Lease a Bike smentisce
Kleikers, il capo della comunicazione della squadra olandese, che intanto saluta Gesink, rimanda al mittente l'indiscrezione di Het Nieuwsblad: "Non so da dove sia uscita: è troppo presto per programmare il futuro"
Roma, 10 settembre 2024 - Neanche il tempo di mandare in archivio il 2024 dei Grandi Giri che i pensieri per l'anno prossimo già si infiammano. Il primo è un'indiscrezione lanciata da Het Nieuwsblad: Jonas Vingegaard vorrebbe partecipare al Giro d'Italia 2025.
I dettagli e la smentita
Neanche il tempo di fantasticare sulla possibile sfida, finalmente non solo al Tour de France, con Tadej Pogacar, che a sua volta non ha chiuso la porta alla prossima Corsa Rosa, che dalla Visma-Lease a Bike arriva la smentita: a fornirla è Sander Kleikers, il capo della comunicazione della squadra olandese, intercettato dai microfoni di Ekstra Bladet. "Non so davvero da dove esca questa voce: di sicuro non dal nostro team. Non abbiamo ancora iniziato a fare alcuna valutazione per la prossima stagione, quindi tutto ciò è molto sorprendente". Dunque, almeno per ora si spegne l'entusiasmo scoppiato dopo l'indiscrezione lanciata dal quotidiano belga di lingua olandese, da sempre molto attento alle vicende del ciclismo, tra l'altro proprio mentre intanto l'acerrimo rivale Pogacar apre alla possibilità di esserci alla Parigi-Roubaix 2025 nonostante sulla carta non sia la corsa più adatta al proprio fisico. Chissà che la voglia di superarsi e di continuare a crescere dello sloveno non stimoli davvero l'appetito del danese, che finora ha imperniato gran parte della sua carriera sul 'solo' Tour de France.
Gesink si ritira
Quel che è certo in casa Visma-Lease a Bike, dove per espressa dichiarazione dei piani alti i programmi per il futuro sono ancora nebulosi, è che dal 2025 mancherà l'apporto di Robert Gensink, uno dei migliori gregari su piazza che ha chiuso la sua carriera alla Vuelta 2024. "Mi sono divertito tantissimo in Spagna e ho reso anche molto bene, come mi hanno fatto vedere i miei allenatori tramite i dati. Come squadra siamo andati bene: abbiamo indossato la maglia rossa e poi quella verde con Wout Van Aert, che ha anche vinto 3 tappe, e io mi sono goduto tutto, essendo alla fine del mio percorso da professionista". Percorso partito con ben altre aspettative, come si evince da alcuni piazzamenti importanti di inizio carriera: su tutti il quinto posto al Tour de France 2010, il sesto nell'edizione del 2015 e le medesime posizioni raccolte alla Vuelta nel 2009 e nel 2012. Un'era geologica fa per Gesink e per l'intero ciclismo, un mondo dal quale a breve si congederà, almeno come professionista. "Sento che è il momento giusto per smettere perché in alcuni frangenti ho capito di aver superato il limite. Nella prima parte della mia carriera inseguivo i risultati, ma con il passare degli anni sono diventato un uomo squadra e questa trasformazione - conclude il classe '86 - mi rende fiero di me stesso e di quello che ho fatto e ottenuto, che non cambierei per nulla al mondo con altri traguardi".
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