Giro d'Italia, record negativo: 67 tappe senza un italiano in maglia rosa

Superato il precedente primato negativo scritto a cavallo tra il 1972 e il 1975: l'ultimo leader della classifica generale è stato De Marchi nel 2021

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
13 maggio 2024
Alessandro De Marchi in rosa nel 2021, l'ultimo italiano leader della classifica (Ansa)

Alessandro De Marchi in rosa nel 2021, l'ultimo italiano leader della classifica (Ansa)

Roma, 13 maggio 2024 - La prima settimana del Giro d'Italia 2024, che ripartirà martedì 14 maggio dalla tappa 10, la Pompei-Cusano Mutri (Bocca della Selva), si è archiviata con il prevedibile monologo quasi totale di Tadej Pogacar, in maglia rosa dalla seconda tappa e, chissà, forse con il cruccio di aver mancato il record di indossare il simbolo del primato dall'inizio alla fine a causa del guizzo inatteso di Jhonatan Narvaez a Torino. Parlando di record, è ben meno lusinghiero quello che vede coinvolti gli italiani, a secco in rosa addirittura da 67 tappe.

I dettagli

L'ultimo corridore nostrano a indossare il simbolo del primato fu Alessandro De Marchi il 12 e il 13 maggio 2021. Dunque, esattamente 3 anni fa, per un lasso temporale nel quale il ciclismo italiano ha vissuto tempi piuttosto di magra, culminati nell'addio al professionismo di Vincenzo Nibali: da allora pochi, pochissimi risultati, a maggior ragione nelle corse a tappe, il vero cruccio di un intero movimento. Oggi qualcosa si muove nel segno di diversi virgulti di buone speranze, guidati da un Antonio Tiberi a caccia del podio già in questa edizione, che sta rilanciando anche le quotazioni di Lorenzo Fortunato, finora una sorta di meteora dopo l'acuto sullo Zoncolan, curiosamente datato a sua volta 2021. Eppure, neanche questa ritrovata linfa è stata sufficiente a scongiurare la firma sul record più temuto e che aleggiava tristemente da tempo. Va così in cantina il triste primato precedente, quello messo a referto a cavallo tra il 1972 e il 1975: 66 tappe senza italiani in maglia rosa prima che Giovanni Battaglin interrompesse il digiuno a Prati di Tivo nel Giro vinto da Fausto Bertoglio. Tanta Italia che oggi, per rompere l'incantesimo, dovrebbe fare i conti con il mostro Pogacar, che a meno di colpi di scena e problemi vari dà l'idea di aver già messo un'ipoteca sulla maglia rosa di Roma, dando quindi l'appuntamento ai corridori nostrani addirittura all'edizione 2025.

Caos sicurezza

 Come accennato, nel ciclismo i colpi di scena e i problemi sono dietro l'angolo, e non sempre soltanto in senso metaforico: lo sa bene Alexander Krieger, che ha trascorso il giorno di riposo in ospedale a causa delle fratture multiple rimediate in una rovinosa caduta occorsa nella tappa di Napoli. Lo sa, per fortuna senza conseguenze, anche Geraint Thomas, a sua volta finito sull'asfalto nel capoluogo campano e non senza sollevare la polemica che un anno fa, sempre a queste latitudini, fu perorata da Patrick Lefevere, il gran capo della Soudal Quick-Step, che quest'anno al Giro d'Italia, stranamente, non è ancora entrato a gamba tesa su nessun tema: al centro del malcontento le tante buche, i tombini troppo profondi, la conformazione delle strade, con rotonde e cartelli stradali non segnalati ma anche, sempre a detta del gallese della Ineos Grenadiers, uno abituato a non mandarle a dire, la condotta di gara troppo aggressiva di determinati corridori, troppo spericolati nei loro attacchi.

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