Mondiali di ciclismo su pista 2024, il ct Villa: "Bilancio soddisfacente"

Ai microfoni di Radio Anch'io Sport il capo della delegazione azzurra a Ballerup sorride nonostante l'assenza di Ganna e qualche gara negativa: "Peccato per il quartetto. E Pippo tornerà, nonostante la priorità alla strada"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
21 ottobre 2024
Marco Villa e Filippo Ganna (Ansa)

Marco Villa e Filippo Ganna (Ansa)

Roma, 21 ottobre 2024 - Non solo la stagione su strada, ufficialmente terminata ieri: domenica 20 ottobre è calato il sipario anche sui Mondiali di ciclismo su pista 2024, cominciati mercoledì 16 ottobre e andati in scena nella cornice della Ballerup Super Arena di Ballerup, in Danimarca. Come da pronostico, il medagliere ha visto il trionfo dell'Olanda su Gran Bretagna e appunto Danimarca: per l'Italia è maturato un settimo posto, frutto di 4 medaglie complessive (1 oro, 2 argenti e 1 bronzo).  

Le dichiarazioni di Villa

  L'acuto più brillante, manco a dirlo, è stato il successo di Jonathan Milan nell'inseguimento individuale: con tanto di record del mondo (3'59"153) strappato a Josh Charlton (3'59"304), il battuto che curiosamente la stessa mattina lo aveva scippato a Filippo Ganna (3'59"636), il grande assente di Ballerup e forse anche del futuro della pista azzurra. Del forfait della punta di diamante del movimento negli ultimi anni e di un bilancio tutto sommato non troppo deludente ha parlato il ct Marco Villa ai microfoni di Radio Anch'io Sport. "Dopo le Olimpiadi parte un nuovo quadriennio e, almeno nel primo biennio, quando non ci sono ancora le qualificazioni in ballo, è giusto che chi lo vuole si dedichi di più alla strada: è quello che farà giustamente Ganna, che comunque a volte viene in pista per allenarsi". Insomma, per il detentore del record dell'ora la porta all'ovale non è chiusa, ma l'impressione che in casa Italia urga un ricambio generazionale è forte nonostante l'eccellente argento dell'esperto Elia Viviani nell'eliminazione. "Ci ha provato fino all'ultimo giro, tentennando un po' nell'ultima tornata. Forse, alla luce della prova disputata, poteva ambire a qualcosa di più, ma sono comunque soddisfatto innanzitutto della sua professionalità: a 35 anni l'ho visto preparare le Olimpiadi e poi i Mondiali con l'entusiasmo di un giovane, e non era scontato". A dispetto di un medagliere scarno e di qualche delusione evidente, Villa non fa drammi del bottino di Ballerup, a maggior ragione guardando il momento del ciclismo italiano. "Dispiace per la caduta del quartetto, che poteva andare a medaglia, ma abbiamo fatto un bel Mondiale: sono contento anche dei quarti posti. Questo perché mi piace guardare il bicchiere mezzo pieno. Ora il ciclismo - continua il ct - è più complicato perché si è aperto a più nazioni, mentre prima c'era un'egemonia di un'élite ristretta. Passando alla strada, è vero che non vinciamo i Mondiali da tempo, ma con fuoriclasse come Tadej Pogacar e Remco Evenepoel davanti è tutto più complicato: anche per questo motivo do molto valore al terzo posto di Giulio Ciccone al Giro di Lombardia. Non è un momento facile per l'Italia, ma a modo nostro ci siamo comunque".

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