Mondiali di ciclocross, Van Aert: "Il favorito è Van Der Poel"

Il belga non nasconde i propri pensieri alla vigilia dell'appuntamento di Liévin: "Ho sempre voluto esserci, ma temevo di non avere la condizione giusta per farlo. Invece sono stupito da me stesso"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
1 febbraio 2025
Wout Van Aert (Ansa)

Wout Van Aert (Ansa)

Roma, 1 febbraio 2025 - A parole, almeno in pubblico, Mathieu Van Der Poel si era detto felicemente sorpreso della presenza ai Mondiali di ciclocross dell'acerrimo rivale: chissà in realtà quali siano i veri sentimenti dell'olandese, che a Liévin domani dovrà vedersela anche con Wout Van Aert per andare a caccia dell'ennesimo titolo iridato

Le dichiarazioni di Van Aert

 Proprio il belga, in conferenza stampa, ha provato a spiegare innanzitutto le motivazioni di questo brusco cambio di programma dopo aver trascorso tanti mesi a rispedire al mittente l'invito per vivere il duello più atteso. "In realtà quest'anno ho sempre voluto partecipare ai Mondiali, ma onestamente prima dell'inverno non mi sarei aspettato di sentirmi così bene. Il desiderio c'è sempre stato: quando poi è arrivata l'occasione l'ho colta. Dopo il periodo natalizio ho corso a Benidorm e a Maasmechelen e le cose sono andate bene e quindi ho deciso di partecipare". Dopo le note liete arriva la consapevolezza di un dato di fatto su quali siano le gerarchie al via di Liévin. "Il favorito però resta Van Der Poel. Sarà difficile da battere, ma noi faremo di tutto per rendergi la gara più complicata possibile: non vedo l'ora di correre". Eppure, i due rivali di sempre sono accomunati da diverse noie fisiche che stanno fortemente rallentando la lunga marcia di avvicinamento all'appuntamento in programma domenica 2 febbraio: l'olandese se la sta vedendo con i postumi della frattura alla costola rimediata a Loenhout, gara tra l'altro curiosamente vinta, e il belga con le conseguenze delle tante cadute occorse nel 2024. "Non so quale sia il mio livello e non lo sa neanche il mio allenatore. Di certo, se i Mondiali fossero stati il mio obiettivo designato a inizio stagione ci sarei arrivata in condizioni migliori. Quest'anno per me quello che conta di più sono le Classiche di primavera. Il sogno però è riuscire a giocarsela con Mathieu, magari in volata, come nessuno è riuscito finora quest'anno. Arrivare allo sprint per me significherebbe aver retto per un'ora il suo passo. Non è facile: per esempio, a Maasmechelen mi sentivo bene e comunque sono arrivato parecchio tempo dopo di lui". La memoria storica di Van Aert va ancora più indietro: per la precisione ai Mondiali 2020. "Questa gara mi ricorda un po' quella in Svizzera, quando ero al rientro da un infortunio. Non c'era alcuna pressione ed ero felice anche solo di essere al via. Questa sensazione è molto diversa rispetto a quando parti e conta solo vincere. Oggi non è più così e questo mi permette di presentarmi al via in maniera più rilassata e spensierata".

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