Parigi-Roubaix 2024, la nuova chicane divide: i pareri di Van Der Poel e Declercq
Il fuoriclasse olandese boccia la novità, sostenuta dall'esperto belga con il fine di ridurre la velocità prima della Foresta di Arenberg
Roma, 4 aprile 2024 – I paragoni tra il frenetico e veloce ciclismo attuale e la Moto GP sono sempre più frequenti. L'ultimo punto in comune l'ha segnata la novità introdotta, con il fine di aumentare la sicurezza, nel percorso della Parigi-Roubaix 2024, in programma domenica 7 aprile: una chicane prima della Foresta di Arenberg, il settore più complicato e temuto, che sta già dividendo appassionati e pure addetti ai lavori.
Van Der Poel vs Declercq
La mozione, approvata da ASO, che organizza l'Inferno del Nord, è stata voluta dal sindacato del ciclisti con l'obiettivo di entrare a una velocità ridotta, circa 30 km/h anziché 60 km/h nel tratto in pavé, lungo 2,3 km, più famoso e suggestivo della corsa e forse di tutte le Classiche. In realtà, a detta di diverse voci autorevoli, proprio questo brusco rallentamento potrebbe paradossalmente causare più cadute: non secondo Thierry Gouvenou, ex corridore e oggi direttore della Parigi-Roubaix, che nelle tante spiegazioni fornite sulla novità più discussa delle ultime ore ha rimarcato proprio la preferenza dei ciclisti verso la decelerazione nei confronti dell'ingresso nella foresta a velocità folli. Naturalmente, come un po' da previsioni, la variazione al percorso non ha incontrato il favore di Mathieu Van Der Poel, il campione in carica, nonché favorito numero uno, che non ha nascosto il proprio dissenso. "Ma è uno scherzo?", il laconico commento a mezzo social dell'olandese, che si iscrive quindi al partito di coloro che temono che la chicane della discordia, come ormai è stata battezzata ancor prima di entrare in vigore, possa aumentare il rischio di cadute e infortuni, già arrivate copiose in questa prima parte di stagione. A voler essere maliziosi, si potrebbe anche pensare che Van Der Poel, campione del mondo di ciclocross prima che su strada, non sia entusiasta della variante perché potrebbe remare dalla parte dei suoi rivali, sicuramente meno abili a guidare il mezzo dell'unico corridore non impantanatosi nel fango sul Koppenberg nel Giro delle Fiandre 2024. Poi c'è la voce degli esperti del gruppo, affidata a Tim Declercq, uno dei migliori gregari, che ha votato a favore della chicane. "Sono stato tra coloro che hanno proposto questa modifica ad ASO. Negli ultimi anni la Foresta di Arenberg è diventata sempre peggio e lo si è evinto dalle cose da pazzi che sono successe nel tempo: tante cadute sono avvenute in quel tratto e altrettante carriere si sono interrotte lì. Era necessario cambiare qualcosa". Il corridore della Lidl-Trek rincara la dose. "Tutti vogliono che il ciclismo diventi più sicuro, ma poi appena qualcuno prova a fare qualcosa di concreto c'è gente che parla solo degli eventuali svantaggi: è qualcosa di tipico di questo sport". In effetti, il belga non mente: basti pensare alla ritrosia degli stessi corridori al cospetto dell'introduzione dell'obbligatorietà del casco nell'ormai lontano 2003. Declercq articola la sua presa di posizione. "Non dico che non ci saranno cadute nella foresta, ma di sicuro le conseguenze saranno meno gravi".
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