Tour de France 2023 oggi: guida alla cronometro. A che ora partono Pogacar e Vingegaard

I due rivali, separati da appena 10'', sognano la spallata in classifica generale per rompere l'equilibrio

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
18 luglio 2023
Tour de France 2023, duello a cronometro tra Pogacar e Vingegaard

Tour de France 2023, duello a cronometro tra Pogacar e Vingegaard

Roma, 18 luglio 2023 – Quello che non hanno sancito le tante ascese affrontate finora tra Pirenei, Massiccio Centrale e Alpi, con gli arrivi in salita di fatto già terminati, dovrà probabilmente stabilirlo la cronometro fissata nella tappa 16 del Tour de France 2023: 22,4 km da Passy a Combloux che potrebbero finalmente indirizzare la contesa serrata tra l'attuale maglia gialla Jonas Vingegaard e il suo diretto inseguitore in classifica generale Tadej Pogacar.

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Orario e dove vedere la cronometro in tv

 Il primo corridore, di fatto l'ultimo in graduatoria, inizierà la sua prova alle 13.05: per la cronaca, si tratta di Michael Morkov. La diretta integrale della tappa è affidata a Eurosport 1, canale 210 di Sky: disponibile anche lo streaming sui dispositivi Discovery+ e DAZN. A partire dalle 14.45 la tappa sarà inoltre trasmessa da Rai Due: disponibile anche lo streaming sulla piattaforma RaiPlay.

Orario di partenza dei primi 10

 10) Guillaume Martin (COF) 16.42 9) David Gaudu (GFC) 16.44 8) Simon Yates (JAY) 16.46 7) Pello Bilbao (TBV) 16.48 6) Sepp Kuss (TJV) 16.50 5) Jai Hindley (BOH) 16.52 4) Adam Yates (UAD) 16.54 3) Carlos Rodriguez (IGD) 16.56 2) Tadej Pogacar (UAD) 16.58 1) Jonas Vingegaard (TJV) 17.00

I favoriti

 Di norma quando si parla di cronometro si tirano in ballo gli specialisti puri: le locomotive umane come Stefan Kung, Rémi Cavagna e Jonathan Castroviejo, tanto per citare alcuni tra i migliori intepreti della disciplina ancora presenti in gruppo. Eppure, con un GPM di seconda categoria e, in generale, una parte finale di tracciato in costante ascesa, la situazione si presenta ben più complessa. Da qui l'esigenza di tirare in ballo corridori veloci ma anche forti in salita. Inevitabile pensare ai due eterni rivali, con Pogacar che appare leggermente favorito rispetto a Vingegaard alla luce della condizione migliore palesata quando la strada sale: in particolare in occasione di strappi brevi ma duri. Per entrambi però, così come ovviamente anche per gli altri corridori in gara, l'incognita più grande si chiama giorno di riposo: una variabile che spesso può cambiare le carte in tavola. Già, gli altri: i due marziani stanno catalizzando l'attenzione generale, ma in particolare nelle ultime tappe delle loro operazioni di studio hanno beneficiato diversi 'umani', come Carlos Rodriguez e Wout Poels. Chissà che la giornata non si preannunci propizia per quei gregari, più o meno di lusso, che per una volta potranno andare a caccia della gloria personale: il pensiero va innanzitutto a Wout Van Aert e Adam Yates, con quest'ultimo che è comunque in lotta per cercare di salire sul podio di Parigi. Leggermente più defilata, sia in classifica generale sia nel borsino della cronometro, la candidatura dell'altro Yates, Simon, che potrebbe avere una motivazione extra: vincere una frazione per eguagliare quanto fatto all'alba del Tour dal gemello, che in quell'occasione lo sconfisse al traguardo andando a prendersi anche la prima maglia gialla. Poi c'è chi come Mattias Skjelmose sogna di apporre il primo sigillo di peso in carriera: specialmente dopo una prima parte di Grande Boucle molto deludente, con la sfida in casa Lidl-Trek che finora pende nettamente dalla parte della nuova maglia a pois Giulio Ciccone. Il Tour di Jai Hindley, con tanto di tappa vinta, era cominciato nel migliore dei modi prima della recente flessione che è costata il terzo gradino del podio: l'australiano potrebbe sfruttare il terreno amico della prova contro il tempo per provare a recuperare qualche posizione in classifica generale. Non hanno invece queste velleità Yves Lampaert e Victor Campenaerts, che potrebbero guadagnare tanto nella prima parte salvo poi perdere quota quando la strada si impennerà.  

Il percorso

 Saranno 3 gli intermedi che forniranno ad appassionati e addetti ai lavori un primo riscontro su quella che a detta di molti sarà la tappa della verità. Il primo è fissato a Passy Chef-Lieu, dopo un tratto in leggera discesa che seguirà la Cote de la Cascade de Coeur, non segnalata come GPM. La strada continua a scendere verso Sallanches prima di inerpicarsi verso Domancy, dove è fissato il secondo rilevamento. Il terzo, quello decisivo, è piazzato in cima alla Cote de Domancy, l'unico GPM di giornata, tra l'altro di seconda categoria: 2,5 km con una pendenza media del 9,4% e massima dell'11% che verosimilmente decideranno l'intera cronometro. In realtà dopo lo scollinamento la strada continuerà a salire di fatto fino al traguardo di Combloux, dove sarà più chiaro chi potrà indossare la maglia gialla a Parigi.  

La sfida tra Vingegaard e Pogacar: il distacco in classifica generale

 Al momento a separare i primi due della graduatoria sono appena 10'': è questo il bottino che Vingegaard dovrà gestire per difendere la sua maglia gialla. Gestione e difesa: due tra le migliori prerogative del danese, non a caso soprannominato 'Vingeglue' per la capacità di incollarsi alla ruota di Pogacar. Guai però a ridurre il primato del corridore della Jumbo-Visma a una mera operazione di controllo: impossibile dimenticare il ritardo inflitto a Pogacar (1'04'') nella tappa 5. Lo sloveno, che all'alba del Tour aveva messo in carniere 11'', si sarebbe poi riscattato il giorno seguente erodendo 28'' al rivale, che avrebbe poi lasciato per strada nelle frazioni successive altri 16''. Poi la parziale svolta arriva nella tappa 14, con Vingegaard che accresce di 1'' il suo vantaggio, rimasto invariato nell'ultimo giorno di gara prima della pausa che, come sempre, può stravolgere qualsiasi gerarchia.

I precedenti

La rivalità tra Vingegaard e Pogacar è recente ma già ben strutturata: in salita e anche nelle prove contro il tempo. Lo scorso Tour, quello in cui avrebbe trionfato proprio il danese, si aprì con una cronometro lunga 13,2 km: la cornice era Copenaghen e in quell'occasione Lampaert sorprese tutti i principali favoriti. Tra essi proprio Pogacar e Vingegaard, a fine giornata separati in classifica generale da 8''. L'altra cronometro, quella lunga ben 40,7 km in programma nella tappa 20 e quindi di fatto decisiva per plasmare la graduatoria finale, premia invece Van Aert e, nel duello a distanza, Vingegaard, ormai già da tempo maglia gialla: quel giorno il danese incrementa di 8'' un bottino già sostanzioso, quantificabile al termine della frazione in 3'34''. Praticamente un'ipoteca prima della passerella di Parigi, dove curiosamente Vingegaard si concede anche il lusso di lasciare sull'asfalto parte del bottino accumulato, chiudendo con un vantaggio di 2'43''.

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