Tour de France 2025, Evenepoel: "Punto a indossare la maglia gialla la prima settimana"

Il belga, intercettato da L'Equipe, commenta il percorso della prossima Grande Boucle, presentato oggi. "Si parte da vicino casa mia e prima dell'arrivo si dovranno scalare salite iconiche"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
29 ottobre 2024
Remco Evenepoel (Ansa)

Remco Evenepoel (Ansa)

Roma, 29 ottobre 2024 - Il Tour de France 2025, in programma dal 5 al 27 luglio 2025, ha visto la luce oggi e subito c'è chi tra i big più attesi ne studia il percorso provando a carpirne i segreti e i possibili punti di forza a livello personale: è il caso di Remco Evenepoel, intercettato dai microfoni de L'Equipe.

I dettagli

"E' un percorso molto particolare e molto bello, per di più con un Gran Départ da Lille, che è poco distante da casa mia. Poi c'è una cronometro prestissimo e questo mi potrebbe dare la possibilità di indossare la maglia gialla nella prima settimana". Guai però a ridurre tutte a questo obiettivo le velleità del belga che l'anno scorso, alla prima Grande Boucle affrontata in carriera, ha centrato il podio alle spalle dei fuoriclasse Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard: anche perché i chilometri di corsa contro il tempo, il terreno fertile del campione iridato e olimpico della specialità, rispetto al passato sono nettamente meno. "Indubbiamente indossare subito il simbolo del primato potrebbe contare poco nell'ottica della classifica generale finale, perché dopo ci saranno tante salite e numerose tappe insidiose da affrontare e da superare. Quelle di montagna saranno bellissime, perché ci saranno tanti passi iconici da scalare".

L'allarme di Madiot sul ciclismo e i suoi costi

In un giorno di festa per il ciclismo francese, con il Tour che, in controtendenza con le scorse edizioni, torna a svolgersi completamente su suolo transalpino, curiosamente senza neanche un metro di sconfinamento all'estero, a spegnere un po' l'entusiasmo arriva l'allarme lanciato da Marc Madiot, ex corridore nonché general manager della Groupama-FDJ, che tramite le pagine di Velo ha criticato gli altissimi costi che ha il ciclismo oggi soprattutto per chi vi si approccia per la prima volta, come potrebbe essere per un bambino alle primissime armi. "Parlando dei ragazzini, se oggi i genitori non hanno soldi è impossibile che essi siano abbiano la capacità di andare in bici. Questo è diventato uno sport per ricchi e io stesso, se fossi giovane oggi, probabilmente non avrei potuto correre perché comprare una bicicletta competitiva costa troppo". La 'consueta' ventata di pessimismo di Madiot, un dirigente abituato a non avere peli sulla lingua, avvolge poi il movimento francese, a detta sua (e non è la prima volta che questo concetto viene esposto) alle prese con una crisi che in ottica futura potrebbe assumere connotati importanti specialmente qualora il monopolio del potere restasse nelle mani dei soliti squadroni. "Sappiamo che le nostre formazioni non sono capaci di competere con corazzate come l'UAE Team Emirates, perché il nostro modello si basa unicamente sugli introiti derivanti dagli sponsor, a loro volta in netta diminuzione rispetto al passato".

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