Ciclismo, Trentin e Jakobsen sulla sicurezza: "Sì alla limitazione dei rapporti, ma... "

I due corridori esprimono perplessità sulla soluzione pensata da Van Aert: "Servono anche il dialogo con le istituzioni e modifiche ai tratti più pericolosi dei percorsi e dei finali"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
9 gennaio 2025
Matteo Trentin (Ansa)

Matteo Trentin (Ansa)

Roma, 9 gennaio 2025 – Il dibattito lo ha aperto Wout Van Aert e alimentato, sempre a mezzo stampa, Chris Froome: il tema è il ciclismo e la sua velocità forse troppo alta che negli ultimi anni ha causato un'impennata degli incidenti, e a dire la propria sono stati anche Matteo Trentin e Fabio Jakobsen.

Le dichiarazioni di Trentin e Jakobsen

Ai microfoni di CyclingNews, l'azzurro si è espresso sulla questione provando ad analizzare ogni aspetto. "La limitazione dei rapporti può essere una soluzione, ma solo insieme ad altri cambiamenti, con il fine di non dare più per scontate le cadute e provare a migliorare, come fatto da altri sport. Il ciclismo è cambiato e, con esse, sono cambiate le velocità, ma il problema principale non è questo. Anche il livello generale di intensità e combattività è aumentato e in alcuni momenti delle gare ci sono troppi corridori in ballo". Da qui anche il bisogno di un dialogo, come accaduto l'anno scorso prima della Parigi-Roubaix, con l'introduzione della (discussa) chicane prima della Foresta di Arenberg. "Se abbiamo usato sempre lo stesso approccio alle gare importanti, forse non è più sufficiente e bisogna fare qualcosa di più per migliorare la sicurezza e quanto fatto l'anno scorso in Francia è stata una dimostrazione". Si chiude con un appello anche piuttosto colorito all'Uci. "Noi corridori lavoriamo sodo (usa un'altra espressione, ndr) tutto l'anno e il minimo che possano fare è venirci incontro come ogni buon organo di governo: specialmente se la lamentela sulla sicurezza proviene da tutti". Sul tema, ai microfoni di Road Code, si esprime anche Jakobsen, uno che suo malgrado porta ancora i segni sulla pelle di una caduta terribile, quella al Giro di Polonia 2020 (e di tante altre). "Limitare i rapporti può essere un'idea, ma questa soluzione può essere aggirata nonostante qualche test. Penso che sia più importante prestare attenzione ai finali di gara e alle tipologie di percorsi. Inoltre, bisogna mettere regole più severe per gli arrivi in volata".

Le dichiarazioni di Martinez

Dalla Groupama-FDJ alla Bahrain Victorious per provare a confermare le aspettative che tutta la Francia ha sul suo conto: Lenny Martinez, intercettato dai microfoni di Eurosport, si avvia a vivere la stagione che potrebbe definitivamente consacrarlo nel ciclismo di oggi. "Il 2024 è stato un anno fantastico, anche se ho chiuso un po' in calando. Ma non mi aspettavo di partire così forte e nel 2025 voglio migliorare e crescere nelle corse a tappe di una settimana: poi, più avanti, penseremo ai Grandi Giri". Martinez parla anche del suo cambiamento di squadra. "Volevo un'esperienza nuova, all'estero e ho trovato questa opportunità con tanti corridori forti, insieme ai quali proveremo a far crescere l'intero collettivo". Il sogno futuro, manco a dirlo, è il Tour de France. "Se un giorno riuscissi a salire sul podio sarebbe il massimo, ma dobbiamo pensare a un passo. L'esperienza dell'anno scorso è stata buona, ma purtroppo non ci sono arrivato in buone condizioni fisiche. E' stata comunque una gara costruttiva per me".

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