Ciclismo, per Viviani ipotesi ritiro e ingresso in Federazione
Il veronese, dopo l'addio alla Ineos Grenadiers, è ancora svincolato: l'opzione di appendere la bici al chiodo esiste, così come quella di diventare addirittura ct
Roma, 28 gennaio 2025 – Il suo posto da velocista in casa Ineos Grenadiers nei giorni scorsi è andato a Caleb Ewan: Elia Viviani resta quindi ancora senza squadra, con l'ipotesi ritiro che comincia a prendere quota. E non solo.
I dettagli
L'eventuale decisione di appendere la bici al chiodo non sarebbe presa a cuor leggero da parte di chi in fondo ancora spera di correre il Giro d'Italia 2025, ancora lontano in calendario ma non così tanto da sperare in un colpo di scena: a maggior ragione alla luce del fatto che praticamente tutte le squadre, specialmente quelle di vertice certe di essere alla Corsa Rosa, hanno i roster ormai pieni. Viviani non è però un corridore né un ragazzo abituato a piangersi addosso o a restare con le mani in mano, e così già da diverse settimane, in parallelo alla sua preparazione su pista, il vecchio amore ora più che mai importante, sta portando avanti un processo che potrebbe portarlo presto a passare dall'altro lato, quello delle scrivanie e delle ammiraglie. La voce di poter affiancare Marco Villa, ct dell'Italia della pista, esiste già da tempo, ma oggi la situazione si fa ancora più interessante perché in scena entra la strada. Tutto è in mano della Federciclismo, che nei giorni scorsi ha brindato alla riconferma di Cordiano Dagnoni come proprio presidente: la prima idea conduce a un Viviani ct degli stradisti con sguardo sulla pista. In realtà, parlando di nomine, volge al termine il mandato di Daniele Bennati come ct della strada e quindi la suggestione maggiore condurrebbe proprio al veronese, tentato anche dalla Ineos Grenadiers. La squadra britannica lo ha infatti sì lasciato andare come corridore ma potrebbe tornare alla carica nei prossimi mesi per inserirlo nei quadri dirigenziali del proprio staff tecnico: un'ipotesi concreta che però Viviani prenderebbe in considerazione solo in caso di silenzio dalla Federciclismo, che ha la priorità. Sempre ammesso che intanto si concretizzi davvero l'opzione ritiro.
Le dichiarazioni di Simon Yates
Intanto, i microfoni di Vélo hanno intercettato Simon Yates, che ha parlato del ciclismo di oggi e di quello di ieri. "Oggi tutto è più salutare e mi diverto di più rispetto a qualche anno fa, quando eravamo sempre stanchi. Ora, grazie a un'alimentazione diversa, è diventato tutto più facile. Mi diverto molto di più rispetto a prima che arrivasse questo boom di carboidrati. Prima ci erano quasi proibiti e questo metteva a dura prova mente e corpo, che erano sempre stanchi. Dopo un allenamento ero distrutto e dovevo stendermi a letto, mentre oggi senti la fatica nelle gambe ma senti anche che non ti manca nulla". Il corridore della Visma-Lease a Bike chiude facendo degli esempi concreti. "Prima consumavamo tanti cibi a basso contenuto di carboidrati. Prendevamo un paio di uova e si partiva per allenamenti lunghi ore solo con le borracce. Oggi facciamo una lauta colazione con riso e ogni ora mangiamo circa 120 grammi di carboidrati".
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