Mercato Napoli, nuovo affondo per Garnacho. Adeyemi l'alternativa e Biraghi sullo sfondo
Il club partenopeo sfoglia la margherita dei possibili eredi di Kvaratskhelia. L'ultima ipotesi è l'ex capitano della Fiorentina, il cui arrivo trasformerebbe Spinazzola nel vice Neres
Napoli, 28 gennaio 2025 – Il contraccolpo per la sua cessione non c'è stato né a livello sportivo né affettivo, eppure il fantasma di Khvicha Kvaratskhelia continua ad aleggiare nel quartier generale di Castel Volturno, specialmente quando c'è da fare i conti con una casella di fatto rimasta numericamente vuota. A tal riguardo, il diktat di Antonio Conte resta il solito: comprare, sì, ma non tanto per allungare la rosa, che però a sua volta deve continuare a essere formata da ventidue uomini per alzare il tasso di agonismo negli allenamenti. All'apparenza una contraddizione in termini che però nasconde l'invito neanche tanto velato alla società di cominciare a pensare a un futuro nel quale il Napoli dovrà essere competitivo su più fronti. Dunque, già da ora meglio spendere solo al fine di rinforzare realmente la squadra e, manco a dirlo, questa filosofia conduce ancora ad Alejandro Garnacho, il sogno per l'oggi e per il domani.
La distanza per Garnacho e il piano b Adeyemi
Un sogno però costoso, perché il Manchester United non si discosta dai 65 milioni chiesti praticamente fin dall'inizio di questa trattativa estenuante. Neanche l'incontro tra le parti, avvenuto a Milano qualche giorno fa, ha avvicinato i potenziali acquirenti al venditore: chissà che la situazione non subisca un'accelerata dopo il prossimo summit, previsto a stretto giro di posta in Inghilterra, dove si recherà il direttore sportivo Giovanni Manna. Dunque, anche simbolicamente il Napoli prova a cambiare strategia, accorciando le distanze anche fisiche per dimostrare ancora una volta il proprio interesse al jolly argentino, che piace appunto per il presente e per il futuro. Le buone intenzioni però non bastano, così come l'offerta formulata finora (55 milioni bonus compresi), reputata bassa a maggior ragione alla luce della somma extralarge (75 milioni) incassata dal Napoli per Kvaratskhelia dal Paris Saint-Germain e di cui sono tutti a conoscenza. Gli svantaggi di cedere i pezzi da novanta che il club partenopeo conosce bene. Nella testa del Napoli non esiste solo Garnacho e non per mancanza di stima verso uno dei classe 2004 più seguiti e stimati in sede di mercato: notoriamente Aurelio De Laurentiis non ama entrare in vere e proprie aste al rialzo o comunque non avere il pieno controllo di una trattativa. Certo, va pur detto che lo stesso ADL storicamente non era abituato a vendere pilastri della rosa a metà stagione e quest'anno, con la squadra in piena lotta per lo scudetto, lo ha fatto anche per assecondare il proprio allenatore e la sua voglia di tenere i turbamenti lontani dallo spogliatoio. Dunque, mai come in questo momento storico, De Laurentiis può stupire: in tutti i sensi. Eppure, qualora la linea di non farsi prendere per il collo fosse portata avanti, il Napoli ha un piano B concreto che risponde al nome di Karim Adeyemi, per il quale esiste invece già una bozza di accordo con il Borussia Dortmund sulla base di 45 milioni. Il problema in questo caso è il tedesco, a quanto pare ad oggi restio ad accettare la corte degli azzurri per due motivi. Il primo: lo scarso entusiasmo di lasciare la sua squadra e in generale la Bundesliga a gennaio. Il secondo: approdare al Napoli oggi significherebbe rinunciare al vero sogno, quella Premier League che potrebbe essere raggiunta tramite il Chelsea, che sta disturbando questa trattativa ma anche quella per l'altro obiettivo Garnacho, rivelandosi ad oggi quindi un 'doppio nemico'.
Il piano C Biraghi
Con un intreccio così forte dunque meglio pensare anche a un piano C, tanto cervellotico quanto forse al momento ben più realizzabile delle altre piste seguite. Non è un mistero che agli azzurri piaccia da tempo Cristiano Biraghi, in uscita dalla Fiorentina e seguito da diverse squadre di fascia medio-alta: Napoli compreso. L'ormai ex capitano dei viola è un'idea concreta che rischia di diventare una vera e propria trattativa negli ultimi giorni di mercato, ormai sempre più vicini. In caso di affondo, la sua mansione sarebbe diventare il rimpiazzo di Mathias Olivera, oggi tra l'altro ai box per infortunio e dunque indisponibile. In quest'ipotetico (ma neanche tanto) effetto domino Leonardo Spinazzola scalerebbe in attacco, diventando definitivamente da qui a fine stagione il sostituto alle spalle di David Neres, ormai il titolare fisso della corsia alta di sinistra. Certo, il brasiliano ultimamente ha un po' perso forse quel potere propulsivo della primissima parte della sua avventura in azzurro, quella in cui gli avversari non erano ancora consapevoli delle sue qualità, ma allo stesso tempo, agli ordini di un perfezionista come Conte, è cresciuto in entrambe le fasi, compresa quella difensiva che era il suo tallone d'Achille e pure quello di Kvaratskhelia, che anche per questi dissapori tecnico-tattici non è mai entrato realmente nelle grazie dell'attuale allenatore (e viceversa). Possibile che alla fine il Napoli vari il piano C, quello economicamente più conveniente che, tra i tanti benefici, regalerebbe a Conte un giocatore esperto e già addentrato nella Serie A come Biraghi, senza dunque dover pagare lo scotto del noviziato che spesso tocca agli stranieri che arrivano in Italia a metà stagione. Certo, vale anche l'opposto: comprare oggi un prospetto più o meno a lungo termini gli consentirebbe di crescere nella bambagia offerta da una squadra con il vento in poppa per poi ritrovarsi l'anno prossimo, quando verosimilmente serviranno più rotazioni grazie alle coppe europee, già nel pieno del progetto. L'ultima parola al riguardo, come ormai succede dallo scorso giugno, va a Conte, che potrebbe spingere per uno tra Garnacho e Adeyemi, anche a costo di lottare per superare i tanti ostacoli, dando così un'altra prova di forza in seno alla società, oppure scegliere Biraghi e l'esperienza che garantisce. Il tempo c'è ancora, ma i giorni cominciano a passare e il gong della sessione di mercato si avvicina. E chissà che alla fine a vincere non sia il partito dell'immobilismo.
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