Napoli, paradosso Meret: decisivo in campo, ma sempre in bilico tra critiche e contratto

Il friulano sta brillando, con il rigore neutralizzato a Gimenez contro il Milan come ultima gemma, ma il legame con il club azzurro scadrà a fine giugno. Le parti sono vicine a un accordo fino al 2027, nonostante le voci dissidenti non manchino

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
2 aprile 2025
Meret festeggiato dopo il rigore parato a Gimenez (Ansa)

Meret festeggiato dopo il rigore parato a Gimenez (Ansa)

Napoli, 2 aprile 2025 - Quando in una vittoria il nome del portiere figura nell'elenco dei migliori in campo, magari occupando anche una posizione di vertice, sono diverse le riflessioni che vanno fatte: se poi il portiere in questione si chiama Alex Meret e il suo contratto, a dispetto dell'ottimismo paventato a più riprese dal Napoli nel corso dei mesi passati, come scadenza segna ancora il 30 giugno 2025, allora dall'ambito delle riflessioni si passa dritti dritti a quello di un allarme che rischia di diventare rosso.  

Sempre decisivo (ma non per tutti)

  Nonostante il doppio vantaggio, figlio del primo tempo e firmato da Matteo Politano e Romelu Lukaku, è difficile sapere che piega avrebbe preso la partita con il Milan qualora Santiago Gimenez avesse trasformato il rigore assegnato per un ingenuo fallo di Philip Billing su Theo Hernandez: considerando, a maggior ragione, il successivo tap-in vincente di Luka Jovic. Per fortuna degli azzurri e di Antonio Conte, il portiere friulano si conferma uno dei migliori quando si tratta di intercettaro un tiro dal dischetto, seppur piuttosto lento e poco angolato come quello scoccato dalla punta messicana in forza da gennaio ai rossoneri. Male nell'occasione l'ex Feyenoord nonostante i rigori siano la specialità di casa, ma bene, se non benissimo, proprio Meret, bravo e fortunato a confermarsi decisivo quando chiamato in causa. Guai, tra l'altro, a pensare solo ai penalty: nell'eccellente attuale classifica del Napoli, e ovviamente anche in quella precedente che parlava addirittura di un lunghissimo primato, c'è tanto del classe '97, che tra la cosiddetta ordinaria amministrazione tra i pali e veri e propri miracoli risponde sempre presente pur continuando (incredibilmente) a non mettere tutti d'accordo. Nonostante un rendimento costante nel tempo e quasi del tutto privo delle 'papere' nelle quali, immancabilmente, prima o poi incappa ogni portiere, per qualche voce dissidente, anche e soprattutto nel capoluogo campano, Meret non è tra i migliori interpreti del ruolo in Italia (e non solo). Al friulano di tanto in tanto vengono imputate varie colpe: da una presunta mancanza di leadership in seno alla difesa azzurra a un'altrettanto presunta frequente imprecisione nei tiri dalla distanza a dispetto, invece, di riflessi eccellenti quando la gittata è più vicina. Tra critiche pretestuose e altre effettivamente più centrate in una realtà che dice che il portiere perfetto (così come nessun altro giocatore) non esiste, fatto sta che Meret nel Napoli è spesso visto come l'eterno precario. Di certo, non aiuta neanche una situazione contrattuale oggettivamente sempre in bilico che tra pochissimo tempo metterà tutte le parti in causa avanti allo snodo decisivo.

Passi avanti per il rinnovo

  L'ultimo rinnovo, firmato a ottobre 2022, aveva unito il friulano alla causa azzurra fino al 30 giugno 2024 con opzione di prolungamento appannaggio club (e poi effettivamente adoperata) fino al 30 giugno 2025. All'epoca si parlò quasi di un accordo-ponte prima di riaggiornarsi per dare maggiore concretezza a un sodalizio vincente: basti pensare che nel frattempo il classe '97, con i suoi interventi spesso mai banale, ha contribuito a riportare lo scudetto nel capoluogo campano dopo 33 anni di attesa. Neanche l'onda lunga del tricolore ha segnato quella svolta oggi più che mai vicina per un portiere ancora giovane che potrebbe (e magari vorrebbe) concludere la sua carriera al Napoli. Stando alle ultime indiscrezioni, neanche il prossimo contratto dovrebbe proporre quella scadenza lunga da far presagire un matrimonio 'eterno', ma se l'alternativa è salutarsi a zero quest'estate, con il rischio magari di di rinforzare la concorrenza (leggasi l'Inter), allora c'è comunque da festeggiare. Le trattative sono in corso da mesi, e tuttora devono ancora pervenire alla fumata bianca, ma radio mercato parla di un biennale all'orizzonte, con addirittura la prospettiva di inserisce un'opzione che prolungherebbe ulteriormente il sodalizio. A prescindere da quest'ultimo dettaglio, che poi tanto un dettaglio non è, quel che sembra certa è l'imminente firma fino al 30 giugno 2027 del portiere che a inizio stagione, forse dopo essere passato anche da qualche timida riflessione estiva, ha trovato la piena fiducia di Conte, ripagata poi in campo a suon di prestazioni da leader. Silenzioso, certo, ma pur sempre un leader che ha tenuto la barra dritta anche quando il mare si è ingrossato, tra emergenza infortuni e cambi di modulo che hanno tolto qualche certezza alla squadra e in particolare alla difesa. La costante dei tanti cambiamenti degli ultimi tempi è stato proprio Meret, che ha occupato i pali del Maradona senza soluzione di continuità nonostante l'alternanza sul mercato alle sue spalle. A gennaio, infatti, il Napoli ha salutato Elia Caprile, passato al Cagliari, per accogliere Simone Scuffet, a sua volta proveniente proprio dall'isola, per una staffetta tutt'altro che definitiva che rimanderà la questione all'estate. A quel punto, Meret conoscerà chi sarà il suo vice anche l'anno prossimo, quando (a meno di crolli difficili anche solo da immaginare) gli azzurri saranno in ballo su più fronti e, dunque, servirà un'alternativa valida per reparto. Lo stesso Meret, prima della bella stagione, dovrà mettere nero su bianco sul nuovo contratto, e la questione sembra legata a una questione di poche settimane, se non addirittura giorni. La trattativa è avviata da tempo e di certo il rigore intercettato a Gimenez, potenzialmente dal peso specifico non indifferente nell'ottica della lotta scudetto, non ha fatto altro che accelerare la pratica, al netto dei dettagli da limare in particolare per quanto riguarda lo stipendio, oggi fermo a 2 milioni netti (3,7 milioni lordi). In realtà, con la volontà comune a tutte le parti in causa di far andare avanti questo sodalizio vincente, per una volta nel calcio l'aspetto economico passa in secondo piano. Ciò che chiede Meret sono garanzie di centralità nel progetto, oltre magari a più fiducia e considerazione: tutte cose che il friulano, a suon di grandi parate e di parole mai fuori posto, si è ampiamente meritato sul campo (e fuori).

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