Napoli, Lukaku sulla lotta scudetto: "Inter favorita, ma noi daremo tutto fino alla fine"

Il belga, intercettato dai microfoni di Radio Crc, rilancia le ambizioni azzurre per il titolo: "Occhio anche all'Atalanta, ancora più forte dell'anno scorso"

di Redazione Sport
27 marzo 2025
Romelu Lukaku (Ansa)

Romelu Lukaku (Ansa)

Napoli, 27 marzo 2025 - Questa tornata con le Nazionali, l'ultima a campionato in corso, è andata in archivio per lui con 3 gol segnati nel giro di pochi giorni che hanno fatto felice il Belgio, che ha salvato così la propria presenza in Lega A di Nations League, oltre a portare a 399 il computo totale di reti in carriera: Romelu Lukaku, intercettato nel pomeriggio dai microfoni di Radio Crc, sogna di toccare la cifra tonda presto, prestissimo, con la maglia di un Napoli che a suo dire deve continuare a credere nel sogno scudetto.  

Sognando quota 400 gol (e lo scudetto)

  La chiacchierata del bomber all'emittente si apre proprio parlando di quanto accaduto di recente in patria. "Quel discorso l'ho fatto senza vedere la telecamera. Resta però valido il concetto: dobbiamo pensare a una partita alla volta per poi vedere dove arriveremo, affrontando e preparando ogni gara come fosse una finale". A cominciare da quella che domenica sera metterà il Napoli di fronte al Milan, match che potrebbe portare Lukaku alla fatidica quota 400 gol in carriera. "Quello che ho raggiunto in Nazionale è stato incredibile, ma per me come sempre la priorità va al bene della squadra. Sappiamo che domenica affronteremo un avversario forte, pieno di qualità, e ci prepareremo al meglio per ottenere un grande risultato. Ho fiducia nel lavoro che stiamo facendo insieme al mister". Dal prossimo futuro a un passato che ha visto il belga diventare un grande protagonista della sfida di andata. "Quello siglato a San Siro potrebbe essere uno dei migliori gol della mia stagione. E' una rete che mi rappresenta: attacco alla profondità su gran passaggio di Anguissa, ma oltre quella marcatura è stata bella e importante l'intera nostra prestazione". Per il classe '93 sono importanti l'intesa con il resto della formazione, reparto offensivo in primis, e con l'allenatore, ancora una volta il suo mentore Antonio Conte. "Il mister mi aveva chiamato con largo anticipo e io gli ho detto sì praticamente subito. Sappiamo entrambi ciò di cui ho bisogno per rendere al meglio, senza tanti giri di parole. Al di là del nostro rapporto più o meno speciale, non mi riserva alcun trattamento di favore, anzi, con me è molto più severo perché si aspetta tanto. Mi piace questa responsabilità, mi ha fatto crescere tanto nel corso della carriera e gliene sarò per sempre grato. Quanto alla comunicazione tra noi attaccanti, in effetti parliamo molto tra di noi e questo è importante, perché giochiamo insieme pur avendo caratteristiche molto diverse. Questo aiuta il mister a prendere decisioni e a far arrivare i risultati giusti, aiutati dalla nostra intesa". Risultati che quest'anno nel capoluogo campano potrebbero condurre addirittura allo scudetto, nonostante una concorrenza serrata. "L'Inter è favorita, lo dicono tutti. Hanno una rosa ampia e di grandissima qualità. L'Atalanta sta facendo un gran percorso, coronato l'anno scorso dalla vittoria dell'Europa League, e ora stanno crescendo ulteriormente. Da parte nostra - continua Lukaku - c'è la voglia di prendersi una rivincita: nessuno si aspettava di saremmo trovati in questa posizione, ma ora che ci siamo dobbiamo continuare a lavorare duramente. Per realizzare i propri sogni bisogna essere pronti a tutto, così come quando sei in un ciclo vincente e devi alzare ulteriormente l'asticella perché gli altri migliorano. Gli stessi tifosi vogliono rivivere quella sensazione di vittoria, ancora più bella la seconda volta. Il mister ci inculta questo: lui da calciatore ha assaporato ogni vittoria come fosse la prima e vogliamo farlo anche noi, senza sentirci appagati". Il fil rouge tra Lukaku e il Napoli ha un nome e cognome: Dries Mertens. "Mi parlava di tutto questo che ho poi constatato arrivando qui: parlo dell'affetto della gente e della carica che danno ogni volta che si gioca in casa che io ho constatato fin dal primo gol".

Le dichiarazioni di Lobotka

  Intanto Stanislav Lobotka è stato ospite di Valon Behrami, ex giocatore (ed ex azzurro), e del format My Skills, tenuto in collaborazione con EA FC 25: si parte dal rapporto con Conte. "Ha fatto crescere la mentalità e la fase difensiva, che io prima già curavo ma ora in maniera diversa. Inoltre, i suoi allenamenti sono duri ma grazie a essi ognuno di noi è migliorato: lo avevamo capito fin dalle prime sessioni, pur sapendo che questa stagione sarebbe stata complicata. Ma lui è un vincente e lo ha dimostrato ovunque sia andato". Si passa poi proprio a Lukaku. "Con lui facciamo un gioco diverso anche perché il mister vuole che giochiamo la palla su di lui. E' grande, è forte ed è difficile portargli via il pallone. Non a caso, io stesso quando ricevo la sfera provo sempre a cercarlo: Romelu già lo sa perché tra di noi comunichiamo tanto". Tutti in casa Napoli, ognuno con le sue qualità, provano e proveranno a portare a casa uno scudetto conteso da Atalanta, contro la quale odio giocare per il loro pressing a uomo a tutto campo, e soprattutto Inter. "Vincere è sempre bello ma non si può fare sempre. Quest'anno, ad esempio, ci sono in lotta per il titolo Atalanta e Inter, che giocano bene. Da parte nostra possiamo provare a spingere di più in allenamento a provare a vincerle tutte, ma non è facile. Quando eravamo primi - continua Lobotka - la gente volava già troppo, ma la realtà è che vincere lo scudetto non è facile come da fuori si possa pensare". La chiacchierata dello slovacco si chiude parlando delle sue caratteristiche da giocatore. "Sono piccolo e cerco sempre di aiutare la squadra nello spazio portando pallo. Ora è più difficile perché tutti mi conoscono, mentre prima mi lasciavano più spazio e io ero felice. Quando ricevo la palla provo ad aprire: se mi sposto con il corpo nessuno se lo aspetta e chi mi pressa, correndo, non ha più l'opportunità di stoppare e rubarmi la sfera. Così io oriento lo stop e gli giro attorno, provando a sorprenderlo. Ma da piccolo ero un'ala che segnava tanto e faceva tanti assist: poi mi sono spostato più dietro per giocare di più il pallone, diventando un centrocampista".

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