Napoli, contro il Milan ostacolo cabala. E quello strano incrocio tra Conte e Conceicao

I rossoneri sono imbattuti a Fuorigrotta da ben 6 partite. Domenica sera si sfideranno due tecnici che avrebbero potuto vivere il match a panchine invertite: quello salentino, in realtà, piace ancora al Diavolo

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
26 marzo 2025
Antonio Conte (Ansa)

Antonio Conte (Ansa)

Napoli, 26 marzo 2025 - Le strisce nel calcio esistono per essere interrotte, nel bene e nel male: è ciò che auspica il Napoli in vista della gara interna contro il Milan che segnerà la ripresa del campionato dopo l'ultima sosta dedicata alle Nazionali.  

La striscia positiva del Milan a Fuorigrotta e il retroscena su Conceicao e il Napoli

  Nonostante domenica sera la location del match per gli azzurri sarà quella amica del Maradona, il trend recente quando arrivano i rossoneri è tutt'altro che incoraggiante. Negli ultimi 6 incroci in casa con il Diavolo, infatti, il Napoli non ha mai vinto e il discorso vale sia per la Serie A che per la Champions League, con a referto 3 vittorie per gli ospiti e 3 pareggi. Un filotto importante che nel prossimo turno di campionato potrebbe assumere i contorni della storia, perché mai il Milan è rimasto in battuto a Fuorigrotta per 7 volte consecutive. C'è sempre una prima volta, spera Sergio Conceicao, uno che curiosamente nel 2021 è stato a un passo dall'accomodarsi sulla panchina azzurra. E stavolta si esce dal campo delle metafore, perché l'accordo con Aurelio De Laurentiis era stato trovato prima di un dietrofront di quest'ultimo a causa di sopraggiunte divergenze sul piano contrattuale. Dalla canonica pausa di riflessione il patron passò direttamente alla fumata nera nonostante fosse tutto pronto per la conferenza stampa di presentazione del tecnico portoghese, che avrebbe dovuto avere luogo in un noto hotel romano non distante dalla sede della Filmauro. Tutto saltò e il Napoli virò, il 29 maggio, quindi appena quattro giorni dopo la fumata nera, su Luciano Spalletti: quella che all'inizio appariva quasi come una scelta di ripiego si sarebbe invece rivelata una delle più grandi e fortunate prese di De Laurentiis, che a distanza di due primavere riportò lo scudetto nel capoluogo campano proprio grazie all'attuale ct della Nazionale. Questione di 'sliding doors' per tutti: per il Napoli, che non saprà mai se le cose con Conceicao in panchina sarebbero andate altrettanto bene, per quest'ultimo, che all'epoca perse comunque una grande chance per (ri)lanciare la propria carriera, per Spalletti, che con il prosieguo dell'allora suo periodo sabbatico non avrebbe rotto il tabù scudetto, e per De Laurentiis, che per in quanto ad allenatori ha alternato pescate geniali ad altre da dimenticare. Tutti questi dilemmi restano impelagati nella terra dell'ignoto. Oggi il presente è diverso per ogni attore di questa vicenda e per gli stessi club: il Napoli insegue un altro sogno tricolore, oggi distante 3 punti, pochi e tanti allo stesso tempo se si considerano il cammino in campionato e quanto accaduto nelle ultime giornate e in particolare nel turno antecedente la sosta, mentre il Milan è solo nono in classifica e, ad oggi, fuori non solo dalla lotta per un posto in Champions League ma addirittura per tutte le competizioni continentali.

Conte-Milan, tra presente e futuro

  Parlando di panchina, il presente del Napoli si chiama Antonio Conte e, contratto fino al 30 giugno 2027 alla mano, si tratta di un presente con vista su un futuro a lungo termine. Eppure, nel calcio attuale neanche un accordo così importante come durata e come ingaggio, con 8 milioni a stagione sul piatto tra parte fissa e bonus, può essere sufficiente a scacciare via qualsiasi nube su ciò che accadrà l'anno prossimo. Oltre alle mai banali e indifferenti sirene della Juventus arriva proprio il richiamo del Milan, club che per la verità aveva a lungo corteggiato il tecnico salentino già la scorsa primavera prima del blitz vincente di De Laurentiis. Facendo firmare a Conte un ricco, ricchissimo triennale, il patron della società partenopea pensava di aver blindato un sodalizio che invece potrebbe vacillare presto e non solo per le tentazioni esterne. Le stesse parole dell'allenatore hanno più volte fatto intendere che a fine stagione le parti dovranno quanto meno riaggiornarsi nel quartier generale di Castel Volturno per fare il punto della situazione non solo sulla parte sportiva del club, quella più vistosa per i tifosi ma non necessariamente la più importante. Per Conte conterà - e non è un gioco di parole - la crescita del Napoli a 360 gradi, partendo dalle strutture fino ad arrivare al settore giovanile. Per il primo ambito, qualcosa di muove, con il progetto sul tavolo per il nuovo centro sportivo, che dovrebbe avere sempre sede a Castel Volturno ma dalle proporzioni ben più mastodontiche e comunque all'altezza di una società da anni al top in Italia e in Europa, a parte l'assenza di quest'anno dalle coppe, mentre per il vivaio, con la Primavera ancora in seconda divisione come emblema, la strada sembra essere addirittura più lunga e tortuosa. Poi c'è il futuro ben più prossimo che domenica sera metterà di fronte Napoli e Milan, con in gioco 'soltanto' le mere questioni di campo. Di fronte, accomodati sulle rispettive panchine, Conte e Conceicao, due che avrebbero potuto vivere questa sfida a colori invertiti. Per uno, il portoghese, il treno azzurro è ormai passato via quasi quattro anni fa, mentre per l'altro le tonalità rossonere potrebbero tornare di modo la prossima estate. Da Castel Volturno respingono qualsiasi illazione al riguardo, ottimisti sulla possibilità che il connubio Conte-Napoli prosegua fino al termine del contratto, magari di pari passo con quella crescita auspicata e voluta da più parti e che potrebbe ricevere un incentivo importante dai risultati della squadra. Uno scudetto, giusto per restare alla stretta attualità, potrebbe fungere da propellente per il legame al contrario di quanto accadde con Spalletti, colui che 'sostituì' sulla panchina virtuale azzurra proprio Conceicao dopo quella toccata e fuga di poco più di ventiquattro ore. Lo stesso Conceicao che, a dispetto di un'annata a dir poco tribolata e ricca di saliscendi, domenica sera proverà a scrivere una piccola grande pagina di storia per il suo Milan, mai imbattuto a Fuorigrotta per 7 volte di fila.

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