Tudor si presenta: "Darò tutto per la Juve. Alla squadra chiedo di pedalare forte"

Tudor e Giuntoli assieme in conferenza. Il dirigente ringrazia Motta, il nuovo tecnico vuole sistemare i giocatori nei loro ruoli e chiede atteggiamento: avventura fino al mondiale, poi si vedrà

di MANUEL MINGUZZI
27 marzo 2025
Il nuovo allenatore della Juve Igor Tudor

Il nuovo allenatore della Juve Igor Tudor

Torino, 27 marzo 2025 – Obiettivo Champions League. Igor Tudor è stato chiamato a traghettare la Juve verso la coppa dalle grandi orecchie, cioè rientrare nei primi quattro posti, e per farlo punterà sul concetto di juventinità, dna bianconero, mentalità. Tutto ciò che non si è visto con Thiago Motta. Da ex giocatore e da ex vice di Andrea Pirlo, Tudor incarna bene lo spirito juventino, ripartendo probabilmente da un modulo diverso, con difesa a tre e ben altro tipo di atteggiamento. Da subentrante spesso è stato capace di dare una grande scossa e davanti alla Juve si staglia una volata di nove partite, senza coppe, con la necessità di dare al bilancio del prossimo anno i ricavi Champions (60-70 milioni). Poi, a giugno, si valuterà il da farsi. Potrebbe anche rimanere Igor, soprattutto se il finale sarà convincente, ma la dirigenza si è tenuta la porta aperta a un nuovo ciclo, tra chi vorrebbe il ritorno di Conte e chi apprezzerebbe il calcio intenso di Gasperini.  

Giuntoli: “Ringrazio Motta, ma serviva sterzata”

Ad aprire la conferenza è stato il direttore Cristiano Giuntoli, che ha fatto chiarezza sulla scelta di cambiare allenatore. Dalla conferma post Firenze all’esonero sette giorni dopo, il dirigente è partito dai ringraziamenti “Ringrazio Motta e il suo staff per il grande impegno profuso – le sue parole – Il nostro rapporto rimarrà di grande stima e di rispetto reciproco. Credo possa fare l’allenatore a grandi livelli e gli auguro ogni bene. Dopo Firenze ci siamo presi un po’ di tempo per analizzare l’andamento delle ultime gare, non solo per le sconfitte ma per come erano avvenute, e tutto ci ha destato grande preoccupazione. Abbiamo scelto Tudor per dare una sterzata”. Sul nuovo tecnico, Giuntoli pronuncia parole di fiducia. Guiderà la Juve anche al mondiale: “Siamo convinti si inserirà in fretta nel nuovo contesto, ha grandi capacità tecniche e umane. Rimarrà con noi fino al mondiale, poi ci parleremo e la speranza è di poter continuare assieme e portare avanti il progetto”.

Il Tudor pensiero

E’ idea comune che Tudor stravolgerà l’impianto tattico di Motta passando al 3-5-2. Una ipotetica formazione titolare sarebbe Kalulu, Gatti Veiga in difesa, Cambiaso e Weah esterni, Thuram e Locatelli in mezzo, mentre davanti Yildiz e Koop a sostegno di Vlahovic. Prima di tutto, però, bisogna partire dalle coscienze, dalla mentalità, dalla tenacia del mantra classico della Juve ‘fino alla fine’. L’allenatore parte dai ringraziamenti: “Ringrazio la società per questa opportunità in un grande club – le prime dichiarazioni di Tudor – Darò tutto e voglio fare un lavoro corretto, che va fatto. Sono emozionato, tutti vorrebbero allenare la Juve, ma c’è voglia di lavorare e far bene allo scopo di raggiungere l’obiettivo. Credo tanto in questa squadra e cerco giocatori a cui dare responsabilità”. Da questa ultima frase si può capire la differenza. Motta cambiava spesso formazione, Tudor pare intenzionato a trovare una base fissa per lo sprint finale, rivalutando i giocatori più di qualità, quelli lasciati fuori o messi fuori ruolo: “Vlahovic? E’ un giocatore molto forte e sono contento di allenarlo. Abbiamo parlato. Kolo Muani? Possono giocare assieme”. Altri due che sperano di ritrovarsi sono Yildiz e Koopmeiners: “I giocatori forti possono giocare dappertutto, il mio scopo è trovare le posizioni giuste per farli rendere al meglio”. Insomma, basta fuori ruolo.

Locatelli capitano. Serve pedalare forte

Un’altra novità sarà la fascia di capitano fissa. Niente più fascia girevole al braccio di tanti giocatori. Tudor ufficializza il nuovo capitano: “Sarà Locatelli, ha le doti giuste per farlo”, il chiaro messaggio dell’allenatore. Poi, lo spirito. Già sabato vuole vedere una Juve diversa: “Dobbiamo lavorare su tutti i fronti e dare spensieratezza, ma allo stesso tempo faremo qualcosa di tattico e ci vorranno due o tre settimane. Già sabato dobbiamo far vedere che lo spirito non deve mancare”. E guai ad andare sotto ritmo: “Una cosa è certa, dobbiamo andare forte, mettere il casco e pedalare”, il commento di Tudor. Dal punto di vista tecnico, il neo allenatore non si sbilancia e tiene aperte tutte le porte: “Ho giocato a 4 ma anche a 3, ho giocato con pressing a uomo e a zona. Sono tutte cose importanti ma dobbiamo guardare alle caratteristiche della squadra”. E qui entra in gioco l’equilibrio. Tudor chiede gol, ma non ne vuole prendere: “Non vogliamo rinunciare a niente, mi piace che la gente si diverta e voglio fare un gol in più degli avversari – la sua risposta – Mi piace che si attacchi con tanti uomini, ma non mi piace prendere gol. Dobbiamo lavorare su tutto senza trascurare l’equilibrio”. Nel primo colloquio con la squadra, inevitabilmente, non si poteva non toccare il tema del dna juventino: “Ho parlato molto di questo, non c’è da aggiungere altro. Dobbiamo fare le cose giuste”. La scelta di Tudor è stata anche molto apprezzata dai tifosi, che ormai avevano messo sotto il mirino della critica Motta. Il dna juventino di Tudor, per l’ambiente, è certo. Sabato ci si attende un clima diverso: “Sono sicuro che sabato ci supporteranno perché amano il club. La squadra ci tiene, faremo una bella gara contro una squadra difficile”, il messaggio finale di Igor. Ora la palla passa al campo, partendo dal Genoa e per invertire la rotta che ha portato la Juve al quinto posto, con il rischio concreto di non conquistare l’accesso alla Champions. Bologna, Lazio, Roma, Fiorentina e Milan le avversarie da battere. Tudor la scelta di Elkann per salvare il salvabile. Leggi anche - Napoli, contro il Milan ostacolo cabala

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