Napoli, fattore Neres: tutti i numeri della ‘samba’ azzurra
Con il brasiliano in campo, l'intera fase offensiva della banda Conte è in ascesa: 9 gol in 4 partite che riscrivono le gerarchie sugli esterni
Napoli, 7 gennaio 2025 - Quando in estate fu prelevato dal Benfica per 28 milioni, l'operazione non incontrò il plauso unanime: troppo alta la somma per un giocatore non più giovanissimo e neanche tanto costante nell'arco della sua carriera, oltre che in teoria designato a ricoprire solo il ruolo della riserva in una stagione senza competizioni europee. Invece David Neres ha saputo smentire tutti gli scettici quasi a tempo di record, prima presentandosi come un ottimo elemento 'spacca partite' e poi dimostrando, quelle partite, di poterle cominciare anche dall'inizio forse con effetti ancora più devastanti. E per giunta su entrambe le corsie, che tra l'altro in casa Napoli hanno proprietari non esattamente banali. Khvicha Kvaratskhelia domina a sinistra, mentre Matteo Politano è il signore a destra, ma su entrambe si disimpegna con lo stesso rendimento il brasiliano, che sta felicemente mettendo in difficoltà Antonio Conte, uno che di norma le sue gerarchie le ha ben fissate nella propria testa.
La crescita di Neres
Invece il ciclone Neres si abbatte su Fuorigrotta e lo fa ricordando a tutti perché di questo giocatore, ai tempi della militanza all'Ajax prima e allo Shakhtar poi, si parlava così bene al punto da scomodare paragoni pesanti in salsa verdeoro (e non solo). La prima cura si è chiamata Benfica, una bottega carissima che non a caso in estate aveva dato proprio quest'impressione allorché il Napoli si presentò con un'offerta così importante per rinforzare la propria batteria di esterni. Anzi, nel caso del classe '97 si potrebbe parlare di un'ala pura, una di quelle alle quali le mansioni difensive sono totalmente invise. Da qui l'approccio soft varato e voluto da Conte, che prima della gara di Udine (quella con Kvaratskhelia indisponibile) aveva centellinato l'utilizzo di Neres in campionato: per la precisione 13 panchine e appena 1 gettone dall'inizio. L'apprendistato nel mai banale contesto tattico della Serie A ha subito un'accelerata allorché i problemi fisici del georgiano si sono rifatti vivi, sbugiardando forse quello che sembrava un recupero lampo dai tratti quasi miracolosi. Poco male per il Napoli, che si era presentato al Franchi, non esattamente un campo banale, per la prima volta senza né Kvara né Politano. Quasi come a voler simbolicamente sostituire entrambi, Neres ha avviato la gara contro una Fiorentina mai doma e probabilmente punita oltre i propri demeriti e lo ha fatto con una di quelle reti che più fanno impazzire i tifosi: serpentina in area a ubriacare quasi l'intera difesa e botta di potenza sul primo palo, quello in teoria appannaggio del portiere di turno, che però se si chiama David De Gea, uno dei migliori del campionato, sembra far pendere l'ago della bilancia più verso la prodezza che dal lato dell'infortunio del numero 1 di turno. Già, i numeri, a volte casuali e anonimi e altre quasi un'investitura, specialmente in una piazza affascinata e avvolta dalla cabala come quella partenopea. E a Neres tocca il 7, che negli anni recenti a Fuorigrotta è stato indossato con ottimo profitto da protagonisti tutt'altro che banali. Il brasiliano risponde presente e onora la tradizione innanzitutto con un fatturato eccellente, specialmente se rapportato ai minuti trascorsi in campo (728', spalmati in 19 presenze viziate da tanti subentri a gara in corso): 3 gol e 7 assist al ritmo di samba nella piazza 'argentina' per eccellenza. La rivoluzione di Neres parte anche da qui, ma lo stesso Neres sta cambiando (e crescendo) partita dopo partita. Non più solo il 'cavallo pazzo' da liberare per mandare in tilt le difese avversarie ma poi incapace di dare una mano alla squadra in fase di non possesso: l'ex Benfica sta imparando a ripiegare, come mostrato proprio al Franchi. E anche le sue qualità offensive si stanno affinando, passando dalle 'semplici' giocate individualiste e buone a creare superiorità numerica a un lavoro di cesello al servizio dei compagni. Praticamente tutto ciò di cui aveva bisogno il Napoli per uscire da quel piccolo momento di flessione e torpore nel quale era caduto a dicembre nonostante il ruolino di marcia comunque ottimo.
L'exploit delle ultime 4 partite
Qui si apre un piccolo grande dibattito al centro del quale ci finisce Kvaratskhelia, per qualcuno addirittura quasi un problema. A parità di condizioni fisiche e di salute, infatti, panchinare l'eroe dello scudetto, il simbolo rimasto lì a ricordare quei fasti dopo il burrascoso addio di Victor Osimhen, sembra quasi un sacrilegio: a maggior ragione con la complicata trattativa per il rinnovo ancora in piedi e intorno alla quale ruoteranno anche le fortune delle casse del club partenopeo. Eppure, al di là di tutti questi discorsi esiste il campo, il giudice supremo nel calcio specialmente quando emette verdetti netti e senza appello. Il primo, il più importante: ad oggi, esiste un Napoli con Neres e ne esiste un altro senza. Il primo Napoli, sempre provando a far parlare i freddi numeri, è quello dei 9 gol realizzati nelle ultime 4 partite, quelle in cui curiosamente il brasiliano è stato impiegato maggiormente. Numeri importanti che, ad oggi, fanno di Neres un titolare inamovibile, o a destra o a sinistra, con gli altri esterni, rispettivi problemi fisici permettendo, chiamati a sudare per risalire la china delle gerarchie. Insomma, sono già lontani i tempi in cui il classe '97 veniva incensato per soltanto le sue doti da subentrante o, peggio, semplicemente perché le difese della Serie A non avevano ancora trovato le contromisure. La verità è che oggi Neres è un fattore per questo Napoli molto più di quanto non lo siano altri giocatori con nomi e trascorsi più altisonanti. Conte lo sa bene e, non a caso, ha intenzione di non rinunciare alla sua nuova freccia più affilata contro il Verona, avversario che rievoca ricordi amarissimi, ma soprattutto nelle gare successive, quelle che indirizzeranno l'alba del girone di ritorno già verso un ciclo di ferro.
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