Napoli, porte scorrevoli: via Caprile e dentro Scuffet. E Meret rinnova
Cambia la riserva del numero 1, sempre più vicino a prolungare fino al 2026: il sostituto arriva dal Cagliari, che a sua volta preleva il classe 2001 in prestito con diritto di riscatto
Napoli, 6 gennaio 2025 - Mossa di mercato nuda e cruda o ammiccamento alla scaramanzia? Nella stagione 2022-2023, quella che si sarebbe conclusa con uno scudetto in realtà telefonato forse a partire addirittura dall'autunno, a gennaio il Napoli mette mano alla batteria dei portieri: uno scenario che si sta per ripetere oggi, con Alex Meret ancora unico totem inamovibile e alle sue spalle la bagarre.
L'intreccio Caprile-Scuffet con il Cagliari
All'epoca a salutare, direzione Fiorentina e praticamente senza presenze ufficiali in azzurro, fu Salvatore Sirigu, pronto a essere rimpiazzato da Pierluigi Gollini, che arrivava proprio dai viola ma con l'affrancatura della casa madre Atalanta. Via un estremo difensore molto esperto, e forse neanche tanto integro fisicamente, e dentro un allora elemento più giovane e pronto all'occorrenza, quasi a voler rimarcare anche in sede di mercato le ambizioni della squadra che in effetti, a distanza di pochi mesi, si sarebbe cucita il tricolore sul petto. Oggi la storia si ripete, nonostante di mezzo ci siano protagonisti ben diversi. La costante si chiama Cagliari, la squadra che darà e riceverà un portiere dal Napoli ma in un intreccio che presenta formule ben diverse. Simone Scuffet prende la via del capoluogo campano in prestito secco, mentre Elia Caprile sbarcherà in Sardegna in prestito con diritto di riscatto fissato a 8 milioni: per quest'ultimo è dunque imminente il ricongiungimento con Davide Nicola, l'allenatore che ai tempi della comune militanza all'Empoli ha saputo svezzarlo e valorizzarlo al punto da renderlo uno dei portieri più interessanti in prospettiva. Evidentemente non per il Napoli e per Antonio Conte, che pur aveva speso parole al miele quando il classe 2001 era stato chiamato in campo a causa dei problemi fisici del suo collega. O più semplicemente, dato che nel frattempo la posta in palio in stagione si è alzata oltre ogni più rosea aspettativa, nel quartier generale di Castel Volturno ha prevalso la voglia di affidarsi al cosiddetto usato sicuro. Dunque, i pali di Fuorigrotta nei prossimi mesi saranno protetti dal tandem tutto in salsa friulana (e di scuola Udinese) composto da Meret e Scuffet, due quasi coetanei spesso accostati e paragonati proprio per i tanti punti in comune. Provenienza, (quasi) età, caratteristiche tecniche e anche qualche presunta lacuna caratteriale: i raffronti tra i prossimi due portieri a disposizione di Conte negli anni non sono mancati, con entrambi bravi a saper risalire la china anche nei momenti meno positivi. Partendo da colui che continuerà a essere il titolare indiscusso, Meret ha 'parato' infortuni e critiche spesso piovuti nei suoi confronti da una piazza esigente che non è stata conquistata neanche dalle prodezze sfoderate nell'anno dello scudetto: la rivincita sta arrivando in questa stagione nella quale le difficoltà non sono mancate e molte vittorie hanno portato proprio la firma del classe '97. Di un anno più esperto, Scuffet si è affacciato nel grande calcio anche prima, guadagnandosi quell'etichetta di 'bambino prodigio' che nel calcio prima dà tanto e poi toglie altrettanto, se non di più. Chissà quanto e se il 28enne si sia pentito, ormai quasi un decennio fa, di aver rifiutato l'Atletico Madrid per scegliere di far proseguire la propria maturazione a Udine, la casa madre dalla quale si sarebbe affrancato dopo numeri giri in prestito. Dopo l'addio definitivo dal club friulano, Scuffet vive le esperienze all'estero all'Apoel e al CFR Cluj prima di passare al Cagliari, dove inizialmente va tutto a gonfie vele: poi qualche incertezza o presunta tale tra i pali ha spianato la strada all'avvento saltuario di Alen Sherri, lasciando presagire l'imminente partenza, che infatti si consumerà direzione Napoli.
Il rinnovo di Meret
Anche dopo questo passaggio formale, la situazione tra i pali di Fuorigrotta non sarà risolta totalmente senza un altro step non ancora ufficiale ma, a quanto pare, vicino come non mai: il rinnovo di Meret. I freddi documenti come scadenza parlano ancora del 30 giugno 2025, una data che si avvicina a grandi passi e che, in linea teorica, consentirebbe al friulano di legarsi a un altro club da parametro zero già nelle prossime settimane. La realtà a quanto pare è ben diversa e stavolta senza slanci eccessivi di ottimismo come già accaduto in passato prima di diverse docce gelate. Il contratto di Meret dovrebbe allungarsi di un anno, quindi con il 30 giugno 2026 come scadenza, ma con un'opzione a favore del Napoli per un ulteriore prolungamento fino al 30 giugno 2027. Forse non lo scenario ideale per suggerire il classico accordo che vale una vita e una carriera, ma quel che ora più conta è che le parti non si dovrebbero separare a zero, con il rischio tra l'altro di rovinare l'atmosfera in spogliatoio in una stagione che sta assumendo connotati molto interessanti. Non solo la durata del rapporto: a irrobustirsi dovrebbe essere anche lo stipendio di Meret, che dovrebbe passare da 1,2 milioni netti a 2,7 milioni netti. Una bella impennata che sembra voler tradurre in denaro la parallela crescita sul campo del numero 1 azzurro, che in Conte ha probabilmente trovato l'allenatore giusto per fare quello scatto che mancava soprattutto a livello di personalità. Seppur solo per un semestre, al medesimo step è ora chiamato Scuffet, voluto per alzare il livello della batteria di portieri nonostante il Napoli, da qui a fine stagione, sia in ballo solo in campionato. Qui torna in ballo anche il discorso scaramanzia che si intreccia con l'anno dello scudetto e con la staffetta fortunata tra Sirigu e Gollini. Gli azzurri ci riprovano cambiando i protagonisti: via Caprile, forse addirittura per sempre nonostante l'investitura estiva e, quando chiamato in causa, a stagione in corso, e dentro Scuffet, con Meret ancora come punto fermo e stavolta, paradossalmente, con ancora più certezze e consensi popolari dell'anno magico del tricolore.
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