Napoli, Meret è l'eroe di Marassi ma il rinnovo è ancora lontano. E l'Inter osserva
Il friulano salva gli azzurri e Conte nella difficile vittoria contro il Genoa. In campo brilla ma la firma non è vicina e i nerazzurri sognano un altro colpo a zero alla Zielinski
Napoli, 23 dicembre 2024 - L'importante è finire, cantava Mina e in un certo senso ha cantato anche Antonio Conte dopo la strana partita di Marassi del suo Napoli, tanto bello e a tratti dominante nel primo tempo quanto deludente, sofferente e fortunato in una ripresa nella quale il Genoa avrebbe meritato molto di più del solo gol trovato da Andrea Pinamonti, buono solo a scrivere il proprio nome sul tabellino dopo quelli di André-Frank Zambo Anguissa e Amir Rrahmani. Gli azzurri vincono, espugnando uno dei campi più ostici della Serie A, dunque in teoria fornendo una prova di forza alle rivali nonostante il ritorno in vetta alla classifica, causa Atalanta, sia durato appena una notte. Eppure, se i titoloni se li prende Alex Meret c'è qualcosa che non va. E non soltanto riferito ai fatti del campo.
Super Meret al Ferraris
Le qualità atletiche del friulano, da tempo uno dei migliori portieri in circolazione, non sono una scoperta di sabato pomeriggio. Eppure, neanche i tanti miracoli firmati negli anni di militanza in azzurro, impreziositi dalla vittoria dello scudetto, sono stati sufficienti a fare entrare davvero Meret nel cuore di una piazza da sempre abituata a non coccolare in maniera eguale i propri beniamini. Succede così che la minima sbavatura, o presunta tale, subito riporti il classe '97 sul banco degli imputati, spazzando via quanto di buono fatto in precedenza: una severità che ad altri azzurri, scudettati e non, viene risparmiata. Chissà se questo trend si confermerà anche dopo l'exploit del Ferraris, praticamente un campionario delle migliori skill di Meret degno di quelli confezionati ad hoc sul web. Invece stavolta non c'è il trucco e non c'è nemmeno un montaggio amico: contro il Genoa il friulano ha davvero parato tutto il parabile, esibendosi sia in grandi interventi da distanza ravvicinata, la specialità della casa, sia dalla lunga gittata, forse l'unico campo nel quale ogni tanto si è registrata qualche battuta a vuoto. Stavolta Meret chiude ogni spiffero e salva il Napoli, ancora in scia al treno buono nonostante le ultime settimane piuttosto complicate, e Conte, che viceversa avrebbe rischiato di beccarsi un altro processo dopo quello spalmato in due sedute verificatosi dopo la doppia debacle con la Lazio. Finora gli azzurri in stagione sono sempre cresciuti strada facendo nel corso delle partite, costruendo molte vittorie nei secondi tempi: non ultima quella di Udine, utile proprio a ritrovare l'abbrivio dopo giorni complicati. Al Ferraris succede invece il contrario e per la prima volta Conte si arrabbia come non era mai successo neanche dopo le pesantissime sconfitte contro Verona, Atalanta e Lazio. Al tecnico salentino, il dei 'risultatisti', non piace quanto accaduto a dispetto proprio del successo ottenuto sul campo anche per merito di Meret, l'eterno precario che a sua volta si gioca una partita personale molto importante.
Gli ostacoli per il rinnovo
Da tempo si parla del rinnovo di un contratto in scadenza il 30 giugno 2025, una data oggi invece incredibilmente vicina, al punto che in teoria da gennaio il portiere potrebbe già legarsi a un'altra società. E nella pratica? Sempre non esattamente da ieri all'ombra del Vesuvio si dà per scontata la firma, preannunciata da qualche ottimista di tanto in tanto con scadenze molto vicine. Invece, la verità sta nel mezzo: Meret non firmerà per un altro club a strettissimo giro di posta come nelle sue piene facoltà, ma non è neanche imminente la fumata bianca con il Napoli per dare nuova vita a un sodalizio nato nel 2018. I punti in questione, per non chiamarli addirittura problemi, sono tre, a testimonianza quindi di una strada ancora in salita, seppur non alle pendenze dello Zoncolan. Il primo riguarda la scadenza, e l'impressione è che stavolta Meret non voglia un rinnovo ponte ma uno bello lungo, che dia quindi (finalmente) concretezza a un rapporto troppe volte in bilico e lasciato quasi posposto ad altre situazioni reputate più importanti. Si passa poi all'ingaggio: oggi il classe '97 guadagna 2 milioni netti (3,7 milioni lordi) frutto proprio di quel rinnovo a breve gittata siglato nel 2022. Da allora il Napoli ne ha fatta di strada, vincendo anche uno scudetto proprio grazie allo zampino del friulano, che probabilmente come molti altri eroi del tricolore avrebbero voluto ricevere molto tempo fa un riconoscimento toccato invece a pochi eletti e non senza grandi feedback: basti pensare alla fine (in azzurro) di Victor Osimhen, a lungo un problema che potrebbe riproporsi prossimamente, e Mario Rui, forse il fuori rosa più ricco della Serie A. Alle problematiche comuni a tutte le squadre e latitudini, nel Napoli da 20 anni si aggiunge la tipicità dei diritti d'immagine frutto del pensiero di Aurelio De Laurentiis: un 'regalino' che il neo direttore sportivo Giovanni Manna, per sua stessa ammissione, ha maneggiato a fatica nei primi mesi in azzurro. Lo stesso Meret e relativo contratto non stanno facendo eccezione, dato che a quanto pare c'entrano anche i diritti d'immagine in un rinnovo sempre annunciato ma di fatto mai realmente sul tavolo. Le squadre alla finestra, ovviamente, non mancano e l'ultima è quell'Inter che un anno fa, proprio di questi tempi, cominciava a uscire allo scoperto per Piotr Zielinski dopo mesi di lavoro sottotraccia. Ad Appiano Gentile sognano il bis: il doppio colpo a zero dal Napoli e stavolta non solo per puntellare la panchina e le cosiddette seconde linee. Da qui la fretta di De Laurentiis e dei suoi uomini prima che sia troppo tardi e di dover poi trascorrere un'altra estate a rimuginare sulla vicenda provando poi a lenirsi la ferita tirando in ballo la nebbia e altre presunte problematiche del capoluogo lombardo. Nei piani del patron già nei prossimi giorni ci sarebbe dovuto essere un incontro tra Manna e l'entourage di Meret, ma difficilmente la questione sarà risolta entro la fine del 2024 Appuntamento, dunque, al 2025, quello che potrebbe essere l'ultimo scampolo dell'avventura in azzurro del friulano, che potrebbe così cedere alla proverbiale crisi del settimo anno.
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