Pagelle tappa 17 Tour de France 2023: la giornata memorabile di Gall merita 10

Vingegaard blinda il trionfo finale. Pogacar si arrende al mal di stomaco. Ciccone non molla

di ANGELO COSTA
19 luglio 2023
Felix Gall

Felix Gall

10 a FELIX GALL. Giornata memorabile per questo austriaco di 25 anni che di importante in carriera aveva vinto una tappa in Svizzera, il mese scorso. Perfetta la squadra a preparargli la tavola, con un sontuoso O’ Connor (voto 9) nei panni inediti del gregario, perfetto lui a prendersi tutto, Souvenir Desgrange (la nostra Cima Coppi) e tappa. Passerà alla storia per aver vinto a Courchevel, teatro dell’ultimo successo di Pantani, e anche questa non è una soddisfazione da poco.

9 a JONAS VINGEGAARD. Dopo una crono spaziale vorrebbe lasciare il segno anche in montagna, con un’impresa nella tappa regina: stavolta trova un altro re. Pur muovendosi a 5 chilometri dalla vetta non riesce nell’intento, forse perché sulle gambe sente la fatica del giorno prima, oppure perché non ha voglia di stupire ancora per non alimentare perplessità, anche se nelle ultime 48 ore è stato il più controllato di tutti (in due giorni, quattro visite degli ispettori antidoping). Dopo aver segnato il Tour, lo blinda quasi definitivamente: di qui a Parigi dovrà solo evitare imprevisti.

8 a SIMON YATES. Indovina la fuga, corre senza sprecare energia, ma alla fine più che arrivare ad una manciata di secondi da Gall non riesce a fare. E’ comunque una giornata felice per il gemello britannico, che guadagna tre posizioni e arriva al quinto posto, a due passi dal fratello Adam: due gemelli nei primi cinque in una corsa come il Tour è roba da Guinness.

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7 a GIULIO CICCONE. “Correre una tappa così con questa maglia è un grande orgoglio”, dice la Pimpa abruzzese, che onora la sua divisa a pois alla grande: i primi tre gran premi della montagna sono tutti suoi. Poi si fa da parte, lasciando la scena a chi si gioca la classifica, e se la prende comoda: di qui a sabato prossimo, giorno del decisivo appuntamento di montagna, ogni energia risparmiata è preziosa, in palio c’è una classifica che l’Italia (81 le tappe senza successo al Tour) ha vinto l’ultima volta trentun anni fa con Chiappucci.

6 a TADEJ POGACAR. La sua luce solitamente abbagliante si spegne a 15 chilometri dall’arrivo, quando alla vetta del col de la Loze ne mancano ancora nove: vuoto e alle prese con problemi allo stomaco, lo sloveno alza bandiera bianca in segno di resa. Soffre fino al traguardo pedalando con occhi sbarrati e spenti, scortato da Soler che lo incoraggia fino all’ultimo metro, e precipita a oltre 7 minuti e mezzo da Vingegaard in classifica. Non era il modo che desiderava per uscir di scena, merita comunque rispetto e applausi.

4 a MIKEL LANDA. Dopo un Tour deludente, sulla montagna simbolo della corsa va alla deriva: si presenta a oltre mezz’ora dal vincitore Gall e ruzzola in classifica a più di un’ora dalla maglia gialla. C’è poco da aggiungere, i numeri parlano da soli: era partito per stare in alto facendosi spalleggiare da Bilbao, ora deve applaudire il compagno che è sesto in classifica senza il suo aiuto.

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