Pagelle tappa 5 Tour de France 2023: Hindley e Vingegaard da urlo. Applausi per Ciccone
Giornata top per l’australiano. Il danese conferma di essere fantastico in salita. L’italiano si sta costruendo una corsa da protagonista. Pogacar è già al bivio
Laruns, 5 luglio 2023 – Hindley e Vingegaard sono i due protagonisti della tappa 5 del Tour de France 2023. L’australiano vince la tappa pirenaica e si prende la maglia gialla. Il danese conferma di essere il più forte in salita ed è perfetto in ogni mossa. Voto altissimo anche per Ciccone che si sta construendo un Tour da protagonista. Male Pogacar: ha lanciato segnali di difficoltà? Queste le pagelle della quinta frazione.
10 a JAI HINDLEY. Al primo Tour, dopo cinque giorni vince la tappa pirenaica e si veste di giallo. Non male per l’australiano cresciuto in Italia e vincitore di un Giro. Non male nemmeno la sua tappa, affrontata con forza e lucidità, con la freddezza del veterano più che l’entusiasmo del debuttante. Chi cercava un terzo incomodo nella lotta per la maglia gialla l’ha già trovato.
10 a JONAS VINGEGAARD. Al primo esame vero di montagna mette subito le cose in chiaro: come negli anni scorsi, in salita non c’è nessuno più forte di lui. E’ perfetto in ogni mossa: quando lascia il peso della corsa su Pogacar, avendo Van Aert in fuga, e quando lascia sul posto lo sloveno, intuendo che per lui non è giornata. Dopo cinque giorni non ha già vinto il Tour, di sicuro l’ha segnato.
9 a GIULIO CICCONE. E’ bravo ad andare in fuga, è bravo a restar davanti quando Hindley prende il largo, è bravo a non consumarsi in una rincorsa finale che interessa soprattutto a Vingegaard perché il giorno dopo c’è ancora un tappone, persino più duro. Secondo di tappa, terzo in classifica: correndo senza buttarsi via, sta costruendo un Tour da protagonista.
8 a SEPP KUSS. Quando Vingegaard gli chiede di scatenare l’inferno, alza l’andatura a livelli impossibili, col risultato di lasciar per strada il meglio della corsa e di mandare in cottura Pogacar. In salita è la spalla ideale per qualsiasi leader: decisivo al Giro per Roglic, non è un caso che si stia ripetendo in Francia per Vingegaard.
5 a TADEJ POGACAR. Incassa il colpo da ko che ha tramortito lui e la sua squadra senza nascondersi: ‘Oggi Jonas è stato semplicemente superiore, oggi mi sono mancate le gambe’, dice con l’abituale cavalleria. Lasciando aperto un interrogativo: giornata storta o segnali di difficoltà dopo due mesi senza corse? Ricordato che lui al Tour il danese non l’ha mai staccato, la risposta arriverà a stretto giro di posta: nel tappone di Aspin e Tourmalet o si rialza o rischia di sprofondare.
5 a EGAN BERNAL. Dopo i sospetti, una mezza certezza: dal terribile incidente in allenamento non sembra esser più lui. Al primo esame in montagna assomiglia a quegli studenti che, pur avendo studiato, faticano a esprimersi: esce di scena quasi subito, conforta poco che sia in ottima compagnia.
2 a MIKEL LANDA. Comincia a perdere le ruote dei migliori quando i migliori sono ancora tutti assieme: già questo spiega abbastanza. E’ l’eterno ritorno del sempre uguale, perché ogni volta che inizia un grande giro il basco promette e non mantiene: c’è ancora molta strada davanti, per questo i suoi adepti farebbero meglio ad attendere in silenzio un’eventuale riscossa.
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