Il grande coach scomparso dieci giorni fa. Modena e Trento unite dal ricordo di Daniele Bagnoli
Le parole di Fabio Soli fra i suoi allievi prediletti: "Per me è stato il più grande in assoluto".
La Modena-Trento di oggi è un derby ancora più particolare del solito e il motivo è molto semplice, ha un nome e un cognome: Daniele Bagnoli (foto). Il tecnico mantovano scomparso dieci giorni fa ha lasciato un ricordo indelebile sia al PalaPanini, che sicuramente lo saluterà a dovere questo pomeriggio, ma anche nei cuori di Bruno Da Re, suo mentore per oltre un decennio tra Treviso e Modena, e oggi dg dell’Itas, e Fabio Soli, il suo allievo prediletto dell’ultima parte di carriera.
Proprio il tecnico di Trento lo ricorda con parole toccanti: "Era il coach, con tutte le lettere maiuscole. Per me il più grande in assoluto. Perché era il numero uno? Perché sapeva leggere le situazioni, leggere la pallavolo, sapeva anticipare gli eventi all’interno di una partita e della sua preparazione. Al di là delle mille leggende che sono circolate su di lui io ho conosciuto una persona di grande umanità e cuore, salda nei propri principi. Bagnoli era un uomo di una coerenza rara e credo che questo sia stato il segreto del suo grande successo".
Sull’ultimo periodo, Soli ha un rammarico: "Ultimamente ci sentivamo poco, sapevo del suo stato fisico e delle sue peripezie. So che ha sofferto tanto e mi dispiace davvero moltissimo perché credo sia stato ingiusto per quello che ha rappresentato. Così come mi dispiace che non ci sia stato un momento per rendergli l’omaggio che meritava, un funerale".
La chiusura di Soli è un aneddoto sull’esperienza comune in Turchia, al Fenerbahce: "Daniele è stato il mio grande maestro, quello che mi ha chiesto di andare con lui in Turchia insegnandomi come si fa il primo allenatore: stare al suo fianco è stata una grandissima palestra. Quando lo esonerarono, proprio al ‘Fener’, io gli dissi che sarei venuto via con lui. Lui mi rispose di non fare ‘cavolate’ e di rimanere a fare il primo allenatore. Fu un grande insegnamento, mi servì tantissimo perché la vita degli allenatori è così e le occasioni come le delusioni vanno prese e accettate".
Alessandro Trebbi
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