Il ritorno in Italia di Marco Bonitta: "No a Ravenna, ho varie opzioni"
L’ex allenatore della Consar ha chiuso la sua esperienza negli States: "Italia o Europa, sto valutando"

Marco Bonitta nel 2024 durante una partita mentre era l’allenatore della Consar Ravenna (Zani)
Marco Bonitta è tornato a Ravenna. L’avventura americana, nella nuova lega professionistica Usa, alla guida di Austin, è durata pochi mesi ed è finita prima della scadenza naturale proprio per l’esigenza di "tornare al casolare", come dice la canzone-inno della Romagna. "Avevo alcune esigenze familiari – spiega brevemente il 62enne coach, padre di tre figli – che non erano compatibili con la distanza e l’impossibilità di rientrare a casa, almeno di tanto in tanto. Ho lasciato ad Austin una realtà bellissima e molto stimolante che mi ha aiutato con grande lealtà a fare questa scelta di ritornare. Quel movimento è in piena crescita, con squadre dal valore attualmente inferiore solo di poco a quello dei top team europei e sicuramente competitivo con quelli di media fascia".
Bonitta, e ora?
"Sono un libero! No, tranquilli, non mi metterò a giocare. Però sento di aver ancora molto da dare e da fare nel volley come, del resto, molti colleghi più anziani di me che ancora sono validamente su panchine importanti".
Il curriculum di Bonitta è straordinario sia per risultati e titoli conquistati (uno per tutti il Mondiale del 2002 sulla panchina della nazionale femminile), ma anche per la varietà di situazioni che ne fanno l’allenatore più "fluido" in Italia, forse al pari del solo Velasco e fra i più versatili al mondo: maschile e femminile, juniores e seniores, nazionali e club, vertici internazionali ed esperienze di periferia, in Italia e all’estero, in panchina (soprattutto), ma anche alla direzione sportiva. A parte il ruolo di giocatore (vide da ragazzino che non era quello il suo destino) il coach ravennate ha esplorato ogni spigolo di questo sport.
Un ritorno a Ravenna?
"No, il mio contratto è stato rescisso e non tornerò. Al momento non ho opzioni, ma valuterò tutte quelle che dovessero arrivare, in Italia e in Europa. Dopo l’esperienza americana escluderò, appunto, solo quelle incompatibili, per distanza, con le mie esigenze familiari".
I playoff?
"Non ho visto la prima partita della Consar contro Siena. Immaginavo che sarebbe stata difficile, perché Graziosi è particolarmente bravo a portare la squadra in forma quando conta. Anche l’anno scorso, in regular season, si nascosero nel girone d’andata, risalirono fino al terzo posto e poi arrivarono in finale ai playoff. Sono una squadra esperta, domenica non sarà facile andare a vincere là".
E se andasse bene sarebbe l’occasione anche per lei di farsi rivedere in tribuna, mercoledì prossimo per la "bella"?
"Perché no. Potrei esserci. Anche perché ho saputo una cosa che mi è dispiaciuta: il piccolo PalaCosta non si è riempito per questa partita importante. Penso che Ravenna debba recuperare il suo rapporto con il pubblico. La squadra è forte, la società si impegna. Ci vorrebbe qualche idea nuova. Magari il nuovo palasport, quando sarà finalmente pronto, potrebbe essere l’occasione per portare eventi come le finali di competizioni importanti o le partite della Nazionale che, spesso, sanno creare emozione nelle città che li ospitano".
Marco Ortolani
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