La Junior League è targata Porto Robur. L’Under20 vinta col doppio palleggiatore

A pesare in semifinale e finale la scelta di coach Mollo: "La spinta è venuta da Mancini e Russo". Bonitta: "Che gruppo fantastico"

4 giugno 2024
La Junior League è targata Porto Robur. L’Under20 vinta col doppio palleggiatore

La Junior League è targata Porto Robur. L’Under20 vinta col doppio palleggiatore

Acqua, abbracci, coriandoli e gloria per tutti sul parquet di Ozzano, dove i giocatori della Consar consumano i primi minuti da campioni della Junior League, ennesimo titolo per un gruppo straordinario, giunto al capolinea del percorso giovanile, ma divenuto già una certezza ad alto livello per alcuni di loro, titolari o riserve in A2 e chiamati – nel caso di Bovolenta, Orioli e Mancini – ad una prossima stagione in Superlega. Ha destato curiosità la scelta "vintage" del doppio palleggiatore, abbandonata in quasi tutto il mondo, da un quarantennio (Margutti-Montesi nel 1986 e Bigiarini-Polmonari nel 1980 gli ultimi episodi in città al maschile e al femminile). La scelta si deve alla mancanza di Bovolenta (in Canada con la Nazionale A) e di Pascucci (infortunio), oltre che del centrale Chirila, che ha costretto a riportare in banda Orioli e Feri.

"La spinta è venuta proprio da Mancini e Russo – rivela coach Mollo – che hanno insistito perché provassi. Abbiamo fatto qualche allenamento e la formula si è rivelata determinante per rimontare lo 0-2 della semifinale con Brugherio. A quel punto abbiamo deciso di rimanere così anche per la finale. "Per un giocatore adattabile come Orioli (alla fine MVP della manifestazione, ndr) non è stato un problema spostarsi da un ruolo all’altro senza perdere nulla del suo contributo". Ma oltre a chi ha avuto ruoli più appariscenti, mi piace sottolineare che, nelle fasi eliminatorie, tutti hanno avuto i loro spazi. E’ stata la vittoria di tutti, di un grande gruppo".

"Giocare così è divertentissimo! dicono all’unisono "Mancio" e "Nino". Mancini, che ha messo in mostra attacchi potenti, polemizza col collega con euforia e simpatia guascona: "Stavo bene, Poteva darmi molti più palloni! Oggi avrei fatto trenta punti!". Il gioco d’attacco, infatti, si è orientato soprattutto sui posti 4 Feri e Orioli che non hanno deluso (18 e 28 punti per loro). Bonitta, che ha seguito ogni passo di questa avventura, si lancia negli abbracci: "Giocano insieme da quando avevano 13 anni, sono un gruppo fantastico e, purtroppo per Ravenna, sono diventati troppo bravi per poter essere trattenuti qui in A2".

Sorriso più amaro per Giovanni Pascucci (che porta l’importante cognome di papà Paolo e dello zio Stefano): "Lo scorso anno fui un protagonista della finale per l’infortunio di Truocchio, stavolta la ruota è girata e la distorsione alla caviglia mi ha impedito di essere in campo. Ma il nostro è un grande gruppo che si è stretto nella difficoltà e ha centrato un’altra grande vittoria". "E’ vero, ce ne andremo – ratifica Mancini – ma mi piace pensare che possa essere un arrivederci e non un addio".

Marco Ortolani

Continua a leggere tutte le notizie di sport su