L’analisi. Le tre big sono di un altro pianeta. Ma dietro la lotta è apertissima
L’insegnamento maggiore e migliore che Modena deve trarre dalla vittoria di Verona è che se De Cecco e compagni vogliono...
L’insegnamento maggiore e migliore che Modena deve trarre dalla vittoria di Verona è che se De Cecco e compagni vogliono fare un campionato di spessore devono lasciare i muscoli in sala pesi e usare il cervello. Quello di Massari, ad esempio: misurato nei colpi d’attacco, intelligente nel tenere vive ricezioni difficili, scolastico a muro quando davanti ha l’alunno che fa i capricci maggiori, Keita, cui basta opporre un piano di rimbalzo perfetto anche se non altissimo per farlo tornare dietro la lavagna, a ripassare il mani e fuori. Modena non ha la potenza di Verona, tantomeno quella di Perugia, Trento o Piacenza, e deve abituarsi allora a essere più intelligente delle avversarie, più astuta, anche più maliziosa se serve: le facce cattive di Anzani e Rinaldi sono servite a scomporre la baldanza veronese e potranno tornare utili in altre occasioni. Le note liete di sabato arrivano però non soltanto dalle capacità morali e dalle consapevolezze della Valsa Group: il livello della battuta, ad esempio, è cresciuto esponenzialmente durante il match arrivando a totalizzare 10 ace a fronte di ‘soli’ 19 errori, mentre la ricezione ha retto bene ai bombardieri veronesi subendo pochi punti diretti e ricezioni regalate all’avversario, la gran parte concentrate nel finale di primo set e nel terzo. La nota positiva arriva poi dalla panchina: a turno Mati, Meijs, Ikhbayri e ieri Massari hanno dimostrato di essere sempre pronti, alternative credibili a chi parte titolare.
La classifica. Le prime tre, vista anche la costanza ad alto livello di Piacenza nonostante le defezioni, sembrano davvero oggi di un altro pianeta, forse soprattutto per quanto riguarda il gioco. Più solide, meno ondivaghe. Dietro però la lotta è apertissima perché Verona ha sì mantenuto il quarto posto, ma deve incrociarsi ancora con Piacenza e Trento. Stanti le crisi momentanee di Monza (ieri in ripresa) e Milano e una Lube che nonostante tutto deve ancora trovare la perfetta quadratura del cerchio, arrivare quarti o quinti, per De Cecco e soci, non è utopia. Bisognerà continuare a seguire questo percorso di crescita, però, saldando bene tra loro i tanti mattoni di autostima derivanti dalle prime uscite e aspettando Davyskiba, che potrebbe essere il jolly da giocare quando tutti gli avversari saranno rodati e al completo.
Alessandro Trebbi
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