Un’ora di Modena al PalaBanca: "Ma contro Trento servirà di più"

I gialli chiudono la regular season cedendo, senza sfigurare, a Piacenza. Sapozhkov ritrovato. Il coach: "Continuità"

4 marzo 2024
Un’ora di Modena al PalaBanca: "Ma contro Trento servirà di più"

Un’ora di Modena al PalaBanca: "Ma contro Trento servirà di più"

di Fabrizio Monari

PIACENZA

"Continuità, continuità, continuità". Come un pianista jazz che pianta l’indice sullo stesso tasto, in preda all’enfasi, Alberto Giuliani prova a condensare il senso dell’ultima di regular season persa dalla Valsa Group Modena a casa della Gas Sales Piacenza, che vince primo e terzo set e poi svuota la panca pregustando la prima di playoff in casa (contro Milano, ndr). Continuità, reclama Giuliani, perché per due set ha visto una Modena molto simile a una squadra capace di fare bella figura da mercoledì in avanti: coesa, capace di sbagliare ma anche di reagire agli errori, e soprattutto con un Sapozhkov improvvisamente ritrovato a rappresentare – potenzialmente, teoricamente – un rinforzo tattico di un certo interesse. Sapozhkov che parte carico, fa punto in attacco e poi ace al servizio, bombarda Scanferla mandandolo in tilt, poi ancora l’attacco. "È tornato" quasi cantano i sessanta tifosi gialloblù al PalaBanca; poi però torna anche un po’ di normalità, le murate prese abbassando il colpo, eccetera. C’è tuttavia il suo zampino, anzi zampone, nella prima buona ora di partita: c’è nella partenza sprint del primo set, avanti 12-17 e poi perso in rimonta, come pure nel secondo vinto sul filo di lana. Da metà in poi lascia il posto a Pinali, che non sfigura nonostante la partita finisca in fretta 3-1 (25-23, 24-26, 25-17, 25-15). Cosa resta, in vista di mercoledì? In primis la scelta ormai consolidata di Giuliani che ha identificato in Dragan Stankovic il centrale titolare a sfavore di Brehme; e poi la volontà di mettere a Bruno Rezende un po’ di pressione: il cambio a favore di Mattia Boninfante non è un semplice riposino, arriva sul 12-11 nel secondo set, tanto che è il giovane figlio d’arte a vincere quel parziale. Il capitano accetta, se ne va in panca e fa un po’ di show, finendo addirittura per litigare a distanza con Recine: sembra voler alzare i toni suoi e della squadra, scatenarne la rabbia agonistica se possibile. Un’idea, forse, non del tutto peregrina.

Detto della parte mezza piena del bicchiere, la sconfitta di Piacenza pone pure l’accento su quello mezzo vuoto: la Valsa Group si conferma, alla vigilia dei playoff, una squadra leggera in contrattacco, troppo incline a prendere murate quando c’è da far valere i muscoli (5 Monster Block del solo Simon, 11 totali) e ancora ’sotto il par’ per quanto riguarda il rendimento in posto-4, soprattutto nella serata in cui Juantorena dà forfait per influenza. Rinaldi chiude col 32% in attacco e un’efficienza di poco positiva, Davyskiba col 33% ed efficienza zero. Piacenza, tanto per dare un’idea, è l’esatto opposto: riceve peggio ma attacca mostruosamente meglio, soprattutto con Leal e Romanò.

Somiglia più a Trento, Piacenza, eccoci giunti al punto. Giuliani non si fa illusioni sull’infortunio di Riccardo Sbertoli, "con quegli attaccanti di palla alta servirà un grande lavoro", sottolinea. E poi insiste: "Abbiamo visto, per un’ora, alcune cose molto buone e altre buone. Un’ora è un passo avanti ma non basta: vediamo se riusciamo a fare cose buone più a lungo".

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