Volley, poche palestre. A rimetterci è l’OIimpia
La ripartizione delle ore operata dal Comune premia il Porto Robur Costa, ma penalizza la pallavolo femminile: "Sacrifici non ricompensati".
Alla ripresa settembrina dell’attività le società pallavolistiche ravennati affrontano, come sempre, il rebus delle palestre: poche, non sempre fruibili, a volte impraticabili. E lo scheletro del nuovo Palasport impone ulteriori tristi rinvii alla soluzione, forse definitiva, del problema. L’ufficio Sport del Comune è l’arbitro della contesa. Il monte-ore dei vari impianti cittadini è stato ripartito fra le società secondo criteri oggettivi che consideravano la categoria di appartenenza, il numero di tesserati, la tradizione, eccetera.
La maggior disponibilità è stata assegnata quindi al Porto Robur Costa, che allinea la prima squadra in seconda divisione nazionale (A2) ed ha un settore giovanile di grande qualità che, negli ultimi anni, ha conquistato importanti titoli e ha aperto, lo scorso anno, anche una sezione femminile under12. Il sodalizio presieduto da Rossi si è arricchito, grazie ai migliori parametri previsti dal Comune per questa annata sportiva, di buona parte delle ore lasciate libere dal Mosaico, che ha ritirato le proprie squadre di B1 e B2, limitandosi all’attività giovanile in collaborazione con l’Olimpia.
Una soluzione che ha lasciato scontenta l’Olimpia: "Abbiamo fatto sacrifici – argomenta il presidente Poggi – per mantenere a Ravenna la B1, categoria che consente l’attività in città delle nostre giovani più interessanti. Eppure non riesco ad ottenere i quattro allenamenti settimanali in impianti e orari congrui con la categoria. La palestra di Lido Adriano dove ci allenavamo è bella e funzionale, ma ha un fondo molto duro che, a questo livello, espone le atlete agli infortuni, un rischio che non deve correre l’unica realtà pallavolistica femminile provinciale che fa un campionato nazionale". Anche l’allenatore Elio Vallicelli è deluso dai criteri di ripartizione: "Mi hanno tolto le due sole ore che avevamo nelle palestre comunali. Rischio di non riuscire a far giocare le nostre sedici ragazzine più quelle del Mosaico che ci avevano scelto per giocare a livello più basso (la Prima Divisione) ma che l’accordo con l’Olimpia vincola al pagamento di un cartellino che chi fa un’attività provinciale non si può permettere. E a rimetterci saranno le ragazze, che potrebbero abbandonare la pallavolo. Un fatto molto grave per la tradizione di Ravenna. Mi aspettavo più sensibilità da parte della Robur".
Il Comune ha tentato una prima mediazione fra le parti che non ha avuto successo. Il Porto Robur Costa conferma la legittimità delle assegnazioni e si riserva di riconsiderarle solo ad attività avviata. L’Olimpia chiede tutela per le esigenze del volley femminile sia di vertice che di base. E la convivenza fra le varie anime del volley ravennate permane piuttosto faticosa.
Marco Ortolani
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