Fenucci spiega il mercato. "Esperienza e rosa lunga: è la via della sostenibilità”
L’ad: "Il Bologna non può ingaggiare giovani fuori dai propri parametri. Abbiamo puntato su elementi reduci da stagioni non brillanti, ma affidabili"
Potevamo stupire con effetti speciali (e un mercato da Champions), ma abbiamo preferito la via della sostenibilità finanziaria. Non sono le sue parole esatte, perché Claudio Fenucci è un uomo abituato a misurare le parole col bilancino del farmacista: ma il senso è questo.
E un senso doveva darlo ieri l’ad rossoblù al mercato del Bologna. E pazienza se il mercato si è chiuso quasi un mese fa: tra nazionali con la valigia e partite ogni tre giorni solo ieri il club è riuscito a presentare, in un colpo solo, Iling-Junior e Dominguez, portando nella sala stampa di Casteldebole anche il capo azienda rossoblù.
Calafiori e Zirkzee non ci sono più e al loro posto è arrivata un’infornata di rinforzi che tali sul campo ancora non si sono dimostrati: Bologna rinforzato o indebolito?
"La risposta la darà la stagione che faremo – dice l’ad rossoblù –. Sicuramente dal mercato è uscita una squadra con una rosa più ampia, necessaria nella stagione in cui gli impegni sono aumentati. Abbiamo perso due giocatori di qualità e la nostra idea è stata quella di allungare l’organico con calciatori che avessero già dell’esperienza alle spalle".
Il pensiero in difesa corre a Erlic e Casale, reduci da due stagioni piuttosto deludenti. "Il Bologna – osserva l’ad – non può prendere giocatori forti e giovani che abbiano già fatto la Champions: sono fuori dai nostri parametri. In qualche caso abbiamo puntato su calciatori reduci da stagioni non molto buone, ma che in passato hanno dato prova di essere affidabili. Abbiamo fatto investimenti guardando alle risorse di quest’anno, ma anche a quelle dell’anno prossimo: ove non si riuscisse a raggiungere una qualificazione a una coppa europea importante avremmo risorse molto più limitate. Oltre che alla progettualità sportiva abbiamo guardato a quella economica".
Musica per le orecchie di Joey Saputo, che proprio ieri ha festeggiato il suo sessantesimo compleanno, più o meno coincidente col traguardo dei dieci anni da proprietario del club. Sostenibilità prima di tutto, dunque. Ma per arrivare dove?
"A me parlare di obiettivi non è mai piaciuto – è la risposta di Fenucci –. L’obiettivo è vincere la partita di sabato con l’Atalanta e, più in generale, continuare a divertire il nostro pubblico. Oggi siamo un club strutturato con un’ottima reputazione in Europa, un club il cui azionista anche in futuro non farà mancare gli investimenti".
Altro tema caldo: i rinnovi contrattuali di Sartori e Di Vaio. "Giovanni sta là – dice Fenucci indicando Sartori in platea –. Non c’è un problema legato al suo rinnovo. Quando sarà il momento ne discuteremo: anch’io anni fa ero in scadenza e ne ho parlato con Saputo solo alla fine. Noi siamo per la continuità gestionale".
Tutti a Liverpool, nell’attesa. "Come fanno tutti i club – conferma Fenucci – abbiamo dirottato parte dei biglietti ai club organizzati".
Un pensiero per Italiano: "Aveva un compito difficile, ma sta lavorando con un entusiasmo incredibile: il tempo ci potrà solo aiutare".
E uno per un restyling del Dall’Ara che resta nel cassetto: "Il processo amministrativo sul Dall’Ara è completato, quello sullo stadio provvisorio ha ancora alcuni aspetti da chiarire. Le difficoltà nascono dal reperimento delle risorse: ci sono tanti strumenti per affiancare le risorse pubbliche a quelle private. E il Dall’Ara è dentro questo percorso".
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