Union Berlino-Napoli 0-1: decide Raspadori

Champions League: l'attaccante della Nazionale manda in rete una grande giocata di Kvaratskhelia. E’ il lampo che fa cadere il muro tedesco, privo di un Bonucci relegato in panchina

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
24 ottobre 2023
L'esultanza di Raspadori dopo il gol (Ansa)

L'esultanza di Raspadori dopo il gol (Ansa)

Berlino (Germania), 24 ottobre 2023 - Le gerarchie del Gruppo C di Champions League sembrano delinearsi sempre di più: merito del Real Madrid, che batte a domicilio lo Sporting Braga per 2-1, confermandosi leader del gruppo, ma anche del Napoli, corsaro contro l'Union Berlino grazie a un guizzo di Raspadori, innescato da un grande giocata di Kvaratskhelia. In realtà, il risultato non rende giustizia alla prestazione dei tedeschi, che portano a 9 il conteggio delle sconfitte di fila. Quella maturata contro gli azzurri è però propiziata anche dalla sfortuna, dall'impresione in zona offensiva e da tanto nervosismo: ingredienti che invece non conosce il Napoli, che capitalizza al meglio una delle poche occasioni create, figlia tra l'altro dell'estro di un Kvaratskhelia che si conferma in palla dopo l'exploit di Verona. Per un giocatore ritrovato ce n'è un altro che si è perso: si passa così di nuovo al disastrato Union Berlino, che in un contesto tutt'altro che positivo si concede il lusso di lasciare in panchina Bonucci, che non gradisce l'esclusione di lusso e minaccia di alzare i decibel con la società. Storie tese, così come lo erano fino a poche settimane fa quelle di Rudi Garcia, che puntella ulteriormente la sua panchina con un'altra vittoria: meno bella e spettacolare di quella del Bentegodi, ma probabilmente ancora più pesante nell'economia della stagione del suo Napoli, chiamato ora a confermarsi di nuovo in campionato contro il Milan. Per il tecnico francese si tratta dell'ennesimo esame della sua finora tribolata avventura sulla panchina azzurra, nonché l'ultima tappa di quel trittico virtualmente indicato da Aurelio De Laurentiis per mandare definitivamente in archivio l'ennesima crisi.

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Le formazioni ufficiali

 Garcia sceglie il consueto 4-3-3, aperto da Meret: la difesa è completata da Di Lorenzo, Rrahmani, Natan e Mario Rui. A centrocampo ci sono Cajuste, Lobotka e Zielinski, mentre la punta è ancora Raspadori, rifornito da Politano e Kvaratskhelia. Fischer si affida invece a un 3-5-2 che tra i pali vede Ronnow, con Knoche, Leite e Doekhi a comporre la retroguardia: i quinti sono Trimmel e Gosens, con Haberer, Khedira e Aaronson in mezzo al campo e la coppia Becker-Fofana in attacco.  

Primo tempo

 L'Union Berlino parte forte e guadagna subito un corner, che però non crea pericoli alla difesa del Napoli, che prova a rispondere con un'iniziativa personale di Zielinski, a sua volta prontamente stoppata. Sul ribaltamento di fronte, al 6', i padroni di casa ricavano un altro calcio d'angolo: della battuta se ne incarica Trimmel, che arma il colpo di testa di Leite che termina sul fondo. Con il passare dei minuti, gli azzurri cominciano gradualmente a guadagnare terreno, senza tuttavia riuscire a sfondare: la testimonianza di queste inattese difficoltà arriva al 17', quando Di Lorenzo si mette in proprio con un mancino molto velleitario dalla distanza. Al 21', sull'altro fronte, succede lo stesso con il tentativo di Haberer, stavolta di destro. Al 24' i rimpianti dei padroni di casa si fanno ancora più intensi: proprio il numero 19 segna il gol del vantaggio con un tap-in a porta sguarnita dopo un grande numero di Fofana, partito però in posizione di fuorigioco. Scampato il pericolo, il Napoli prova a crescere grazie a Kvaratskhelia, che al 28' guadagna un corner con una grande penetrazione in area, ma le occasioni migliori restano di marca tedesca, con Aaronson che al 30' manda alle stelle un rigore in movimento. Gli azzurri provano ad alzare il baricentro, ma così facendo si espongono alle ripartenze dell'Union Berlino: una di esse, al 37', viene orchestrata da Becker, che serve Fofana, che vince il duello in velocità con Natan ma deve fare poi i conti con i riflessi di Meret. Al 39' Khedira si mette in proprio con una conclusione da fuori che sfila sul fondo alla destra del portiere azzurro, che tira un sospiro di sollievo come l'intero Napoli, che rientra negli spogliatoio con la partita su uno 0-0 che tutto sommato è un mezzo affare.

Secondo tempo

 Gli azzurri rientrano in campo senza Cajuste, rimpiazzato da Elmas. Lo spartito del match non cambia, con Fofana che in particolare continua a fare il bello e il cattivo tempo per l'Union Berlino, che rischia di farsi male da solo con un disimpegno avventato di Haberer a ridosso della propria area di rigore: Kvaratskhelia ruba la sfera ma sbaglia la misura del passaggio per Raspadori. Al 59' Elmas prova a penetrare in area, ma Khedira lo stende poco prima: la punizione sembra molto interessante, ma Zielinski la spreca con uno schema troppo cervellotico. Al 65' è invece perfetto il tocco dal fondo di Kvaratskhelia per Raspadori, che al volo castiga Ronnow sul suo palo: male nell'occasione la difesa di casa e in particolare Leite, che nel tentativo di liberarsi della sfera di fatto la regala al numero 77 azzurro, bravo a sua volta a saltare di netto Trimmel. Fischer non ci sta e lancia Laidouni, Kral e Behrens per Aaronson, Khedira e Fofana. Garcia risponde inserendo Olivera e Simeone per Mario Rui e Raspadori, l'uomo che ha sbloccato una contesa tutt'altro che facile. Il Napoli prova ad addormentare la partita, non lesinando qualche tentativo di ripartenza quando possibile: in una di queste occasioni la palla arriva a Elmas, il cui tiro a giro non inquadra il bersaglio. Fischer cambia ancora: fuori Haberer e l'infortunato Doekhi e dentro Tousart e Volland. I volti nuovi danno nuova linfa all'Union Berlino, che all'81' sfiora il pareggio con Knoche, che gira di poco sul fondo un cross di Volland. Anche Garcia cambia: scendono Politano e Kvaratskhelia e salgono Lindstrom e Ostigard. I minuti di recupero sono 5: tanti, ma non per i tedeschi, che faticano a imbastire azioni offensive. L'unico pericolo corso dal Napoli è un cross basso smanacciato alla buona da Meret: un piccolo brivido che non intacca la pesantissima vittoria degli azzurri.  

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