Bilanci Juve: chiesto il rinvio a giudizio di Agnelli, Nedved, Paratici e Arrivabene

Dalle plusvalenze alla manovra stipendi: le accuse della Procura di Roma vanno a vario titolo dall’aggiotaggio, all’ostacolo alla vigilanza e alle false fatturazioni

di Redazione Sport
17 luglio 2024
Fabio Paratici, Pavel Nedved e Andrea Agnelli

Fabio Paratici, Pavel Nedved e Andrea Agnelli

Roma, 17 luglio 2024 – La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e altri ex dirigenti allora al vertice della società bianconera, tra cui Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici nell'ambito dell'indagine relativa alle plusvalenze e alla manovra stipendi. Nei confronti degli indagati, circa una decina, le accuse sono, a seconda delle posizioni, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.

La procura ha dunque chiesto il rinvio a giudizio per l'indagine 'Prisma' che chiama in causa gli ex vertici della Juventus. La Procura della Capitale dopo la formale chiusura delle indagini, nei mesi scorsi, ha proceduto nei confronti di una decina di persone, tra cui l’ex presidente della società bianconera, Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved, il direttore generale Fabio Paratici e l'ex ad Maurizio Arrivabene.

Le accuse, a vario titolo, sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Secondo quanto si è appreso il giudice delle indagini preliminari non avrebbe ancora fissato l'udienza.  Resta, invece, in fase di indagini il fascicolo relativo al bilancio depositato il 30 giugno 2022.

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Sulla vicenda, iniziata con le verifiche sulle plusvalenze registrate nelle trattative di compravendita dei giocatori e proseguita poi con la cosiddetta 'manovra stipendi' in merito agli emolumenti da corrispondere ai calciatori durante la pandemia da Covid-19.

L'inchiesta, nata a Torino, è stata trasmessa nella Capitale nel settembre scorso dalla Cassazione. In particolare i giudici della V sezione hanno dichiarato l`incompetenza territoriale dei magistrati del capoluogo piemontese. Nella Capitale i pubblici ministeri Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano insieme al procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, hanno riletto l'incartamento e svolto una serie di verifiche. Alla fine alcune posizioni ritenute minori sono state stralciate.

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