Juventus-Roma, Allegri: "Chiesa sta meglio. Mourinho uno dei migliori"

Le parole del tecnico bianconero prima della partita all'Allianz Stadium

di FRANCESCO BOCCHINI -
29 dicembre 2023
Massimiliano Allegri

Massimiliano Allegri

Torino, 29 dicembre 2023 – L'ultima del 2023 per la Juventus coincide con il big match interno con la Roma e con il secondo ritorno da avversario all'Allianz Stadium di Paulo Dybala, recuperato da José Mourinho e possibile titolare nell'attacco giallorosso. Dovesse scendere in campo, l'argentino sarebbe fra gli osservati speciali. D'altronde parliamo del terzo miglior marcatore straniero (115 reti) nella storia della Vecchia Signora tra tutte le competizioni, alle spalle soltanto di David Trezeguet (171) e John Hansen (124). Nel suo periodo all'ombra della Mole, dal 2015 al 2022, l'ex Palermo è stato il giocatore della Juve con più presenze (293) e più partecipazioni attive tra gol e assist (160, con 115 reti e 45 assist). 

Le caratteristiche dei giallorossi 

Anche senza Dybala, la Roma ha centrato nello scorso turno la vittoria casalinga e arriva a Torino da sesta forza in campionato, a caccia di punti importanti nella corsa alla zona Champions League. Un gruppo, quello capitolino, che ha delle peculiarità e delle caratteristiche chiare, essendo primatista in Serie A per gol segnati negli ultimi 15 minuti di gioco: sono 26 quelli realizzati dai giallorossi dal 75’ in poi, compresi nove degli ultimi 11 (eguagliato così il record nella storia della Roma nel massimo campionato italiano in un anno solare: 26 anche nel 2016). La formazione di Mourinho è l’unica nel massimo torneo a non aver subito reti da fuori area nelle prime 17 giornate, frutto anche del fatto che ha concesso 164 tiri totali ai propri avversari (nessuno ha fatto meglio di Mancini e compagni). Come la Juventus, anche la Roma ha trovato la via del gol in questa stagione con 12 giocatori diversi ed è la più prolifica se si considera il numero di reti realizzate di testa in Serie A: ben otto, davanti ai ragazzi di Massimiliano Allegri, che ne hanno timbrate sette.

"Roma squadra scorbutica"

Allegri che riguardo alla gara in programma sabato sera alle 20.45 ha spiegato in conferenza stampa: "Siamo in un buon momento, nel calcio si vive di equilibrio e perciò stare con i piedi per terra è fondamentale. Mancano due match al termine del girone d’andata, momentaneamente abbiamo 40 punti, puntiamo a fare ancora meglio. La Roma è una squadra scorbutica da affrontare: in panchina c’è uno dei migliori allenatori in assoluto, sono bravi a farti uscire dalla partita e hanno qualità in attacco. Serve grande attenzione, ci vuole pazienza, compattezza e non dobbiamo avere la frenesia di strafare. Loro sono un gruppo con ambizioni, vengono dal successo 2-0 con il Napoli e contro l’Inter a San Siro hanno perso per un episodio verso la fine. Mi aspetto una gara equilibrata, tra Juventus e Roma escono sempre dei confronti molto interessanti". 

Torna Chiesa, Vlahovic titolare? 

Come Dybala per la Roma, anche Federico Chiesa è recuperato per la Vecchia Signora. "A parte De Sciglio e Kean, ancora distanti dal rientro, non ci sono grandi preoccupazioni. Alex Sandro sta recuperando, ci vorranno circa 10 giorni per riaverlo a pieno. Domani è una gara tosta, ma anche la sfida di Coppa Italia di giovedì contro la Salernitana è fondamentale: vogliamo passare il turno perché anche quello rappresenta un obiettivo stagionale - ha sottolineato il tecnico bianconero - Non so ancora chi giocherà sulla destra, deciderò domani se schierare Weah o McKennie. Anche Chiesa sta meglio, è un giocatore importante per noi. A destra Kostic è in forma, ma so che Iling-Junior è sempre un’alternativa valida". In avanti, dopo l'iniziale panchina a Frosinone e la rete decisiva da subentrante, Dusan Vlahovic potrebbe essere schierato dal primo minuto contro la Lupa. "Vlahovic è un investimento di qualità. Ha grandi spazi di crescita, sabato scorso ha segnato un gol straordinario, ha 23 anni e una carriera futura di almeno 10 anni a ottimi livelli. Viene spesso valutato per le reti che fa, ma per me gli obiettivi personali sono importanti soprattutto quando vengono messi a disposizione della squadra". 

"Vietati rilassamenti"

Squadra alla quale Allegri chiede un ultimo sforzo in questo 2023. "Sono contento del lavoro svolto quest’anno, ma non possiamo fermarci perché abbiamo grandi obiettivi da raggiungere. Bisogna continuare a spingere con un profilo basso, sappiamo quanto sia essenziale arrivare a qualificarci per la Champions della prossima stagione. Noi - ha continuato l'allenatore livornese - giochiamo sempre per il risultato, come ogni cosa. Logico, questo può arrivare anche attraverso le prestazioni. Nelle ultime partite abbiamo preso qualche gol di troppo su disattenzioni che non ci appartengono - vedi Frosinone e Genoa - e perciò dobbiamo proseguire a sistemare i dettagli. Ne abbiamo parlato tra di noi, non bisogna mai avere la paura di prendere gol, altrimenti nascono errori di leggerezza". 

Giovani e Mourinho 

Inevitabile, alla luce soprattutto della recente esplosione di Kenan Yildiz, autore di uno strepitoso gol contro il Frosinone, una domanda in conferenza stampa relativamente al tema giovani. "Stiamo seguendo un percorso di crescita. Non dobbiamo mai esaltarci troppo, né deprimerci facilmente. Ho a che fare con ragazzi bravi, questo è un grande merito da attribuire alle stagioni passate. La Juventus ha un patrimonio interno a livello di giocatori che trasmette tranquillità verso il futuro: c’è grande materiale qui in casa e anche con i vari prestiti in giro nelle altre squadre". E a chi gli ha chiesto del confronto con Mourinho, Allegri ha risposto: "Mi fa sempre grande piacere quando vengo accostato alla 'vecchia scuola' insieme a Mourinho e Ancelotti. Personalmente credo nel calcio esistano mille variabili, non esiste una verità assoluta. Ancelotti è un allenatore straordinario, che continua a vincere e tutt’ora sta svolgendo un lavoro stupendo. Per Mourinho parlano i risultati: li ha sempre ottenuti, poi può anche non piacere, ma il resto conta poco. Essere accostato a loro per me è un grande orgoglio. La prima volta che ho affrontato Josè allenavo il Cagliari, io ero un “bambino” e lui con l’Inter era già un mister vincente".

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