Napoli, sempre più probabile l'addio di Calzona: De Laurentiis torna sulle tracce di Conte

L’eliminazione dalla Champions League e le difficoltà in campionato allontanano la permanenza del ct della Slovacchia: risale il tecnico salentino, ma piacciono anche Pioli, Italiano, Palladino e Farioli

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
14 marzo 2024
Antonio Conte (Ansa)

Antonio Conte (Ansa)

Napoli, 14 marzo 2024 – A margine della dolorosa eliminazione dalla Champions League per mano del Barcellona, quasi come per scacciare subito l'onta del fallimento, Francesco Calzona aveva subito aperto le porte a un futuro al Napoli: a patto ovviamente di accordarsi con la Federazione slovacca e di ricevere una proposta dal club partenopeo. A tal riguardo, pur essendo molto presto sulla tabella di marcia, tutto tace e di certo la recente debacle in terra spagnola non sarà servita per provare a convincere Aurelio De Laurentiis della bontà del lavoro dell'ex vice di Maurizio Sarri e Luciano Spalletti. L'ultimo asso che potrebbe calare Calzona attiene alla prossima Champions League, di fatto l'ultimo obiettivo ancora in piedi in stagione per gli azzurri: scalare la classifica fino al quinto o al quarto posto, con la partita del ranking Uefa ancora aperta nonostante le eliminazioni in serie di tutte le italiane dall'attuale edizione, avrebbe il sapore dell'impresa forse buona per conquistare De Laurentiis, già scottato per aver dovuto rinunciare al Mondiale per club 2025 e alla pioggia di milioni che porta con sé insieme al prestigio e alla visibilità. L'unico modo per evitare un altro bagno di sangue, che avrebbe luogo tra l'altro alla vigilia della della rivoluzione estiva attesa a Fuorigrotta, è appunto ottenere il pass per la nuova Champions League in cantiere, a sua volta più ricca e affascinante: pena, a quel punto, l'addio certo dello stesso Calzona, consapevole del lungo casting già aperto per accomodarsi su una panchina, quella azzurra, che l'anno prossimo potrebbe scottare meno.

Una panchina rovente

Se nessuno voleva raccogliere la pesantissima eredità di Spalletti e del suo scudetto riportato nel capoluogo campano dopo 33 anni e a suon di record, la musica potrebbe essere diametralmente opposta tra qualche mese, quando chiunque potrebbe cullare velleità di diventare l'apripista del nuovo ciclo, magari vincente, del Napoli. Certo, nel frattempo a Castel Volturno è cambiato tutto sul piano sportivo ma non su quello societario che, anzi, vede un De Laurentiis più che mai battagliero (per usare un eufemismo) sia nei confronti della sua creatura, con la permanenza ormai fissa a bordo campo, sia nelle tante cause perorate a livello istituzionale. Chiunque si accomoderà sulla panchina azzurra, quindi, è consapevole di dover fare i conti con un presidente-padrone che nel frattempo potrebbe aver anche cambiato qualcosa a livello dirigenziale: l'avventura da direttore sportivo, per la verità quasi da comparsa, di Mauro Meluso sembra al capolinea, con Igli Tare e Frederic Massara in pole position per contendersi la poltrona vacante. L'inserimento di una figura più forte anche solo a livello mediatico potrebbe rendere più appetibile e affollato il casting futuro per raccogliere l'eventuale eredità di Calzona. Qui torna in ballo anche il casting, stavolta passato, per trovare il successore di Spalletti. E soprattutto tornano in ballo le parole di Thiago Motta, che a quanto pare motivò il suo rifiuto puntando il dito proprio su un assetto societario, quello del club partenopeo, troppo presidente-centrico e privo quindi delle necessarie figure intermedie tra area sportiva e dirigenziale. In seconda battuta, ma neanche tanto, pesano le scelte sul mercato di Meluso che finora (e siamo ormai sul finire della stagione) non hanno rispettato né le aspettative tecniche né quelle economiche. Il nuovo Napoli in cantiere, in un certo senso, sarà modellato sulla falsariga degli errori commessi nel recente passato, utili più che mai proprio per risorgere al meglio dalle ceneri. Solo a quel punto, dopo aver quindi sistemato ciò che oggi non funziona a nessun livello, compreso quello della comunicazione e dell'immagine figlio delle recenti escandescenze del patron anche in ambito continentale, potrà partire la caccia al nuovo allenatore, che vede in Antonio Conte sempre il preferito della lista.

Prima Conte, poi gli altri

Un anno fa di questi tempi l'accento sarebbe stato posto sul dogma del 4-3-3, caduto inesorabilmente come tutte le altre certezze costruite nel frattempo da un Napoli che si sta riscoprendo poco competitivo anche con il modulo del sogni. Come da vecchio adagio, banalmente la fortuna degli allenatori la fanno i giocatori, con il viceversa che vale poco a maggior ragione con riferimento alla veste tattica. L'eventuale Conte, tra l'altro, potrebbe andare passare dal suo consueto 3-5-2 a un 3-4-3 magari più affine alla consistenza del roster azzurro che comunque, è bene ripeterlo, nel corso dell'estate cambierà parecchio. A questo punto entra in scena il Milan, dato da radio mercato come la meta più probabile e ambita del tecnico salentino. A entrare in scena è anche Stefano Pioli, che a sua volta è sul taccuino di ADL in caso di sempre più probabile divorzio dai rossoneri a fine stagione. Solo la vittoria di un trofeo potrebbe ribaltare lo scenario, con l'avventura in Europa League che diventa dunque cruciale per tutti: per il Milan, per Pioli, ma anche per il Napoli, per Conte e per De Laurentiis. Qualora tutti questi incastri non dovessero andare a dama, le alternative non mancano per un ADL che, sua volta, potrebbe stupire confermando Calzona: scenario comunque attualmente molto improbabile. Più facile che caso torni in auge Vincenzo Italiano, un altro vecchio pallino del patron che potrebbe liberarsi dalla Fiorentina dietro pagamento di una clausola rescissoria. Possibile però che per il nuovo corso degli azzurri De Laurentiis voglia un tecnico più giovane, anche per lanciare un segnale di freschezza ed entusiasmo alla piazza. Sono infatti in netto rialzo le quotazioni di Raffaele Palladino, un napoletano finora solo avversario sia da giocatore sia da allenatore che potrebbe dunque chiudere un cerchio. Scende ancora l'età per Francesco Farioli, che al Nizza ha toccato il cielo con un dito prima del recente crollo verticale che sta mettendo in bilico la stessa qualificazione europea per l'anno prossimo: uno scenario che il Napoli conosce bene e che proverà ad evitare sotto la guida di Calzona, la cui permanenza è sempre più in bilico.

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