Napoli, Di Lorenzo: "Un primo posto in classifica inaspettato ma meritato"
Ai microfoni di Dazn, il capitano fa il punto della situazione, tra analogie con lo scudetto di due anni fa e piedi ben piantati per terra: "Il campionato è ancora lungo, ma si è ricreata la giusta magia con la piazza"

Giovanni Di Lorenzo (Ansa)
Napoli, 21 febbraio 2025 - L'appetito vien mangiando e, strada facendo, la fame in casa Napoli è aumentata a dismisura di pari passo con un primato in classifica che dura da 18 turni e che nell'ultima giornata ha visto salire a 2 i punti di vantaggio sull'Inter: ancora troppo poco per lanciare il primo vero tentativo di fuga, ma non per continuare a sognare. Parola di capitan Giovanni Di Lorenzo, intercettato dai microfoni di Dazn.
Un primo posto da difendere
Come tutte le favole, perché di tale si tratta a prescindere da come finirà il campionato, l'inizio dell'avventura targata Antonio Conte è stato in salita, con quella pesantissima sconfitta maturata al Bentegodi che a molti dava già gli errati presagi di un sodalizio, quello con gli azzurri, destinato a durare poco e con di mezzo anche poche soddisfazioni. "La prima partita, quella contro il Verona, era stata come l'ultima dell'anno precedente. Quella sconfitta fu brutta e nessuno se l'aspettava, ma da quel momento in poi, a partire dal match del Maradona contro il Bologna si è visto un entusiasmo crescente che ha poi di fatto dato avvio al nostro vero campionato. Si è ricreata l'unione con la piazza e questo ci sta aiutando tanto, anche se va ricordato che la passione dei tifosi c'era anche l'anno scorso, nei tanti momenti difficili e so che non mancherà mai. Ora sta a noi cavalcare quest'entusiasmo che si respira in città e allo stadio e provare a trarre vantaggio da questa spinta". Insomma, Di Lorenzo, il capitano dell'ultimo scudetto, conosce già la ricetta per raggiungere il primato in classifica e portarlo avanti fino alla fine del campionato anche a dispetto magari dei pronostici infausti e delle griglie di partenza del campionato. "Stare in alto fa piacere, ci godiamo il primo posto sapendo di non essere lì per caso, ma anche che il torneo è ancora lunghissimo. Il nostro focus è affrontare partita per partita dando tutto: altri discorsi per ora sono prematuri, anche perché in classifica ci sono diverse squadre ancora molto vicine e ci sarà tanto da battagliare. Guardo tutte le partite, sono un 'malato' di calcio, ma mi interessa solo il Napoli: il resto viene tutto in secondo piano". Calendario e classifica alla mano, è presto per emettere qualsiasi verdetto ma non per ripensare allo scudetto vinto due anni fa, per un ricordo oggi più vivo che mai nella testa e nel cuore del capitano (e non solo). "Quella è stata una vittoria bella e importante per tutti. Anche quest'anno stiamo facendo qualcosa di straordinario ripensando a dove eravamo nella scorsa stagione e a come avevamo avviato questa. Essere in alto nell'anno della ricostruzione valorizza ancora di più il nostro lavoro. L'obiettivo - continua Di Lorenzo - deve essere continuare a crescere come squadra e come gruppo e affrontare al massimo ogni partita, per poi vedere come finirà il campionato".
I singoli e l'emergenza infortuni
Il concetto di gruppo e collettivo è ricorrente nelle parole del capitano e degli altri azzurri, ma indubbiamente alla guida di questo plotone c'è un condottiero, Conte, che fin da subito ha impresso il suo marchio di fabbrica sul Napoli. "Il rapporto con il mister è ottimo fin da quando è arrivato, visto che si è subito creato un bel legame. E' un allenatore forte, ci ha trasmesso subito la sua determinazione e la sua voglia di competere per obiettivi importanti e noi, proprio su questa falsariga, lo stiamo seguendo fin dal primo giorno di ritiro. Siamo tutti convinti che su questa strada riusciremo a crescere come squadra e come singoli: siamo tutti uniti nel nostro percorso". A dispetto di chi parla di una fortuna quasi proverbiale di Conte, anche il suo Napoli in un'annata comunque positiva sta facendo i conti con le sue spine: come l'emergenza infortuni delle ultime settimane, aggravata dal recentissimo stop anche di Pasquale Mazzocchi che mutila ulteriormente le opzioni sulle corsie esterne. "Gli infortuni fanno parte di questo sport, succede, e la squadra deve essere pronta ad affrontare anche situazioni come questa. Lo stiamo facendo perché abbiamo un gruppo forte, unito, che va oltre le difficoltà, come abbiamo dimostrato finora. Il merito è dei giocatori, ma anche del mister che fa sentire tutti importanti, venendo ripagato al momento in cui capita l'occasione buona". Parlando proprio dei giocatori, Di Lorenzo fa due nomi tra i tanti volti nuovi dell'estate che l'hanno stupito in positivo. "Scott McTominay ha avuto un grande impatto, anche se sapevamo che fosse forte, venendo dal Manchester United, per giocare nel quale devi avere per forza qualità. Mi ha stupito il suo impatto, così come quello degli altri nuovi arrivati, come Billy Gilmour e gli altri che aiutano la squadra ogni settimana tenendo alto il livello degli allenamenti". Poi c'è proprio Di Lorenzo, a sua volta tornato ai suoi livelli. "Sto facendo bene, ma questo vale per tutti, perché è tutto legato al rendimento della squadra. Quest'anno ci siamo messi in testa l'idea di riscattarci dopo la stagione brutta alle spalle e stiamo portando avanti questo proposito". Poi c'è un filo diretto che unisce il Napoli alla Nazionale e che si chiama Luciano Spalletti. "Il mister lo sento poco, solo quando vado a Coverciano e lì parliamo anche di come sta andando il Napoli. Il rapporto resta anche se non ci si vede tanto". A parlare è il rendimento della capolista, che vuole continuare a essere tale. "Giocare una volta a settimana ti dà il vantaggio di poter preparare meglio le partite, ma l'assenza delle Coppe ti toglie qualcosa. Anche nell'anno dello scudetto, tante gare di Champions League ci hanno dato entusiasmo ed autostima, come la vittoria sul Liverpool: sono cose che ti porti dietro per tutta la stagione. Quest'anno non possiamo contare su questo fattore, ma dobbiamo farci trovare pronti ogni domenica. Con la speranza di tornare a disputare le competizioni europee, che mancano sia a me sia ai miei compagni".
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