Napoli, paradosso in attacco: pochi gol, ma massimo cinismo

Prosegue il trend che vede gli azzurri segnare poco rispetto alle rivali (Inter in primis) ma capitalizzare quasi al massimo ogni chance, come dimostra il dato degli Expected Goals

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
20 febbraio 2025
Romelu Lukaku (Ansa)

Romelu Lukaku (Ansa)

Napoli, 20 febbraio 2025 - Lo scorso turno di campionato ha emesso un primo verdetto nel testa a testa tra Napoli e Inter nella lotta scudetto: gli azzurri, pur incassando la rimonta last minute per mano della Lazio, non solo non hanno subito il sorpasso dei campioni in carica ma addirittura hanno fatto salire a 2 i punti di vantaggio sugli stessi, usciti sconfitti dal match contro la Juventus. Dunque, una giornata che per la capolista poteva rivelarsi deleteria si è trasformata in un mezzo sorriso che potrebbe diventare pieno in caso di vittoria a Como nella gara che precederà lo scontro diretto al Maradona tra le prime due della classe. A far sorridere il Napoli, oltre alla classifica, in vista della seconda trasferta di fila dopo quella dell'Olimpico c'è appunto il rendimento esterno, con la prima e unica sconfitta a referto nella gara di esordio, quella di Verona, la stessa nella quale la banda di Antonio Conte subì 3 degli 11 gol totali incassati lontano da Fuorigrotta. Un ottimo viatico verso il match del Sinigaglia, quello del quale gli azzurri dovranno evitare diverse trappole per mantenere quell'imbattibilità che dura dall'8 dicembre e, appunto, per presentarsi con almeno 2 punti di vantaggio alla gara potenzialmente della verità contro l'Inter. Per farlo servirà battere il Como, confidando in qualche rientro dall'infermeria ma anche in una fase offensiva più incisiva.  

Difesa e attacco: il confronto tra Napoli e Inter

  Lo specchio, nel bene e nel male, lo ha offerto l'ultimo match, quello che all'Olimpico ha sancito il terzo pareggio di fila degli azzurri. Al gol segnato da un insolitamente cinico Giacomo Raspadori si è aggiunta l'autorete di Adam Marusic propiziata da un precedente tocco di gluteo di Mario Gila: una cambola fortunata che non sempre si verificherà e che, a momenti, quasi fruttava una vittoria forse non totalmente meritata. La stessa Dea Bendata, si sa, spesso si diverte a far girare la sua ruota: meglio, dunque, fare affidamento sulle proprie risorse. Parlando di attacco, il dato dei gol fatti dal Napoli recita ad oggi 41 contro un fatturato da 58 reti dell'Inter, che però ha anche subito 4 gol in più (24 contro i 19 incassati dagli azzurri). Da questo confronto incrociato emergono pregi e difetti delle due principali candidate allo scudetto, sempre ammesso che si voglia ridurre tutto a un duello, escludendo quindi la balbettante Atalanta delle ultime settimane. Se è vero, come da vecchio assioma nel mondo del calcio, che lo scudetto lo vincono le difese, allora il Napoli parte da un ottimo vantaggio a prescindere da quello che dice oggi la classifica. Di esami ne sono stati superati tanti anche e soprattutto nei due mesi vissuti senza il pilastro Alessandro Buongiorno, ma ora che i punti cominceranno a pesare il doppio per tutte le squadre della Serie A, a prescindere dagli obiettivi da inseguire, l'asticella si alzerà ulteriormente. Allo stesso tempo, dovrà lievitare anche il fatturato offensivo di un Napoli che si sta riscoprendo più cooperativa del gol rispetto a un passato nel quale la quasi dipendenza dal bomber principe si sentiva con forza. Eppure, nonostante qualche battuta a vuoto davanti alla porta e diverse prestazioni sottotono, il capocannoniere è Romelu Lukaku e i suoi 9 gol, seguito a ruota sul podio momentaneo da Scott McTominay (7 reti) e dalla coppia composta da André-Frank Zambo Anguissa e Khvicha Kvaratskhelia, fermi a 5 gol (il georgiano definitivamente dopo la partenza direzione Paris Saint-Germain). Proprio il vuoto lasciato dall'ex numero 77 comincia a pesare ora che il suo sostituto desidegnato David Neres è fermo ai box, dove rischia di rimanerci fino a metà marzo, e Noah Okafor, quello procacciato dal mercato (e non esattamente come prima scelta) è ancora fuori condizione.

L'indice XG medio e il fattore cinismo

  In realtà, esiste un altro dato che invece dipinge un Napoli cinico che capitalizza quasi ogni chance creata: anche in questo caso, giusto per restare alla stretta attualità, il 2-2 contro la Lazio funge da valido esempio. La statistica degli XG (gli Expected Goals) fin da inizio campionato vede gli azzurri piazzarsi in posizioni poco lusinghiere, addirittura più vicina alla parte destra che a quella sinistra della classifica: la media a partita parla di un 1.39 che vale un decimo posto che certifica il grande lavoro di Conte e dei suoi ragazzi. Insomma, spesso il Napoli va in gol e vince con il minimo sforzo e non si allude soltanto alla fortunosa (e fantozziana) carambola Gila-Marusic 'ammirata' nell'ultima giornata. Un'eventuale anemia offensiva nei prossimi due incontri potrebbe infatti rivelarsi fatale. Si parte dal Como, solo all'apparenza uno scoglio facile da superare, mentre in realtà la squadra di Cesc Fabregas, in particolare dalla trequarti in su, se in giornata positiva può fare davvero paura a qualsiasi avversaria. Si arriva, ovviamente all'Inter che, nonostante gli ultimi inciampi in trasferta, la permanenza (tra l'altro da unica italiana) in Champions League e un primato in classifica dalla scorsa giornata ancora più lontano, per molti nel lungo termine è ancora la favorita per lo scudetto grazie a una rosa all'apparenza più lunga, profonda e qualitativa. La stessa Inter conosce però bene il 'metodo Conte', la ricetta spesso buona per vincere i campionati: pochi fronzoli, e magari pure poche reti, ma tanta sostanza e solidità, per un copione che è stato portato in scena anche a Fuorigrotta, negli ultimi anni la patria del 'giochismo'. Per una volta, invece, tutti all'ombra del Vesuvio accettano la filosofia opposta del 'risultatismo', mai come ora, con il sogno scudetto di nuovo vicinissimo dopo la pessima scorsa stagione, davvero l'unica cosa che conta: un mantra che Conte conosce bene, tra passato, presente e forse anche futuro, a prescindere dai colori.

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