Napoli, cambio di programma per Osimhen? Decisivi il mercato e il ruolo di Conte
La mancanza di offerte per il nigeriano, a sorpresa, potrebbe portare alla permanenza. L'ultima parola spetterà al tecnico salentino, che sogna ancora Lukaku: Dovbyk l'alternativa
Napoli, 3 giugno 2024 – Nel calciomercato notoriamente le sorprese sono sempre dietro l'angolo. In casa Napoli, sembra non essere il caso dell'approdo sulla panchina di Antonio Conte, dato che l'ufficialità potrebbe arrivare anche prima del previsto, come lasciato tacitamente intuire dal rientro di Aurelio De Laurentiis da Ibiza nella serata di domenica. In ogni caso, nulla dovrebbe cambiare rispetto alle indicazioni dei giorni scorsi che, per il tecnico salentino, parlano dell'imminente firma fino al 30 giugno 2027 dietro pagamento di uno stipendio di 6,5 milioni di parte fissa, più 2 milioni di bonus legati alla qualificazione alla Champions League e altri vincolati allo scudetto. Ciò che è difficilmente controllabile attiene alla sfera di competenza delle altre squadre. Il focus attuale va al Chelsea, vicino a nominare Enzo Maresca come nuovo allenatore, confermando così quel fil rouge del club con l'Italia: come in effetti sa bene lo stesso Conte, transitato a quelle latitudini nel biennio 2016-2018. Proprio l'imminente approdo del tecnico campano sulla panchina londinese, dopo la promozione raggiunta con il Leicester, rischia di creare un effetto domino sul mercato che coinvolgerebbe in maniera il Napoli, che ha individuato in Romelu Lukaku il possibile erede di Victor Osimhen, a sua volta finito in orbita Chelsea. Da Maresca potrebbe arrivare lo stop alla cessione, l'ennesima, del bomber belga, e anche da Castel Volturno il mood intorno al nigeriano potrebbe a sua volta mutare. Volente o nolente.
Osimhen resta?
La priorità del club partenopeo, in vista di un futuro di ristrettezze senza i soldi garantiti dalla Champions League, andrebbe alla cessione di un giocatore che pesa come un macigno sui bilanci e che, forse troppo spesso, incappa in guai fisici. Proprio quest'ultima problematica, ormai nota un po' a tutti e alla quale bisogna sommare l'ingaggio monstre da 10 milioni lordi, rischia di cambiare i piani in uscita del Napoli, che a sua volta da ora in poi dovrà giocoforza dare ascolto anche ai dettami di Conte, che di certo non arriverà per ricoprire soltanto il ruolo di mero allenatore: soprattutto dopo aver acconsentito ad abbassare leggermente le proprie pretese sulla base fissa del contratto. Insomma, l'ultima parola sulla vicenda Osimhen e sulle altre criticità della rosa la avrà il futuro tecnico, che avrà piena libertà di manovra anche sulla scelta del modulo e della vesta tattica di un Napoli che, dopo tanti anni, potrebbe optare per la strada del 'risultatismo' in luogo del 'giochismo'. Qualora dovesse realizzarsi questo scenario, temuto e auspicato in contemporanea da una piazza notoriamente di bocca buona, a maggior ragione il Napoli che sarà dovrà poter contare sulle giocate dei propri assi: sia nuovi sia già presenti nel roster. Anche sul destino di Osimhen la tifoseria è divisa: da una parte c'è chi confida in una cessione che, alla vigilia di un'estate presumibilmente complicata, rischia di essere l'unico modo per sbloccare l'impasse sul mercato e portare liquidità alle casse del club partenopeo, e dall'altra ci sono coloro che, tra il romantico e la paura dell'ignoto e delle incertezze che porta con sé, sperano nella permanenza di un bomber che, anche nell'annata peggiore, garantisce un interessante fatturato offensivo. Probabilmente nel mezzo si staglia la sagoma di De Laurentiis, a sua volta forse solleticato dall'idea di provare a sposare Osimhen e Conte, due personalità forti in campo e fuori che potrebbero fare scintille. Con tutto ciò che questo potrebbe comportare.
Dovbyk l'alternativa
Eppure, paradossalmente, per un Napoli che ha vissuto la stagione post scudetto quasi con l'elettrocardiogramma piatto, una scossa ci vuole. Tutto, a cominciare dall'imminente cambio in panchina, con il carneade Francesco Calzona già consegnato agli archivi della storia del club senza troppi rimpianti, lascia pensare che ciò possa accadere tramite l'arrivo del tecnico salentino, di per sé già valido come l'ingaggio di un top player, e non solo grazie a uno stipendio da star. Invece, molto potrebbe essere spostato dai giochi legati al reparto avanzato, quello che proverbialmente forse fa vincere le partite ma non i campionati ma che, in questa fase storica, serve a riaccendere la miccia dell'entusiasmo. Guai però a ridurre l'inizio di un nuovo ciclo tecnico in una semplice fluttuazione degli umori di una piazza ancora scottata dal deludentissimo anno vissuto da squadra scudettata, con i record che stavolta sono stati aggiornati tutti in negativo. La fetta ottimista della tifoseria sogna una risalita così veloce com'è stato il crollo, anzi, il tracollo dal primo al decimo posto, ma notoriamente cadere è più facile che rialzarsi. Non solo: non è detto che la strada della continuità, dopo un'annata che ha lasciato molte tossine, sia quella giusta, oltre a essere influenzata da ciò che accade in uscita. Insomma, nonostante lo zero nella casella delle offerte arrivate per Osimhen e nonostante le ritrosie inedite del Chelsea per cedere Lukaku, l'ultima parola non è ancora detta. Da qui l'esigenza di tenere sempre vivo il casting per il possibile nuovo attaccante del Napoli, che vede in questo momento in pole position Artem Dovbyk, una delle stelle del soprendente Girona, arrivato terzo nella Liga e alla prima storica qualificazione in Champions League. Per l'ucraino il ruolino di marcia è stato eccellente: 25 reti e 10 assist in 41 presenze stagionali che lo hanno reso uno degli attaccanti più appetiti sul mercato. Si parla di Champions League ed è inevitabile pensare quanto possa pesare in sede di mercato l'assenza del Napoli per almeno una stagione dal palcoscenico più desiderato dai giocatori per quanto riguarda i club. Qui torna in gioco Conte, già cruciale nonostante la firma non ci sia ancora (il giorno buono dovrebbe essere mercoledì): per il tecnico salentino si prospetta anche il ruolo di specchietto per le allodole per attirare giocatori che potrebbero fare resistenze dopo un'annata del genere che, soprattutto all'estero, in riferimento all'exploit della scorsa stagione ha fatto già gridare al paragone con il Leicester.
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