Napoli, vicina la rivoluzione annunciata: il mercato lancia il 3-4-2-1

Gli arrivi vicini di Samardzic e soprattutto Mazzocchi spingono verso l'accantonamento del 4-3-3, il modulo dello scudetto

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
3 gennaio 2024
Pasquale Mazzocchi (Ansa)

Pasquale Mazzocchi (Ansa)

Napoli, 3 gennaio 2024 – La prima spallata al 4-3-3 l'hanno inferta i risultati deludenti raccolti in questa stagione e la poca convinzione nell'utilizzo dello stesso da parte prima di Walter Mazzarri e poi degli stessi giocatori: la seconda, quella buona a far sgretolare il totem dell'intoccabilità del modulo dello scudetto, sarà con ogni probabilità data da un mercato che dovrebbe regalare al Napoli i giocatori buoni per virare verso il 3-5-2 o il 3-4-2-1.

Gli indizi contro il Monza

Un ruolo chiave in questa rivoluzione annunciata lo avrà Lazar Samardzic, il grande obiettivo del mercato di gennaio degli azzurri che pare a un passo: forse qualcosa di più di un passo, con il club partenopeo che sta provando ad alleggerire i costi (fissati in 20 milioni di parte fissa e 5 milioni di bonus) con l'inserimento di una contropartita tecnica (da individuare presumibilmente in Alessio Zerbin) e l'Udinese a rispondere picche anche per cautelarsi dopo quanto successo in estate con l'Inter. Insomma, tra le parti c'è ancora da lavorare per evitare il revival di quanto accaduto appena pochi mesi fa, ma l'ottimismo continua a farla da padrone. L'acquisto del talentino serbo, che dovrebbe legarsi al Napoli fino al 2028 dietro pagamento di uno stipendio da 2,1 milioni a stagione, seppur ancora con il condizionale a prevalere per ragioni di cautela e sempre a meno di altri colpi di scena, sarà il primo tassello che sposterà gli equilibri sul rettangolo verde del Maradona. Qualcosa, a dirla tutta, si era già visto contro il Monza, ma la forte emergenza che aveva colpito (e tuttora permane) la rosa a disposizione di Mazzarri sembrava la vera molla di qualsiasi novità tattica intravista nella gara che ha chiuso il 2023 degli azzurri. Oggi la musica è diversa e suona all'unisono con i nuovi: lo stesso Pasquale Mazzocchi, che in queste ore sta ultimando le visite mediche a Villa Stuart prima di salutare definitivamente la Salernitana, è un giocatore che negli anni ha giocato principalmente in una difesa a tre. Tornando al recente passato, contro il Monza l'assetto del Napoli vedeva, davanti ad Alex Meret (che ne avrà per un mesetto), Giovanni Di Lorenzo molto più vicino ad Amir Rrahmani e Juan Jesus, disegnando di fatto un'inedita retroguardia a tre: il tutto anche grazie all'inserimento dall'inizio di Zerbin e nonostante i proclami della vigilia di Mazzarri, che ribadiva il dogma del 4-3-3 per il suo Napoli. Gli allenatori, si sa, davanti a microfoni e taccuini spesso mentono: a maggior ragione se poi lasciano in panchina Jesper Lindstrom, notoriamente un'ala pura, per schierare un profilo più abituato a scalare e a coprire quindi l'intera fascia. Insomma, il pareggio a reti bianche ottenuto contro il Monza non sarà servito per rilanciare le ambizioni di classifica degli azzurri ma ha in un certo senso innestato il seme della rivoluzione che a breve, anche grazie al mercato tanto invocato dallo stesso Aurelio De Laurentiis per correggere le brutture estive, dovrebbe prendere il via.

L'assetto del 'nuovo' Napoli

L'occhio lo ruba ovviamente il colpo in canna Samardzic, il jolly che dal centrocampo in su sa fare praticamente tutto, pur difettando di quella continuità che finora ne ha impedito il definitivo salto di qualità. Eppure, anche Mazzocchi farà la sua parte, candidandosi a coprire l'intera corsia destra, con Di Lorenzo che quindi potrebbe dedicarsi soltanto alle mansioni difensive a tempo indeterminato o anche soltanto per rifiatare e ritrovare lo smalto dei giorni d'oro. Si torna quindi a Samardzic, il nuovo 'bad boy' della Serie A dalla famiglia piuttosto ingombrante: il serbo si collocherebbe alle spalle dell'unica punta, verosimilmente il totem Victor Osimhen, insieme a Khvicha Kvaratskhelia, il cui accentramento era in predicato da tempo per provare a sorprendere quelle difese che, nel tempo, ne hanno studiato a dovere giocate e movimenti. A tal riguardo, ad aiutare Mazzarri ci sono le idee magari da mutuare in blocco dalla Georgia, nella quale il numero 77 gioca da trequartista con tutti i benefici del caso: più vicinanza alla porta e conseguente maggiore efficacia al tiro anche grazie all'elusione del raddoppio sistematico cucito su misura a Kvara. La corsia mancina, in attesa del rientro del lungogente Mathias Olivera, sarebbe di competenza di Mario Rui, mentre la linea mediana vedrebbe Stanislav Lobotka e André-Frank Zambo Anguissa intenti a provare a garantire qualità e quantità. Insomma, sulla carta il Napoli versione 3.0 firmato da Mazzarri dopo quello dei fasti di oltre una decade fa e quell'altro visto, senza troppa convinzione con la veste del 4-3-3, in questi primi mesi dal ritorno in panchina, è presto fatto. Eppure, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Anzi, un oceano mosso da onde vorticose e insidiose che riportano a galla, nel vero senso della parola, i tanti problemi che attualmente agitano le notti a Castel Volturno: dall'incombente Coppa d'Africa, che priverà Mazzarri di pedine preziose come Osimhen e Anguissa, ai tanti infortuni che continuano a falcidiare la rosa, senza dimenticare il rendimento in calo (fisicamente e non) dei veterani e l'incognita tradizionalmente nascosta dietro ogni nuovo acquisto. Insomma, si fa presto a dire rivoluzione atta a risolvere tutti i problemi che attanagliano il Napoli, sia in campo sia fuori. Non solo: prima ancora bisogna chiudere le operazioni di mercato in bilico, con quella legata a Samardzic che, senza la stoccata decisiva, rischia di diventare un'altra telenovela. Non a caso, dalla Capitale, dove Mazzocchi sta svolgendo le visite mediche di rito, spuntano delle inquietanti voci su un possibile blitz della Lazio per inserirsi nelle crepe delle difficoltà della trattativa tra Napoli e Udinese dettate dalle cifre dell'affare, dalle percentuali sulle commissioni e anche dal ben noto nodo dei diritti d'immagine. Un film già visto su questi schermi appena pochi mesi fa, seppur con altri protagonisti.

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