Napoli, Meret ai margini: senza rinnovo si fa sotto la Roma

Il friulano è stato scavalcato da Gollini nelle gerarchie e ora anche il prolungamento torna in bilico. Intanto Osimhen ritarda ancora il suo rientro

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
14 febbraio 2024
Alex Meret (Ansa)

Alex Meret (Ansa)

Napoli, 14 febbraio 2024 - Tra i tanti protagonisti dello scudetto, seppur forse tra i meno celebrati, c'è anche Alex Meret, che però come gran parte degli eroi del tricolore avrebbe poi vissuto un'annata successiva che definire tribolata è poco. In realtà, il caso del friulano è ben più complicato fin dagli esordi della sua avventura al Napoli, cominciata nell'estate 2018 e tra l'altro subito nel segno di un grave infortunio. La frattura dell'ulna del braccio sinistro sarebbe stata per l'ex Udinese una sorta di spoiler del destino che lo avrebbe atteso in azzurro, con il posto fisso (quasi) mai garantito anche a causa di divesi intoppi fisici. Non solo: anche a fronte di molte parate importanti, di Meret e in particolare del Meret partenopeo si sottolineano spesso soltanto gli errori o presunti tali. Colpa forse di un feeling reciproco mai nato e di una situazione contrattuale che, in un modo o nell'altro, appare sempre in bilico: l'apice in tal senso sarà toccato da qui al 30 giugno, data che potrebbe segnare la fine di un sodalizio turbolento fin dall'inizio.  

Dal possibile rinnovo alla corte della Roma

  Il rinnovo-ponte firmato a ottobre 2022 aveva avuto il merito di allungare il precedente contratto fino alla prossima estate, con opzione appannaggio del club partenopeo per prolungare ulteriormente il legame fino al 30 giugno 2025 al raggiungimento del 70% delle presenze in campo: pena l'addio a zero, sulla falsariga di quanto accadrà all'altro veterano Piotr Zielinski, ufficiosamente già un giocatore dell'Inter per la prossima stagione. Stavolta, a maggior ragione, il potere decisionale si concentra nelle mani di Aurelio De Laurentiis, che potrà valutare se far scattare l'opzione o se lasciare andar via il portiere, che ha già diverse spasimanti: su tutte la Roma, che fiuta l'affare a zero per provare a sistemare una volta per tutte l'annoso problema dei pali dell'Olimpico, da anni mai in mani sicure. Il soprannome 'Rui Pasticcio' affibbiato al pur bravo Rui Patricio, a sua volta in scadenza a fine giugno e praticamente senza alcuna chance di rinnovare, la dice lunga su una situazione diventata quasi grossolana nella Capitale. A quel punto, lo stesso De Laurentiis non potrà lamentarsi né del comportamento della Roma né di quello di Meret, che il suo lo ha sempre fatto, in campo e fuori: in campo, salvando spesso la porta del Napoli nell'anno dello scudetto, quello in cui comunque le sollecitazioni per la difesa erano decisamente poche e, fuori, finendo ai margini senza sollevare alcun polverone mediatico né personalemente né tramite il proprio agente. Neanche quando, al rientro dall'ennesimo infortunio, il classe '97 di fatto perso il posto tra i pali del Maradona appannaggio di Pierluigi Gollini, che dal canto suo sta offrendo garanzie non cadendo in errori gravi neanche nelle sconfitte: di questi tempi, a Fuorigrotta, uscire dal calderone dei colpevoli è veramente tanta roba. Dietro questa scelta tecnica di Walter Mazzarri in molti hanno visto già una decisione bella e presa da parte della società in vista dell'estate: via Meret e promozione a titolare fisso di Gollini. A quel punto, in casa Napoli resterebbe vuota la casella del portiere di riserva: chissà che alla fine il ruolo non spetti a Elia Caprile, che dopo un inizio difficile si sta facendo valere con la maglia dell'Empoli. Negli ultimi mesi il club partenopeo, sul fronte mercato, ha incassato parecchie critiche. Tutto era cominciato con la mancata sostituzione con un difensore all'altezza di Kim Min-Jae, per poi arrivare alle diverse altre lacune rivelatesi strada facendo in una rosa che, al momento, fa fatica a entrare nelle posizioni buone anche per l'Europa di rincalzo. L'operazione Caprile, al netto della attualmente tanto chiacchierata e tesa sinergia con il Bari, è stata invece lungimirante: esattamente come, nel 2018, lo era stata quella che aveva vestito di azzurro Meret, prima issato a miglior interprete italiano del ruolo e poi di fatto fustigato a ogni incertezza. Un copione che, nel caso, Caprile si auspisca di non vivere.

Osimhen, il giallo del ritorno

  Tra le scorie lasciate dal turbolento post scudetto c'è il rapporto ormai incrinato con Victor Osimhen, che avrebbe dovuto raggiungere il capoluogo campano giovedì per poi essere formalmente a disposizione sabato, quando al Maradona si presenterà il Genoa. Invece il nigeriano, reduce dall'avventura a due facce in Coppa d'Africa, è ancora a Lagos, ma apparentemente la situazione è sotto controllo perché ci sarebbe il benestare del Napoli per questo supplemento di vacanze. Il numero 9 dovrebbe tornare in tempo per il match contro il Barcellona, valido per l'andata degli ottavi di finale di Champions League: dati i continui ribaltoni e colpi di scena, il condizionale è ovviamente d'obbligo. Le incognite però non sono legate soltanto al 'quando', ma anche al 'come': in che condizioni Osimhen tornerà alla corte di Mazzarri? A parte il problema muscolare all'addome rimediato in Coppa d'Africa, seguito da una sindrome influenzale, pare che il nigeriano abbia perso qualche chilo, con tutte le conseguenze del caso per un giocatore che fa della forza fisica uno dei suoi migliori pregi. Insomma, non c'è mai pace sulla tratta Napoli-Osimhen, da linea dei sogni diventata un turbolento asse in cui le novità, spesso negative, sono sempre dietro l'angolo. Anche qui, come per Meret, potrebbe essere decisiva la prossima estate, quella che potrebbe portare altrove diversi protagonisti dello scudetto scivolati in un buco nero che sta fagocitando l'intero Napoli. Prima però gli azzurri dovranno portare a termine la stagione in corso, provando a centrare un pass per la prossima Champions League anche per avere le idee più chiare in ottica mercato. La situazione è infatti chiara: senza la pioggia di milioni derivante dall'ingresso nella competizione continentale più prestigiosa, il Napoli potrebbe essere costretto a cedere qualche pezzo da novanta anche a prescindere dallo status contrattuale degli stessi giocatori. Sempre a meno di un sacrificio da parte di Osimhen.

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