Napoli, valzer in difesa: via Marin e dentro Danilo. Ma solo dopo la Juventus
La prossima settimana sarà quella della rivoluzione in una retroguardia che aspetta ancora Buongiorno, vicino al rientro ma non al punto da giocare sabato contro i bianconeri

Danilo (Ansa)
Napoli, 21 gennaio 2025 - Aspettando Alessandro Buongiorno, il Napoli non resta con le mani in mano e prova a mettere mano a una difesa che comunque, dalla prospettiva di Antonio Conte, necessita di qualcosa di più di un puntello. L'identikit ha sempre condotto a un solo nome, nonostante qualche opzione più di disturbo che reale periodicamente uscita fuori: Danilo Luiz Da Silva, di professione (quasi) ex capitano della Juventus.
Via Marin, dentro Danilo
Il brasiliano ormai da giorni ha virtualmente svestito la maglia bianconera, con la risoluzione del contratto che sembrava a un passo. Invece tutto slitterà a dopo il prossimo match di campionato, che curiosamente vedrà la squadra di Thiago Motta andare al Maradona con l'obiettivo di mantenere intatta la propria imbattibilità e magari anche strappare una vittoria che potrebbe accorciare un po' la classifica ai primissimi posti: vista la questione da questa prospettiva meglio, dunque, non rinforzare una rivale diretta alla vigilia dell'incrocio in campionato, un po' lo stesso ragionamento che aveva fatto il Napoli prima di sfidare la Fiorentina, alla quale sarebbe poi finito Michael Folorunsho. Stavolta in ballo c'è molto di più, con tutto il rispetto del caso per i protagonisti della vicenda. E poi, quando si tratta di creare anche solo un piccolo canale di dialogo tra Juventus e Napoli, la vicenda si fa sempre rovente per questioni di vecchia rivalità accese negli ultimi anni dagli 'scambi' avvenuti a livello di scrivania: il direttore sportivo bianconero è Cristiano Giuntoli, l'uomo che ha costruito la squadra dello scudetto della stagione 2022-2023, mentre quello azzurro è Giovanni Manna, giovane ruspante svezzato proprio a Vinovo e con una vecchia storia di tifo alle spalle. Insomma, trattare per questi due club è un po' come camminare su un campo minato, tra ostacoli oggettivi e anche mediatici. In effetti, l'idea iniziale era di regalare Danilo a Conte senza neanche passare dalla risoluzione, ma andando a discutere con la Juve di un indennizzo economico: un'idea, manco a dirlo, naufragata subito. Tutto quindi, a meno di altri colpi di scena, si consumerà la prossima settimana, a prescindere dal risultato della partita del Maradona, con Conte che dovrebbe quindi avere il suo difensore dei sogni per questa seconda metà di stagione e per il futuro. Contestualmente, l'oggetto misterioso Rafa Marin dovrebbe andare in prestito al Villarreal per provare a scuotersi dopo un primo semestre in azzurro totalmente da dimenticare. La bocciatura è forte per l'unico giocatore che non ha beneficiato della cura Conte, ma allo stesso tempo non è definitiva, perché a partire dalla prossima estate la questione sarà ridiscussa e riaffrontata con la speranza reciproca che intanto l'aria di casa faccia bene allo spagnolo.
Il ritorno di Buongiorno
In tutto questo valzer manca un tassello importantissimo, un po' l'assente dalla festa di cui si parla troppo poco perché gli altri invitati stanno dando il meglio di sé: quando tornerà Buongiorno? La diagnosi iniziale della doppia frattura alle vertebre lombari occorsa in allenamento a metà dicembre tracciava una tabella di marcia ottimistica di circa 40 giorni che più o meno dovrebbe essere arrivata alla conclusione. In effetti, il ritorno in campo dell'ex Torino, il perno difensivo della prima parte del girone di andata del Napoli, non è lontano, ma il contemporaneo ottimo rendimento garantito dal rimpiazzo Juan Jesus sta facendo vincere la saggia cautela del caso. Difficile, dunque, se non addirittura impossibile che Buongiorno possa essere della partita in programma sabato alle 18 nonostante le buone intenzioni di rivivere quell'aria di derby che, tanto per restare in tema, riguarda anche il mercato. Il classe '99, infatti, in estate era stato fortemente cercato per rimpiazzare la retroguardia bianconera allorché le difficoltà per arrivare a Riccardo Calafiori, poi passato dal Bologna all'Arsenal, si erano fatte insormontabili. In quel caso il no fu secco e perentorio e atteneva proprio ai suoi lunghi trascorsi in granata, al punto che invece il breve e neanche tanto convinto blitz dell'Inter aveva rischiato davvero di andare a segno. Eppure, alla fine l'ha spuntata il Napoli, che grazie a Conte le prime partite le ha vinte già in sede di mercato, riacquistando credibilità agli occhi dei giocatori nonostante la disastrosa annata precedente. Il resto, sempre sotto la guida del tecnico salentino, lo stanno facendo proprio i giocatori, in questo caso trasformando il colabrodo difensivo dell'anno scorso in una difesa di ferro che finora in campionato ha subito soltanto 14 reti, il dato più basso in assoluto. L'Atalanta e il suo attacco al fulmicotone hanno fatto sbandare non poco gli azzurri, a loro volta spesso salvati in quella serata e in stagione da un Alex Meret sempre più determinante, ma il fortino regge anche senza il proprio baluardo, il cui rientro non è lontano ma neanche vicinissimo come si poteva auspicare nella lunga marcia di avvicinamento al match più atteso da un'intera piazza. E' così sempre grazie a una rivalità sentitissima e lo è ancora di più quest'anno in cui la posta in palio è altissima. Battere la Juventus consentirebbe al Napoli di porre fine all'imbattibilità in campionato della rivale, regalandosi uno scalpo di lusso che allontanerebbe definitivamente una squadra comunque ancora pericolosa nonostante la già ampia forbice in classifica (13 punti). Di riflesso, gli azzurri blinderebbero la loro leadership, oggi attaccata dall'Inter e con l'Atalanta più attardata ma non ancora fuori dai giochi. Insomma, in ballo sabato sera non c'è solo il campanilismo che tanto accende i tifosi, ma molto di più. Lo sa Conte, vecchio cuore bianconero così come Manna, e lo sa anche Danilo, uno che la prossima settimana si ritroverà a passare dall'altro lato della barricata per portare alla causa azzurra il meglio del suo repertorio, tra qualità, quantità e mentalità vincente, l'ingrediente più utile da qui a maggio.
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