Mercato Napoli, da Danilo a Casadei: maxi intrigo tra difesa e centrocampo
Dopo il colpo Scuffet, il club partenopeo pensa a puntellare gli altri due reparti. Ma per ogni entrata ci sarebbe un'uscita: vacillano Marin e Folorunsho, con quest'ultimo a un passo dalla Fiorentina
Napoli, 8 gennaio 2025 – Non solo il valzer dei portieri, che via Cagliari ha spostato le pedine Simone Scuffet ed Elia Caprile: il mercato di gennaio del Napoli è appena alle prime battute e promette scintille nelle prossime ore sia in entrata sia in uscita. Risolta rapidamente la casella dei pali, il focus passa ora a difesa e centrocampo, due reparti a loro volta pronti a essere toccati da un restyling che guarda al presente ma forse ancora di più al futuro.
Il portiere e il difensore
In effetti, parlare di 'sessione di riparazione' per la capolista della classifica (al netto degli asterischi di Atalanta e soprattutto Inter) sembra riduttivo e forse quasi offensivo. Lo stesso Antonio Conte, verosimilmente il deus ex machina di qualsiasi mossa accadrà sul mercato ora e in estate, ha affermato a più riprese quanto la squadra e i suoi 44 punti in graduatoria siano andati oltre ogni più rosea aspettativa. Eppure, qualcosa è cambiato e cambierà nella rosa. Si è cominciato dai pali, per un'alternanza spiegata dall'agente di Caprile ai microfoni di Radio Crc. "Elia ha sempre rispettato le scelte di Conte, ma voleva giocare: poi nel futuro nessuno sa cosa accadrà perché nessuno ha una sfera di cristallo": queste le parole di Graziano Battistini che lasciano intuire come la decisione di salutare (per ora?) il Napoli sia partita forse più da Caprile che da Conte, che a sua volta nell'intrigo ha voluto assicurarsi un estremo difensore più esperto e forse più pronto come Scuffet.
Sistemati i pali, il pallino del tecnico salentino resta quel difensore centrale diventato impellente dopo l'infortunio di Alessandro Buongiorno, che tra guarigione e recupero della forma ne avrà ancora per qualche settimana: il favorito, manco a dirlo, resta Danilo nonostante la quadra sia difficile da trovare con una Juventus che chiede una buonuscita per anticipare di un semestre l'addio. Il fatto che al momento nel quartier generale di Castel Volturno non esista un piano B lascia intendere quanto la priorità sia solo lo stopper brasiliano, individuato come il puntello perfetto per rinforzare una squadra arrivata a metà stagione sì in ballo su un solo fronte, ma che fronte. Danilo, esperienza, qualità, duttilità e mentalità vincente, risponde all'identikit tracciato da Conte, che spingerà affinché l'operazione vada a buon fine ora e non a luglio, quando il risparmio economico per il Napoli sarà maggiore ma l'utilità negli ingranaggi decisamente minore.
In caso di fumata bianca di un'operazione che è stata avallata pubblicamente anche dal procuratore Oscar Damiani, contro ogni pronostico di qualche mese fa, a lasciare il capoluogo campano non sarebbe Juan Jesus, che sul campo si è saputo riprendere i galloni della prima riserva e nello spogliatoio quelli del leader dopo le frizioni passate, ma Rafa Marin, l'oggetto misterioso per eccellenza del mercato estivo. La bocciatura e la seguente delusione sono quasi automatiche, specialmente quando il biglietto da visita parla delle referenze del Real Madrid, ma lo è anche la voglia del Napoli di non gettare totalmente alle ortiche un investimento comunque non banale (11 milioni). Da qui l'idea di un giro in prestito o in patria, con il Villarreal in pole, o in Serie A per farsi le ossa, con l'ambizioso Como che sembra essersi già prenotato, oltre a sognare di riportare Lorenzo Insigne in Italia. Prima però occorre la firma di Danilo, che si legherebbe alla causa azzurra fino al 30 giugno 2026: quando dal condizionale si passerà all'indicativo, allora anche il valzer della difesa, dopo quello dei portieri, si sbloccherà.
Il centrocampo
Il terzo giro di ballo dovrebbe riguardare il centrocampo. Michael Folorunsho, forse il più grande mistero della scorsa estate, è ormai alla porta e pronto a sposare la causa Fiorentina dopo un corteggiamento cominciato proprio nella bella stagione, all'indomani del maxi rinnovo, con tanto di aumento dell'ingaggio, fino al 30 giugno 2029. Per qualcuno si è trattato di una meteora o, considerando anche la convocazione di Luciano Spalletti per Euro 2024, quasi di un'allucinazione collettiva: per il Napoli invece il classe '98, assodato lo scarso feeling reciproco in campo, e in particolare con Conte, che lo aveva anche inizialmente escluso dalla lista, resta un investimento da far fruttare in altri modi. Per la precisione tramite il mercato: nelle prossime ore Folorunsho si vestirà di viola con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a 8 milioni. Curiosamente, la stessa cifra che il club partenopeo la prossima estate potrebbe incassare dal Cagliari per Caprile.
Dunque, per due comprimari (per non chiamarli esuberi o, peggio, reietti), il Napoli potrebbe incassare 16 milioni o, alla peggio, ritrovarseli di nuovo in rosa tra qualche mese ma verosimilmente valorizzati dal tempo trascorso sul rettangolo verde anziché in panchina. Per il ciclo, anche da queste operazioni cosiddette minori si notano la crescita e la lungimiranza di una società oculata. Occhio però anche all'input emesso a più riprese da Conte: la rosa non deve essere depauperata né qualitativamente ma neanche quantitativamente, dunque per ogni uscita ci sarà un'entrata. A centrocampo il volto nuovo dovrebbe essere Cesare Casadei, sul quale però è forte, per non dire fortissimo, il Torino.
Rispetto al club granata però il Napoli offre molto di più: ambizioni a breve e a lungo termine, solidità, probabilissimo futuro in Europa, se non addirittura in Champions League e, soprattutto, un allenatore come Conte accomodato in panchina. Naturalmente di mezzo ci sono anche il Chelsea e le sue richieste, che Giovanni Manna proverà ad accontentare proprio per evitare altri blitz, con il Torino che ancora non molla. L'obiettivo è portare a dama tutte queste operazioni, più o meno di primo piano, per accontentare Conte, che in questa prima metà esatta di stagione si è meritato più di un regalo dal mercato.
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