Mercato Napoli, non solo le entrate: al vaglio anche diverse uscite
In bilico le posizioni di Spinazzola, Marin, Zerbin e Folorunsho, mentre Raspadori potrebbe diventare una pedina di scambio
Napoli, 26 dicembre 2024 - Da primo acquisto della nuova era a probabile primo addio: è la parabola di Leonardo Spinazzola, il colpo a parametro zero con il quale il Napoli all'alba della scorsa estate apriva il ciclo targato Antonio Conte e che ora, a distanza di mesi, rischia di essere il primo di una lista non esattamente corta.
Intrigo Spinazzola
La premessa è però d'obbligo: con la squadra in seria lotta per lo scudetto, da parte del tecnico azzurro non c'è la voglia di depauperare o mutilare troppo la rosa nonostante di fatto da qui a maggio la squadra sarà impegnata in una sola competizione. In ballo però c'è tanto, forse troppo se si pensa a quelle che erano le ambizioni estive, e i recenti infortuni di Khvicha Kvaratskhelia e soprattutto Alessandro Buongiorno, con quest'ultimo che ne avrà ancora per qualche settimana, hanno scoperchiato delle vulnerabilità relativamente alle cosiddette seconde linee. Certo, in casa del Genoa la risposta fornita da Juan Jesus è stata confortante, ma per alzare l'asticella, magari pensando già a un ipotetico futuro in Champions League, serve altro. Comprare è importante, ma anche vendere lo è, e non solo per le finanze tanto care ad Aurelio De Laurentiis. I nomi in uscita non sono pochi e il primo sembra proprio Spinazzola, il colpo a zero diventato invece presto un oggetto misterioso. L'exploit a sinistra di Mathias Olivera, unito al passaggio in pianta stabile al 4-3-3, ha relegato in panchina l'ex Roma, che aveva cominciato la stagione giocando quasi sempre. Il fatturato totale a livello di presenze è però fermo a 13, spalmate in 520' in campo, a loro volta impreziositi da un assist: troppo poco per giustificare lo stipendio netto da 1,8 milioni per i prossimi due anni. Allo stesso modo, il Napoli continua a credere in Spinazzola e nell'apporto di qualità, velocità ed esperienza che può fornire, decidendo quindi di sacrificarlo solo se l'operazione dovesse poi portare a un beneficio di altro genere. Qui entra in ballo la Fiorentina, interessata fin dalla scorsa estate a Michael Folonrunsho e ora in rotta con Cristiano Biraghi, che invece piace agli azzurri, che seguono pure Lucas Martinez Quarta: nel pacchetto potrebbe rientrare anche Spinazzola, non l'unico giocatore ad oggi non indispensabile per Conte. Restando alla corsia mancina, fa ormai da tempo scalpore l'esclusione dalla lista di Mario Rui e del suo ingaggio da 2,1 milioni netti (3,9 milioni lordi): un salasso di cui il Napoli vorrebbe liberarsi già a gennaio, ma per diversi motivi la situazione non sembra di facile soluzione.
Gli altri nomi in bilico
Parlando di possibili pedine di scambio, il primo pensiero va a Giacomo Raspadori, che piace a Juventus e Roma: nel primo caso, il classe 2000 potrebbe entrare nei giochi che riguardano Danilo e Nicolò Fagioli, mentre nel secondo il focus è su Lorenzo Pellegrini. Nonostante lo scarso feeling con Conte, a maggior ragione dopo il passaggio in pianta stabile al 4-3-3, il Napoli non vuole dilapidare l'investimento, economico e tecnico, operato per Raspadori, non a caso pedina di scambio solo con l'aggiunta di un conguaglio bello corposo. In caso di fumata nera, l'ex Sassuolo resterà almeno fino all'estate all'ombra del Vesuvio, dove a scalpitare è anche Giovanni Simeone, sì legato alla causa ma forse anche desideroso di giocare qualcosa di più, meritandosi una chance da titolare in una squadra di fascia medio alta. L'impressione però è che il Napoli possa e voglia sacrificare solo uno tra Raspadori e il Cholito, curiosamente i rincalzi di lusso anche nell'anno dello scudetto: se in questa teoria c'entra anche la cabala è difficile a dirsi. Il discorso si fa totalmente diverso per Alessio Zerbin, forse l'esubero più lampante e anche più facile da 'smaltire' di tutti per l'ennesimo giro in prestito oppure come parziale indennizzo al Lecce nella trattativa, a quanto pare in dirittura d'arrivo, per Luis Hasa. Si arriva poi a Rafa Marin, oggi in uscita molto più di Juan Jesus, da tempo in rotta con l'intera piazza. Il dilemma l'ha risolto Conte prima in conferenza stampa, elogiando il brasiliano e le sue qualità, tecniche e umane, e poi schierandolo a Genova, dove ha quindi ricevuto i galloni ufficiali di prima riserva di Buongiorno. Lo spagnolo è invece ancora imbrigliato nell'ingrato ruolo di oggetto misterioso, al punto che c'è chi ne ipotizza addirittura il ritorno alla base, il Real Madrid, tra qualche settimana. Al netto delle uscite utili e necessarie per alleggerire la rosa e magari fare spazio a qualche innesto, difficilmente il Napoli di De Laurentiis fa rivoluzioni a gennaio. Troppo rischioso, alla metà quasi esatta della stagione, alterare gli equilibri interi di un ingranaggio che comunque fin qui ha funzionato quasi alla perfezione. Qualsiasi mossa in uscita sarà dunque ponderata e basata esclusivamente sui desideri di Conte, forse il primo allenatore nella ventennale era ADL a dettare davvero legge sul mercato: vale per le entrate ma anche per le uscite, forse a gennaio ancora più importanti per cominciare a tirare una prima riga di quanto fatto (o non fatto). Il patron era ai piedi del suo nuovo tecnico in estate, quando a detta di molti l'idillio tra due personalità così forti rischiava di durare un battito di ciglia: figurarsi ora che, a distanza di oltre 6 mesi, il suo Napoli è rinato proprio grazie alle sapienti mani di Conte, che a Castel Volturno ha portato i piatti forti della casa. Tra essi spicca la leadership totale del gruppo, per la prima volta da tanti anni nel capoluogo campano più importante dei singoli, che a loro volta accettano più o meno di buon grado questa nuova filosofia. Vale per i comprimari ma anche per qualche big come Kvaratskhelia, che ha dovuto incassare qualche sostituzione 'punitiva', senza stavolta potersi permettere il lusso di tirare in ballo il proprio agente a mo' di difesa.
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