Napoli, si avvicina Galtier. L'intreccio con Osimhen ai tempi del Lille: i numeri

Il tecnico francese, dopo il sempre più probabile divorzio dal Paris Saint-Germain, potrebbe ritrovare il nigeriano, che esplose proprio sotto la sua gestione

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
15 giugno 2023
Christophe Galtier (Ansa)

Christophe Galtier (Ansa)

Napoli, 15 giugno 2023 - Dal campo delle ipotesi ci si è spostati presto a quello delle possibilità: è il caso di Christophe Galtier, che si avvicina a grandi passi alla panchina del Napoli.  

Le caratteristiche tecniche di Galtier  

 Non tutto è ancora stabilito: prima di qualsiasi approccio dalle parti di Castel Volturno il tecnico francese dovrà chiudere il suo rapporto con il Paris Saint-Germain, con cui è legato fino al 30 giugno 2024. Sul tavolo ci sono i 7 milioni di stipendio ancora in ballo per il residuo anno di contratto: le parti sono al lavoro per salutarsi presto e bene, magari tramite una buonuscita sulla quale accordarsi al più presto. A quel punto (e possibilmente sempre entro la fine di giugno) il focus si sposterà da Parigi a Napoli, con Aurelio De Laurentiis che con ogni probabilità metterà sul piatto uno stipendio più basso a fronte di un biennale e, soprattutto, di un progetto ancora vincente nonostante il fresco scudetto. Le indiscrezioni che arrivano dalla Francia lasciano presagire la fumata bianca per un matrimonio forse solo slittato nel tempo. Non è infatti la prima volta che De Laurentiis si fionda sulle tracce di Galtier, che a sua volta un primo approccio con l'Italia, seppur solo da calciatore, lo ha già avuto ai tempi della militanza nel Monza. Nonostante il quasi ex allenatore del Paris Saint-Germain non sia un purista del 4-3-3, il suo nome è balzato in cima dell'ormai famosa lista del patron partenopeo contenente i possibili nuovi allenatori del Napoli. I moduli più adoperati da Galtier sono infatti il 4-2-3-1, il 4-4-2, il 3-4-3 e il 3-4-1-2: una vasta gamma che però ben fotograta la capacità del nativo di Marsiglia di adeguarsi alle caratteristiche della rosa a sua disposizione. Se sullo schema tattico ci potrebbe essere bisogno di qualche colloquio con De Laurentiis, non nuovo a imporre in maniera più o meno diretta le sue idee ai tecnici di turno, come già successo con Maurizio Sarri, sulle qualità generali del gioco di Galtier l'unità di intenti sembra già vicina: ricerca spasmodica del possesso palla, anche a costo di costruire l'azione fin dal portiere e massiccio utilizzo delle verticalizzazioni per bucare le difese avversarie, pressate invece senza pietà quando in possesso della sfera. Insomma, il filo diretto con il precedente ciclo appare già ben visibile fin da queste prime linee guida, a testimonianza della voglia di De Laurentiis di dare continuità al progetto nel segno della voglia di vincere ancora. Altro che ridimensionamento o anno di transizione.

Il precedente incrocio con Osimhen

Impossibile in effetti fare un ragionamento del genere con un allenatore che sa come si vince uno scudetto: sia dalla prospettiva della grande di turno (il Paris Saint-Germain) sia da quella della squadra sulla carta meno attrezzata che però compie l'impresa (il Lille). Dici Lille e il pensiero vola subito a Victor Osimhen, l'uomo simbolo del tricolore riportato nel capoluogo campano dopo 33 anni. Le strade dei due in realtà si sono già incrociate proprio nella città del nord della Francia, dove la carriera del nigeriano è di fatto esplosa. Una semplice casualità o dietro questa mossa c'è l'ennesimo colpo di genio di De Laurentiis, che con una fava potrebbe prendere i classici due piccioni? Per la precisione, in rigoroso ordine alfabetico, nonché di gerarchie nella società, Galtier e Osimhen. In realtà, chi conosce bene il presidente del Napoli è già consapevole della risposta a questo quesito: nessun passo di ADL è mai dettato dal caso. Specialmente quando di mezzo c'è l'asso della squadra, che tra l'altro proprio in queste ore sembra allontanarsi dall'ipotesi di rinnovare il proprio contratto che lo lega attualmente alla società partenopea fino al 30 giugno 2025. In situazioni simili gli altri presidenti, quelli 'normali', avrebbero alzato il telefono per cominciare a imbastire una trattativa, naturalmente con numeri al rialzo, per scongiurare la cessione o comunque il rischio di ritrovare il proprio miglior giocatore assediato dagli squadroni più falcoltosi. Invece De Laurentiis sceglie un'altra strada, più economica, più rapida e forse anche più redditizia: quella della nostalgia. Di solito per (quasi) tutti i giocatori che compongono una rosa l'arrivo di nuovo allenatore è una grande incognita: qualcuno potrebbe sentirsi sollevato all'idea di vedere le gerarchie stravolte, qualcun altro invece può temere di perdere il proprio ruolo centrale del progetto. Quest'ultimo dubbio di certo non albergherà in queste ore nella testa di Osimhen, già ben consapevole dei frutti della mano di Galtier sul proprio rendimento. Il nastro va riavvolto fino alla stagione 2019/2020, quella in cui il nigeriano, reduce da annate piuttosto complicate, mise a referto 13 gol in campionato e ben 18 complessivamente nelle 38 partite disputate in stagione. All'epoca il Lille scendeva in campo principalmente con due moduli: il 4-2-3-1 e il 4-4-2, due tra gli schemi più cari a Galtier, come già esposto. In entrambi i casi il perno del gioco offensivo era un Osimhen ancora acerbo che però già faceva intravedere quelle doti che avrebbero poi portato il Napoli a sborsare una cifra monstre per vestirlo d'azzurro. Il resto lo ha fatto Luciano Spalletti, che ha lavorato su una delle poche carenze del nigeriano: il colpo di testa. La palla ora potrebbe tornare a Galtier, il maestro della prima ora a un passo dal riabbracciare uno dei suoi migliori allievi. Nel frattempo le carriere di entrambi hanno attraversato alterne vicende, ma la svolta più radicale è stata quella intrapresa da Osimhen anche 'grazie' a quel terribile infortunio al volto che ha lasciato in dote l'ormai famosissima maschera ma soprattutto un nuovo giocatore più maturo sia in campo sia fuori. Merito anche di Spalletti, che ha saputo toccare il lato umano di ogni suo calciatore: un'operazione ormai non più così comune nel mondo del pallone. Galtier, nel caso, saprà fare lo stesso?

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