Napoli, altra frenata: Garcia già sulla graticola. E scoppia il caso Kvaratskhelia

La doppia rimonta non basta a placare i malumori nel capoluogo campano, dove è in corso un primo processo al tecnico francese

di Redazione Sport
17 settembre 2023
Genoa-Napoli, la delusione di Garcia (Ansa)

Genoa-Napoli, la delusione di Garcia (Ansa)

Napoli, 17 settembre 2023 - Può un pareggio ottenuto in trasferta tramite una doppia rimonta scontentare maggiormente rispetto a una sconfitta interna in uno scontro diretto? Sulla carta no, ma nella pratica sì: è quanto sta accadendo a Napoli all'indomani del 2-2 maturato contro in casa del Genoa, che ha acceso diversi casi nel capoluogo campano.  

Il primo brusco risveglio

  Di norma in questi casi i protagonisti sono i tifosi e gli addetti ai lavori, con i primi a mostrare le proprie rimostranze e i secondi ad argomentarle addentrandosi nei dettagli più tecnici. Invece al Ferraris, nell'immediato dopopartita, è Rudi Garcia in persona a fare da propellente a diverse criticità che forse covavano sotto la cenere da tempo: magari addirittura fin dall'insediamento del tecnico francese, il cui violino mai come ora sta suonando note piuttosto stridule. In realtà, da un punto di vista particolare l'allenatore è stato accontentato: dopo le lamentale per le tante occasioni costruite alla grande ma poi sciupate nelle precedenti sfide, a Marassi il Napoli sfodera un cinismo non da poco che gli consente di trasformare in gol praticamente gran parte della (per la verità non particolarmente feconda) mole di azioni offensive imbastite. Nel proverbiale bicchiere questa è la parte mezza piena. Poi c'è l'altra: quella più consistente e più rumorosa che sta già agitando una piazza che, forse per la prima volta dopo l'apoteosi scudetto e il seguente lungo codazzo di feste e festicciole varie, sta tornando con i piedi per terra. E il risveglio in questi casi, si sa, è sempre brusco e fastidioso. La veemenza e l'entusiasmo del neopromosso Genoa hanno scoperchiato nel giro di pochi minuti il fragile castello difensivo azzurro, che aveva sbandato già in diverse occasioni prima di cadere sotto i colpi di Mattia Bani e Mateo Retegui: 2-0 e tutti a casa, come si suol dire spesso in questi casi. Invece no: Garcia pesca le carte giuste dalla panchina e raddrizza la situazione grazie a Giacomo Raspadori e Matteo Politano, due reduci dalla prima avventura di Luciano Spalletti sulla panchina dell'Italia. In situazioni analoghe l'allenatore di turno becca prima il bastone, quello per aver chiaramente sbagliato alcune scelte iniziali di formazione e poi la carota, il giusto premio per aver saputo correggere a partita in corso determinati errori. A proposito di correzioni (o presunte tali): in realtà nel tritacarne della critica sono finite anche alcune decisioni prese strada facendo da Garcia, a detta di qualcuno reo di aver tolto il giocatore sbagliato e di non aver inserito elementi che sarebbero stati molto utili alla causa.

Il caso Kvaratskhelia  

 Nel primo novero rientra prepotentemente Khvicha Kvaratskhelia, il grande protagonista dello scudetto finito in un buco nero da identificare in un digiuno in zona gol lungo ormai un semestre. Non solo: il georgiano sembra depotenziato in tutte quelle qualità che nella scorsa stagione, con particolare riguardo alla prima metà, lo avevano rapidamente issato a fenomeno della disciplina. Forse la scalata è stata fin troppo repentina o forse, semplicemente, le difese avversarie hanno capito come disinnescare il numero 77: fatto sta che il Napoli, al momento, si ritrova senza il suo talento più cristallino nonostante quest'ultimo sia regolarmente in campo e quindi né toccato dal vortice del mercato né fuori per infortunio. Insomma, sulla carta tutto funziona a meraviglia sul pianeta Kvaratskhelia: compreso dal punto di vista contrattuale. E' ancora viva nella memoria collettiva la sparata con la quale il club partenopeo, tramite un comunicato piuttosto acceso (per usare un eufemismo), aveva smentito qualsiasi trattativa per il rinnovo, oltre ovviamente a eventuali problemi legati alla stessa. Eppure, qualcosa nel rapporto Napoli-Kvaratskhelia si è inceppato. E, verrebbe da dire, di certo l'approdo in panchina di Garcia (per ora) non ha aiutato. Se prima erano soltanto impressioni e sensazioni, da valutare quindi in quanto tali, oggi si può parlare di qualcosa di più. La conferma arriva proprio dalla bocca del tecnico francese, che giustifica la sostituzione del georgiano appannaggio di Alessio Zerbin (a detta di molti quasi un atto di lesa maestà) tirando in ballo gli allenamenti e dunque la meritocrazia. Insomma, gioca chi lavora meglio in settimana: un discorso che, in linea teorica, non fa una grinza. E nella pratica? Scendendo nel campo della realtà, si sa, non tutti i giocatori sono uguali agli occhi della piazza. Se poi le mosse dell'allenatore di turno si scontrano anche con risultati non felicissimi, allora la 'frittata' è completa. Non solo il trattamento riservato a Kvaratskhelia che comunque, va detto quasi per spezzare una lancia a favore di Garcia, nei tanti minuti spesi sul rettangolo verde non ha lasciato grandi tracce di sé: a convincere poco è anche la gestione complessiva dei cambi. Si parte dal tempismo di alcune mosse e si arriva al mancato impiego di Giovanni Simeone e Jesper Lindstrom, a detta di molti le pedine perfette per trasformare la rimonta in un sorpasso completo. Eppure, non va dimenticato che la suddetta rimonta è stata propiziata proprio dalle mosse di Garcia. Non solo Raspadori e Politano, finiti sul tabellino dei marcatori con due gemme di pregevole fattura: impossibile non citare l'ottimo impatto sulla partita di Jens Cajuste, che riscatta così il disastroso (ma indolore per la squadra) debutto allo Stirpe di Frosinone. Eppure, sul severissimo bilancino virtuale di una piazza che nell'ultimo anno è stata abituata decisamente bene, gli (eventuali) errori di Garcia pesano più delle scelte azzeccate, al punto che cominciano già a sorgere i primi dubbi sull'operato di un allenatore che quest'estate ha accettato una sfida molto complicata. Lo sapevano tutti: in primis il diretto interessato, che forse però non si aspettava questi risultati così balbettanti senza aver neanche effettuato il passaggio al tanto amato 4-2-3-1. Probabilmente un'altra cosa che Garcia non aveva messo in preventivo era il mezzo gestaccio di Kvaratskhelia al momento della sostituzione. Il georgiano (involontariamente) chiama e una piazza ancora suoi piedi risponde, mettendo già sulla graticola il tecnico francese.

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