Napoli, grana Raspadori: in ballo ruolo e minutaggio

Il classe 2000 divide: in Nazionale è una punta, mentre nel capoluogo campano un jolly ancora in cerca di una sua identità

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
14 settembre 2023
Giacomo Raspadori (Ansa)

Giacomo Raspadori (Ansa)

Napoli, 14 settembre 2023 - Le Nazionali: un tasto spesso dolente per i club. A maggior ragione per il Napoli che, tra infortuni e grane di vario tipo, si è spesso ritrovato a gestire casi spinosi al rientro dalle spedizioni con le rispettive rappresentative. Chissà che a stretto giro di posta il discorso non riguardi anche Giacomo Raspadori, il jolly per eccellenza che reclama spazio e che, soprattutto, cerca ancora il suo ruolo.

Un numero 10 a caccia di spazio

  Sarà stata l'assegnazione del prestigioso numero 10 dell'Italia o l'elezione a punta centrale della stessa: fatto sta che il classe 2000 è tornato da Coverciano con una nuova consapevolezza nei propri mezzi. Il tutto nonostante un'avventura con l'azzurro più carico della Nazionale non priva di sbavature. In particolare contro l'Ucraina infatti Raspadori ha esposto il campionario dei propri pregi e difetti: rispettivamente tecnica e velocità nello stretto e una freddezza al cospetto del portiere avversario non sempre presente. Insomma, tutte caratteristiche ben note al Napoli, che finora non si è mai posto il problema per due motivi. Il primo: il reparto offensivo azzurro, a parte qualche sporadica battuta a vuoto, non ha grossi problemi a livello produttivo. Il secondo: Raspadori, negli spezzoni di partita che gli vengono concessi, raramente si piazza al centro dell'attacco, dove svettano il totem inamovibile Victor Osimhen e il suo supplente di lusso Giovanni Simeone. Anche per eliminare sul nascere qualsiasi eventuale 'mal di pancia' Luciano Spalletti prima e Rudi Garcia poi hanno pensato di arretrare l'ex Sassuolo sulla linea del centrocampo, trasformandolo in una mezzala con licenza di attaccare forse più del dovuto. Ma al diretto interessato questa probabile rivoluzione piacerebbe?

Ipotesi 4-2-3-1?

  Tecnicamente ciò che davvero interessa a Raspadori è giocare con regolarità e costanza: praticamente il desiderio di ogni giocatore, a maggior ragione se giovane e ancora in rampa di lancio. Non solo: nel caso specifico c'è anche il pressing dei piani altissimi del Napoli, intenzionati a tutelare il corposo investimento operato appena un anno fa. Un rischio però c'è: creare un cortocircuito, di certo non il primo, tra la Nazionale e il club partenopeo. La prima, almeno sotto la gestione del grande ex Spalletti, vede Raspadori come prima punta, mentre il secondo ha intenzione di abbassarlo sulla linea del centrocampo, anche a costo di depotenziarne le doti offensive. Andando nello specifico nelle vicende di Castel Volturno, va ribadito un altro concetto: anche la mediana si presenta affollata e con le gerarchie ben definite. Stanislav Lobotka, seppur con mansioni diverse, è il perno centrale, con Piotr Zielinski e André-Frank Zambo Anguissa ai suoi lati. Sempre ammesso che Garcia continui ad affidarsi al 4-3-3. L'altra ipotesi conduce al lento ma progressivo passaggio al 4-2-3-1, forse il modulo migliore per salvare capra e cavoli e, soprattutto, per dare minutaggio a Raspadori senza correre il rischio di trasformare il numero 10 della Nazionale in un ibrido insipido.

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