Napoli-Juventus, Conte: "Sono imbattuti, ma prima o poi perdono tutti"
Il tecnico salentino carica l'ambiente a due giorni dal big match del Maradona contro il suo passato: "A Torino sono cresciuto tanto e anche qui sto provando a migliorare giorno per giorno"

Antonio Conte (Ansa)
Napoli, 23 gennaio 2025 - La partita a queste latitudini non è mai come le altre e, quasi a volerlo rimarcare, Antonio Conte cambia la routine ormai consolidata delle ultime settimane e, in barba a qualsiasi scaramanzia, torna a parlare a due giorni dal match. E che match: sabato 25 gennaio alle 18 al Maradona si presenterà una Juventus ancora imbattuta in campionato ma comunque già molto distante in classifica e che, in caso di sconfitta, uscirebbe definitivamente dai giochi scudetto.
Dalla Juve alla Juve
In realtà, già oggi la forbice tra le due squadre (13 punti) è così ampia da sembrare una sentenza per i bianconeri, una doppia tonalità di colore molto presente nel passato di un Conte che apre la sua chiacchierata davanti a microfoni e taccuini proprio parlando dei bei tempi che furono, sia da giocatore che da allenatore. "Arrivai a Torino nel '91, mentre da allenatore cominciai 14 anni fa. Lì ho trascorso gran parte della mia vita calcistica ed è stato un insegnamento di vita in ogni senso. Il mio obiettivo è essere una persona migliore non solo rispetto a quel periodo, ma in generale, perché secondo me bisogna sempre crescere. Di certo oggi, con alle spalle molte esperienze, anche all'estero, mi sento molto più completo, ma è inevitabile che se vuoi restare in scia devi sempre studiare e aggiornarti. Serve un'evoluzione continua nella gestione del gruppo e dei rapporti con i vari componenti della società e, in generale, non bisogna mai sentirsi appagati e cercare invece sempre l'eccellenza. La grande passione mi porta a farlo perché brucia energie". Si passa poi al presente che lo vede alla guida di un Napoli partito con l'ambizione di dare fastidio quasi come una 'semplice' mina vagante e diventato via via il favorito numero uno per mantenere fino alla fine questa posizione di classifica. "Serve portare a termine un percorso che abbiamo cominciato solo sei mesi fa e che non possiamo considerare concluso oggi. Bisogna aspettare e proseguire su questa strada sperando che il cammino insieme sia il più lungo possibile. Ci mancano ancora delle cose, che non sto qui a sottolineare, proprio perché siamo solo all'inizio. Anche se finora siamo andati spediti - continua Conte - non si può pensare di alzarsi un giorno e vincere. Detto ciò, lavoriamo per ottimizzare tutto e tirare fuori il meglio. Sarà per la mia esperienza, ma preferisco andare cauto perché secondo me ci mancano ancora degli step che magari, a livello soggettivo, altre persone non vedono". Il tecnico azzurro giustamente fa il 'pompiere', ma è difficile mantenere i piedi per terra quando in classifica si precede tutte le altre: Juventus compresa, e con ben 13 punti di vantaggio. Si vede solo questo dato, ma bisogna anche dire che sono imbattuti e che molti dei loro pareggi potevano essere delle vittorie. Occorre tener conto di questo e del fatto che noi, l'anno scorso, siamo arrivati dietro di tantissimi punti da loro e da altre squadre che oggi ci stanno inseguendo".
Niente Buongiorno
Tra esse c'è l'Atalanta, l'ultima vittima in ordine cronologico e a sua volta oggi distante 7 punti: un bel margine che, non a caso, al ritorno da Bergamo ha dato il via a una festa clamorosa a Capodichino che ha visto in Conte uno dei mattatori. "Volevo dire due parole per fare qualche ringraziamento per il calore che avevamo avuto prima di partire. Sono situazioni che ti fanno capire la passione che c'è in questa piazza e che, a prescindere da quello che sarà, porterò sempre con me perché conosco i sacrifici che ci sono dietro". Una passione destinata a impennarsi quando all'orizzonte c'è il match banale match con la Juventus. "Ho vissuto questa gara da avversario ma, da allenatore del Napoli, ho visto quanto ci si tenga anche ad altri incontri magari sulla carta meno di cartello ma che valgono comunque tre punti. Queste qui invece sono particolari e ti fanno capire ancora di più a che punto sei. Qualcosa ce lo ha detto già il match di Bergamo, ma ora affronteremo una Juventus che finora nessuno ha battuto. Posso solo dire che non esistono squadre imbattibili: prima o poi perdono tutte. Sono forti e hanno giocatori interessanti che l'anno scorso hanno contribuito al rendimento nettamente migliore del nostro. Poi hanno fatto un grande mercato, oltre a disputare la Champions League e, in generale, è una squadra che come le milanesi parte sempre per vincere, non potendo nascondersi". Cosa che il Napoli ha provato inizialmente a fare prima dell'exploit clamoroso che oggi vale una vetta sempre più solida che neanche la cessione di Khvicha Kvaratskhelia in questa sessione di mercato sembra poter scalfire. "Ogni finestra ti può migliorare e se non sarà adesso ci dovremo pensare a giugno, se è vero che poi si punterà pure all'Europa. E' difficile non sbagliare acquisti e noi quest'estate siamo stati bravi e fortunati ad indovinare tutte le mosse. E' importante spendere ma bene, come fatto quest'anno al contrario di due anni fa. Detto ciò, è fondamentale rinforzarsi ma io con questi ragazzi che ho ora potrei andare in guerra e se arriverà qualcuno sarà perché ci farà crescere". Non è un nuovo acquisto ma in un certo senso potrebbe diventarlo quando rientrerà dall'infermeria: momento che per Alessandro Buongiorno, nonostante il recente ottimismo, non è ancora vicino. "Ha ripreso questa settimana ad allenarsi con noi ma non è ancora pronto: ha perso massa muscolare e anche dai suoi feedback, che io ascolto molto, si intuisce che il momento buono non sia ancora arrivato. Non so quando sarà pronto: in questi casi - conclude Conte - le sensazioni del giocatore sono fondamentali e noi abbiamo tutta l'intenzione di ascoltarlo senza forzarlo prima dei tempi".
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