Napoli, scoppiano i casi Lindstrom ed Elmas

Il danese non riesce a entrare nelle rotazioni di Garcia, che riserva lo stesso trattamento al veterano macedone

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
17 ottobre 2023
Eljif Elmas (Ansa)

Eljif Elmas (Ansa)

Napoli, 17 ottobre 2023 - In una delle soste del campionato più intense (per usare un eufemismo) di sempre, anche il Napoli ha recitato la sua parte. Al principio era stata la panchina di Rudi Garcia a traballare, con tanto di pubblica sfiducia da parte di Aurelio De Laurentiis prima del no di Antonio Conte che ha lasciato intatto lo status quo: con tanto di presenza ormai quasi fissa del patron a Castel Volturno per monitorare gli allenamenti degli azzurri. Poi, nel bel mezzo del 'caso scommesse' esploso in seno alla Nazionale, ci si è messo l'infortunio di Victor Osimhen a complicare ulteriormente la vita della squadra campione d'Italia, che ha ancora altri piccoli grandi focolai accesi.  

Il caso Lindstrom

  Ciò che è passato molto in sordina durante uno dei tanti sfoghi di De Laurentiis è la velata critica all'operato sul mercato. Qui il nastro va riavvolto alla recente sessione estiva del Napoli, per la verità priva di grandi colpi. I nuovi innesti nella rosa sono stati Jens Cajuste, Natan e Jesper Lindstrom: per il momento tre comprimari che stanno raccogliendo le briciole a livello di minutaggio e di considerazione. Lo svedese vedrà verosimilmente il suo destino cambiare parzialmente ora che André-Frank Zambo Anguissa ne avrà per un po' a causa di un guaio fisico, mentre il brasiliano ha avuto e avrà le sue chance grazie ai tanti infortuni che tuttora stanno frenando a giorni alterni Amir Rrahmani e Juan Jesus. Poi c'è Lindstrom che, tra prestito oneroso e riscatto obbligatorio, al club partenopeo costerà in totale 25 milioni: non esattamente pochi per un giocatore che finora in azzurro si è visto poco e nulla e di fatto senza mai incidere. A precisa domanda, Garcia ha fornito la sua personalissima motivazione: al momento il danese è ancora poco inserito negli schemi tattici dell'allenatore, a quanto pare molto esigente sotto questo aspetto. In realtà, lo stesso classe 2000, in una delle sue primissime interviste dopo lo sbarco nel capoluogo campano, aveva lasciato intendere un inserimento complicato anche dal punto di vista ambientale: praticamente, la punta di un iceberg che affonda nei fatti di campo. Qui si torna alle velate critiche di De Laurentiis: una stilettata è andata anche a Mauro Meluso, il nuovo ds del Napoli che ha a lungo rischiato di saltare insieme all'allenatore. Naturalmente, la conferma di quest'ultimo, a sua volta a tempo determinato, non preclude una rivoluzione futura che possa investire il resto dell'area tecnica, che forse ha pagato più del previsto l'addio di Cristiano Giuntoli: così come, volendo fare un parallelismo, era accaduto per la fine dell'avventura di Luciano Spalletti in panchina. Insomma, probabilmente lo stesso patron si è messo seriamente in discussione: sbagliare due scelte, sempre ammesso che le cose siano andate realmente così, non è proprio un evento consueto per uno dei presidenti più illuminati della Serie A. Solo il tempo e il campo emetteranno i loro verdetti sulla campagna acquisti di quest'estate e in particolare su Lindstrom, che intanto finisce ai margini e diventa (suo malgrado) l'emblema di un autunno cominciato decisamente male.

Il caso Elmas

  Poi c'è chi veste la maglia azzurra già da un bel po' ma senza mai ricoprire un ruolo da protagonista. Cambiano le stagioni e gli allenatori, ma Eljif Elmas è sempre un rincalzo più o meno di lusso. Il problema però è che al diretto interessato queste briciole non vanno più bene. Le dimostrazioni non mancano: si comincia da qualche rimostranza a mezzo social, si passa ai mugugni periodici del procuratore e si arriva alle grandi prestazioni sfoderate in Nazionale, l'isola felice di Elmas, il jolly per eccellenza che, paradossalmente, non riesce a trovare spazio. Qui si apre un dibattito vecchio e diffuso nel mondo del calcio: essere duttili e versatili è una dote o una condanna? Parlando proprio del macedone, ogni casella dal centrocampo in su in linea teorica è di fatto quella buona da occupare sul rettangolo verde: la pratica parla invece di un giocatore spesso relegato in panchina. Il copione in realtà era comune anche sotto la gestione di Spalletti, che però a sua volta lanciava spesso Elmas a partita in corso. La situazione è peggiorata con Garcia, che lascia al macedone ancora meno minuti. Finché il Napoli veleggiava con un buon ritmo di punti messi in carniere e magari sfoggiando un gioco simile a quello dei giorni d'oro, qualsiasi 'mal di pancia' passava in secondo piano: in fondo, la forza degli azzurri negli ultimi anni è stata proprio sapersi affidare a un nocciolo duro che difficilmente tradiva. Oggi la situazione è però diversa a livello collettivo e di singoli, con diversi protagonisti dello scudetto che (finora) stanno rendendo al di sotto delle aspettative. In questo contesto, rinforzato dal dato di fatto che parla di una squadra che non sempre riesce a convertire in gol la mole di gioco prodotta, un elemento come Elmas potrebbe tornare utile grazie alla sua capacità di strappare e di inserirsi: evidentemente Garcia non la pensa così e neanche le ottime prove del macedone con la propria Nazionale sono sufficienti a fargli cambiare idea. Eppure, a Castel Volturno attualmente vige un'aria di piccola grande rivoluzione che potrebbe soffiare su diversi big dello scacchiere titolare. Magari lo stesso Elmas, un po' a sorpresa, entrerà nelle rotazioni volute da Garcia e forse anche dalla regia più o meno occulta di De Laurentiis, l'eminenza grigia che, mai come negli ultimi giorni, aleggia nel quartier generale del Napoli. Se così fosse, lo stesso patron perderebbe credito agli occhi della piazza in caso di risultati ancora deludenti: il presidente potrebbe esonerare l'allenatore, dietro al quale ci sarebbe però il suo stesso riflesso. Insomma, una delle principali conseguenze di quando in un'azienda, calcistica e non, si crea una confusione nei ruoli. In questi casi, si sa, a saltare sarebbe solo il tecnico di turno: quel Garcia che potrebbe trovare nuove risorse dalla panchina, con elementi come Lindstrom ed Elmas che scalpitano. E non senza provare fastidio.

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