Napoli, per Kvaratskhelia prove di rinascita in Nazionale

L'esterno brilla con la Georgia: l'obiettivo è consegnare a Garcia un 'nuovo' giocatore per guidare la risalita degli azzurri

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
16 ottobre 2023
Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Napoli, 16 ottobre 2023 - Alla fine il verdetto sulle condizioni di Victor Osimhen è arrivato e si tratta di una sentenza dalle due facce: probabilmente i timori legati a un infortunio al ginocchio sono stati scongiurati, ma il nigeriano sarà comunque indisponibile per diverse settimane. Guai però a demonizzare le Nazionali: per un giocatore che esce (virtualmente) con le ossa rotte dalla sosta, ce n'è un altro che rinasce appunto grazie alla propria rappresentativa. E' il caso di Khvicha Kvaratskhelia, che segna, sforna assist e si sposa pure.  

Prove di rinascita

Le avversarie (Thailandia e Cipro) non sono di certo il massimo dell'attendibilità per certificare una rinascita che il georgiano, in azzurro, aveva già iniziato contro l'Udinese, interrompendo un digiuno di gol che durava da mesi. Poi il numero 77 si è di nuovo perso tra le pieghe di un Napoli che, a sua volta, ha imboccato un'altra fase di flessione: quella che aveva condotto Aurelio De Laurentiis ad approfittare della sosta per provare a cambiare allenatore. Il resto è storia nota: il no di Antonio Conte ha fatto saltare i piani del patron, che così ha preferito attendere, concedendo all'attuale tecnico azzurro un altro lasso temporale per provare a raddrizzare la situazione. In linea teorica potrebbero essere 3 partite (quelle contro Hellas Verona, Union Berlino e Milan) oppure addirittura fino alla prossima sosta, quella di novembre, ma con De Laurentiis fissare concetti, date e scadenza è un rischio. Il patron, per sua stessa ammissione, è spesso molto impulsivo: l'eccezione, paradossalmente, è rappresentata proprio da questa sosta, (quasi) passata indenne nonostante la maretta post Fiorentina. In realtà, è bene ricordarlo, il terremoto era accaduto: soltanto il diniego di Conte, motivato in queste ore dalla voglia di non salire in corsa su determinati treni, ha confermato Garcia. Non solo: lo stesso nocciolo duro dello spogliatoio del Napoli, a quanto pare e a dispetto di qualsiasi tensione o veleno, ha votato la fiducia al proprio allenatore, che finora ha pagato anche la scarsa verve di alcuni uomini chiave. Tra essi proprio Kvaratskhelia, che pian piano prova a tornare quel furetto imprendibile della prima parte della scorsa stagione. Una bella mano al Napoli potrebbero averla data le tanto vituperate Nazionali: con la maglia della propria rappresentativa, il georgiano torna la versione migliore di sé, quella che poco più di un anno fa, in appena poche settimane, da perfetto sconosciuto del mondo del calcio lo aveva trasformato in un top player di fama mondiale. Forse proprio quella rivoluzione così repentina, strada facendo, si è rivelata deleteria per Kvara: specialmente in una piazza molto esigente come quella partenopea. Piazza che però, paradossalmente, ha sempre trattato con i guanti di velluto il georgiano, che ha usufruito di un clima di eterna gratitudine dai tratti quasi misericordiosa che invece altri giocatori, magari con una militanza anche più lunga in azzurro, non hanno mai conosciuto. Un nome su tutti: Alex Meret, il principale capro espiatorio di ogni sconfitta.

La parabola di Kvaratskhelia

  Lo stesso Garcia, a quanto pare, ultimamente non vede nel friulano un elemento inamovibile del suo Napoli: un'idea autentica o un modo implicito per guadagnare punti agli occhi dei tifosi? Di certo, chiunque sia chiamato a difendere i pali azzurri nelle prossime partite dovrà ancora fare i conti con una retroguardia incerottata. Mentre Amir Rrahmani sembra pienamente guarito e quindi in procinto di riprendersi il suo posto in campo, Juan Jesus si è fermato ancora, confermando quindi i timori legati a una condizione fisica molto preoccupante anche in ottica futura. Al momento i problemi principali del Napoli sono altri: anche perché, pur nel marasma dell'ultimo periodo, sia Leo Ostigard sia Natan hanno dimostrato di potersi giocare le proprie carte in azzurro. Anzi: il norvegese si è trasformato anche in una sorta di bomber di scorta, andando in pochi giorni a superare il fatturato offensivo di Kvaratskhelia nell'ultimo semestre. Un bel paradosso che la dice lunga su quanto gli episodi fortunati possano cambiare (almeno a breve termine) il corso di una carriera. In un senso o nell'altro. Lo sa bene proprio Kvaratskhelia, passato da idolo assoluto meritevole del paragone più illustre nel capoluogo campano a giocatore involuto e vittima di sé, degli avversari e degli arbitri, che hanno cominciato ad alzare la soglia della tollerenza in caso di contatti con i difensori. Quest'ultimo punto, in realtà, paradossalmente rema dalla parte del georgiano, che durante l'acme del periodo più complicato stava cominciando a guadagnarsi delle brutte nomee: si comincia da quella, molto comune nel calcio, di 'tuffatore' e si arriva a quell'altra, altrettanto diffusa, di meteora, con tanto di nuovi paragoni con ex giocatori che, in questo caso, non rispondevano più al nome di Diego Armando Maradona. Tutto molto bello, ma chi è il vero Kvaratskhelia e qual è il suo livello reale? In effetti, finora del georgiano si è visto il meglio e il peggio: un pendolo che oscilla per tutti i giocatori, anche se per qualcuno con una velocità folle che finisce per confondere le idee. Si parlava di nomee. In realtà, per il numero 77 ce n'è un'altra in giro che deve ancora essere smentita dai fatti: quella di essere di norma letale principalmente contro le squadre medio-piccole. Ecco, in questo caso neanche l'exploit in Nazionale può aiutare. All'orizzonte ci sono però diversi appuntamenti molto suggestivi per Kvaratskhelia: si comincia da quell'Hellas Verona che l'anno scorso lo proiettò subito all'apice del calcio italiano grazie a una prova straordinaria che sarebbe stata poi l'antipasto dello scudetto maturato a fine campionato. Poi tornerà di scena il palcoscenico della Champions League, quello sul quale finora il georgiano è apparso troppo a sprazzi. Colpa (se così si può dire) anche del Milan, che nella passata stagione spezzò il sogno del Napoli anche grazie a uno strepitoso Rafael Leao, che vinse il duello a distanza proprio con il numero 77 azzurro. Un ulteriore stimolo affinché il neo sposo Kvaratskhelia trovi la via della definitiva rinascita.

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