Napoli, Raspadori torna l'uomo della provvidenza: in ballo il mercato e la Nazionale

L'ex Sassuolo decide di nuovo la sfida con la Juventus, che lo segue per l'estate: prima ancora si giocherà la convocazione a Euro 2024

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
5 marzo 2024
Giacomo Raspadori (Ansa)

Giacomo Raspadori (Ansa)

Napoli, 5 marzo 2024 - Parlare di periodo di flessione o, peggio, di ridimensionamento della propria carriera ad appena 24 anni può sembrare prematuro, ma forse non lo è in un calcio frenetico che crea fenomeni (o presunti tali) con la stessa rapidità con cui li distrugge per far spazio a profili simili. In questa sorta di tritacarne stava per finirci anche Giacomo Raspadori, l'ex predestinato baciato anche da un'aura vincente che l'ha issato prima a mascotte del successo dell'Italia a Euro 2020 e poi a uomo della provvidenza dello scudetto del Napoli grazie al gol segnato all'ultimo respiro in casa della Juventus. Proprio i bianconeri, fin dalla scorsa estate guidati in chiave mercato da Cristiano Giuntoli, per la prossima estate avevano messo nel mirino l'ex Sassuolo, sperando magari di portarlo all'acerrima rivale facendo leva su un feeling con la maglia azzurra non più forte come ai tempi d'oro. Poi, come spesso successo nella sua carriera, Raspadori sorprende tutti e si riscopre uomo dai gol pesanti e mai banali, segnati in partite altrettanto pesanti e mai banali.  

Le certezze ritrovate

  Certo, stavolta il peso specifico della rete in esame è ben diverso da quella siglata al 93' della gara disputata il 23 aprile 2023, quella che consentì ai partenopei di mettere un'altra ipoteca sul tricolore in attesa della matematica, che sarebbe arrivata nel giro di pochi giorni. Domenica sera al Maradona la posta in palio per i padroni di casa era un'altra: ritrovarsi e regalarsi ulteriori certezze dopo il 6-1 del Mapei Stadium, oltre a cercare di rimanere in scia delle posizioni buone per la prossima Champions League. Insomma, al triplice fischio la festa a Fuorigrotta è tanto grande quanto forse i rimpianti presenti nella testa di tutti. Si comincia da Aurelio De Laurentiis, che magari starà ancora ripensando alle scelte estive che hanno condotto a una resa quasi istantanea dalla lotta scudetto: oltre a segnare un clamoroso -28 punti in classifica rispetto a un anno fa che a quelle latitudini fa male quasi quanto l'attuale classifica, ancora deficitaria. Si arriva poi ai giocatori, i principali colpevoli di una stagione al di sotto delle aspettative: i vari avvicendamenti in panchina hanno confermato quanto le maggiori responsabilità alla fine risiedessero proprio in una rosa che forse ha perso quella fame che un anno fa fu determinante per riportare lo scudetto nel capoluogo campano dopo 33 anni. Archiviate le gestioni di Rudi Garcia e Walter Mazzarri, con il primo che aveva nel Maradona il tallone d'Achille e il secondo che invece aveva, suo malgrado, aperto un'emorragia in trasferta, sulla panchina azzurra si accomoda Francesco Calzona, che ha e avrà il compito di contemperare questi due trend per plasmare un Napoli più competitivo e, soprattutto, di rendimento continuo anche quando l'effetto salvifico del cambio in panchina si sarà affievolito. Il tecnico calabrese ha deciso di ripartire dalle (poche) certezze degli azzurri, che a loro volta hanno risposto presente: con il nuovo allenatore Victor Osimhen ha firmato 5 reti, permettendosi anche il lusso di sbagliare un rigore, e Khvicha Kvaratskhelia ha trovato 3 gol, avvicinandosi così a quel rendimento dell'anno scorso che fece gridare al fenomeno.

Le due partite: il dopo-Osimhen ed Euro 2024

  In questa cornice si staglia il già citato ex golden boy del calcio italiano, abile a trovare il classico gol da rapace d'area ribadendo nel sacco il penalty intercettato da Wojciech Szczesny: facile a dirsi, meno a farsi. Riguardando l'azione, un dolce ricordo per i tifosi azzurri, meno per quelli di una Juventus in striscia negativissima dalle parti di Fuorigrotta ormai da più di un lustro, si evince quanto quel tap-in galeotto fosse meno casuale di quanto potesse sembrare di primo acchito al punto che, in balia del ritrovato entusiasmo, qualcuno già parla di 'metodo Calzona': una sorta di rincorsa tutta particolare che può facilmente sorprendere le difese avversarie, a maggior ragione se statiche e passive come quella bianconera. L'emblema di questo scatto reale e anche simbolico che il Napoli spera di fare anche nel resto della stagione è Raspadori: non un caso per un uomo che resta a modo suo sempre provvidenziale. Se la posta in palio per gli azzurri è alta, quella personale del classe 2000 non è da meno. In ballo c'è innanzitutto un posto al sole a Napoli, e il riferimento non è alla nota soap opera tutta in salsa partenopea. Qui torna in ballo proprio la Juventus di Giuntoli, l'ex accolto nel peggiore dei modi dalla piazza che fino a pochi mesi fa lo ringraziava per aver costruito la squadra dello scudetto: con tanto di rimpianti per il mercato condotto in seguito da Mauro Meluso. Se questo è il passato, il futuro parla di un Raspadori che in azzurro potrebbe (giustamente) non accontentarsi più né del ruolo di rincalzo, seppur di lusso, né di quello di esterno improvvisato pur se con ottimi riscontri: a provare a risolvere l'intrigo è proprio Jack in persona, che ha confessato di preferire un impiego da punta centrale, il suo ruolo naturale. Alla luce del probabile addio di Osimhen, la partita per la casella più ambita dell'attacco azzurro si riapre, con il Napoli che potrebbe scoprire di avere già in casa l'eventuale erede dell'attuale numero 9. Le alternative le potrebbe offrire il mercato, che a sua volta si nutre della linfa offerta dalle prestazioni del campo. Qui torna protagonista Calzona, l'uomo che da qui a fine stagione (sempre a meno di altri, improbabili, ribaltoni in panchina) avrà nelle proprie mani il destino di diversi protagonisti dello scudetto. Poi arriverà l'estate e all'ombra del Vesuvio verosimilmente cambierà tutto: forse anche lo stesso allenatore. La stagione calda (in ogni senso) di Raspadori comincerà prima: in ballo c'è anche una chiamata di Luciano Spalletti per Euro 2024. Insomma, per Jack nei prossimi mesi sono due le tonalità di azzurro da riconquistare: quella chiara del Napoli e la più scura della Nazionale, entrambe foriere di tante gioie.

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